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La rivista per la scuola e per la didattica
OPINIONI

Bibbia nella primaria? Ok, ma allora anche il Corano

Roberto Vecchioni ha sempre avuto un legame speciale con il mondo scolastico, e non soltanto perché viene da un passato da docente. Negli anni, il cantautore italiano è rimasto vicino agli studenti, osservando da vicino le loro aspirazioni, i loro sogni e le sfide che affrontano.

Di recente, poi, Vecchioni ha condiviso il suo punto di vista sulle necessità degli studenti ma anche sulle nuove linee guida proposte dal ministro Valditara. Con una posizione destinata a far discutere: va bene tornare a studiare la Bibbia alla primaria, ma dovremmo fare lo stesso con il Corano.

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In occasione di un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa link esterno, Roberto Vecchioni ha parlato del suo rapporto con gli studenti. Quando entra in classe, ricorda il cantautore, pensa infatti a quanto sarebbe migliore il mondo come lo immaginano i giovani.

Eppure, questi ultimi spesso provano una rabbia che ha radici profonde e alla quale contribuisce una società sorda alle loro richieste. Secondo Vecchioni, bisogna dare ai giovani l’opportunità di realizzare se stessi:

I ragazzi devono costruire la cultura, non deve essere loro imposta ma proposta. Quando i ragazzi sono creativi lo sono anche da grandi. Quindi ascoltate la loro musica, meno un certo tipo di trap, leggete i loro libri, date tempo ai ragazzi. Dobbiamo insegnare la creatività, non solo le nozioni.

Le parole di Vecchioni, che non lesina critiche alla trap, ricordano un certo modo di fare scuola che purtroppo oggi è in crisi. Piuttosto che insegnare soltanto nozioni, la scuola dovrebbe infatti formare cittadini del futuro, capaci di vivere in società e contribuire a migliorarla.

E il Corano?

Uno dei temi più dibattuti di recente riguarda le nuove indicazioni nazionali proposte dal ministro Valditara. Fra l’abolizione della geostoria alle superiori e il ritorno del latino alla secondaria di primo grado, colpisce il riferimento alla lettura della Bibbia alla primaria. Da questo punto di vista l’opinione di Roberto Vecchioni, come riporta il quotidiano La Repubblica link esterno, è più articolata di quanto possa sembrare all’inizio:

Ho delle remore sul latino facoltativo, ma la Bibbia credo vada bene, così come credo che sarebbe un bene l’apertura delle scuole alla lettura del Corano. È bene conoscere.

Piuttosto che chiudersi nella mera ricerca e riproposizione di stilemi identitari, insomma, la scuola ha ben altre opportunità e potenzialità. Di per sé, quindi non è necessariamente un problema tornare allo studio di un testo fondamentale per la nostra cultura come la Bibbia, se questo ritorno avviene con consapevolezza. E la medesima consapevolezza serve anche per lo studio di altri testi, magari facenti parte di altre tradizioni. Come lo stesso Vecchioni ricorda, è bene conoscere.

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La scuola secondo Roberto Vecchioni

Altrettanto importante, per l’idea di scuola che ha Roberto Vecchioni, è la necessità di una cultura nazionale sotto la quale tutti possiamo riconoscerci. Non serve studiare le saghe nordiche se abbiamo un patrimonio culturale così ricco e condiviso, la sintesi.

Per la scuola del futuro, insomma, servono tanto il dialogo quanto la creatività. Se il primo costituisce un ingrediente fondamentale di una didattica efficace, la seconda rappresenta lo sguardo al futuro, la scintilla che ci aiuta a migliorare e permette di cambiare in meglio la società in cui viviamo.

Cosa vuol dire ciò?

Che la scuola ha un ruolo fondamentale e, allo stesso tempo, una grandissima responsabilità nella costruzione di questo futuro. Il suo compito è dare ai giovani tutti gli strumenti perché possano sfruttare appieno il loro potenziale e trasformare il mondo in un luogo migliore. In questo mondo ideale realizzato dai giovani, agli adulti non resta che un solo compito: ascoltarli e sostenerli.

Il resto verrà da sé.

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