Nonostante sia considerato una delle migliori scuole secondarie di secondo grado, gli ultimi tempi hanno visto il liceo classico attraversare una profonda crisi. Una crisi di iscrizioni, certo, ma soprattutto una crisi riguardante la percezione stessa di questo indirizzo.
Ecco, dopo due anni di calo continuo, le iscrizioni al liceo classico sono tornate a crescere. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito , infatti, c’è stato un piccolo ma diffuso aumento nelle preferenze dei giovani studenti. E non si tratta dell’unica novità in merito.
Aumentano gli iscritti al classico
Si è molto parlato della diminuzione di iscritti al liceo classico avvenuta negli ultimi anni. Gli studenti che hanno scelto gli studi classici sono stati il 6.2% nell’anno scolastico 2022/2023, il 5,8% nel 2023/2024 e il 5,34% nel 2024/2025. Un trend che sembrava ormai dover continuare ma che invece ha riservato una sorpresa, per quanto di piccola entità.
I dati del MIM confermano infatti che per l’anno scolastico 2025/2026 il 5,37% dei nuovi iscritti alla scuola secondaria di secondo gradi ha scelto il liceo classico. Un incremento modesto, certo, che tuttavia sembra poter indicare un rinnovato interesse verso un indirizzo di studi più utile di quanto possa sembrare.
D’altronde, un discorso simile si può fare anche per i licei in generale, che continuano a costituire la scelta predominante fra gli studenti italiani. Per il 2025/2026, infatti, il 56% di essi ha scelto di iscriversi in un liceo, di contro al 55,63% dell’anno 2024/2025.
La situazione alla secondaria
Come si può vedere dai dati nazionali, l’incremento percentuale dei licei è maggiore rispetto a quello del liceo classico. Ciò vuol dire che, in generale, il liceo scientifico si conferma l’indirizzo più scelto dagli studenti italiani, seguito dal classico e dal linguistico. Rimangono invece molto basse le percentuali del Liceo del Made in Italy, annunciato qualche anno fa ma ancora con pochissimi iscritti.
E per ciò che riguarda gli istituti tecnici e professionali? Se gli iscritti ai licei salgono, lo stesso non si può dire a livello nazionale per:
- gli istituti tecnici, che passano dal 31,66% al 31,32% degli iscritti;
- gli istituti professionali, che passano dal 12,72% al 12,69% degli iscritti.
Che si tratti dell’inizio di un nuovo trend è ancora presto per dirlo, ma sicuramente questi dati impongono una riflessione sull’offerta scolastica per gli studenti e sul loro futuro. Soprattutto considerando i dati regionali.
Un’Italia spaccata in due
Se il dato nazionale racconta una tendenza abbastanza univoca, con l’aumento degli iscritti nei licei e la diminuzione negli istituti tecnici e professionali, i dati regionali sono invece molto più variegati. Ma anch’essi permettono di individuare un certo schema.
C’è un boom di iscrizioni al liceo classico nelle regioni del centro-sud, sulle quali spiccano il Lazio con l’8,80% e la Sicilia con l’8,59% degli iscritti. Dall’altro lato, ci sono invece l’Emilia Romagna con il 2,74% e il Friuli Venezia Giulia con il 3,01% degli iscritti. Come si può intuire, anche la preferenza generale per i licei è più radicata nel centro e nel meridione, mentre nel Nord Italia si preferiscono gli istituti tecnici e professionali.
Si tratta di differenze che dipendono da vari fattori, come le tradizioni culturali, le dinamiche sociali ed economiche dei diversi territori, le prospettive occupazionali offerte dai diversi indirizzi di studio. L’Italia è da sempre e rimane un Paese spaccato in due, non è un mistero: l’importante è cercare di esserne consapevoli, cercando di ricucire questa spaccatura magari partendo proprio dalla scuola e dal futuro dei suoi studenti.