Insegno da oltre vent’anni nella scuola secondaria di secondo grado e ho visto crollare le capacità cognitive degli alunni. Gran parte di loro ha enormi difficoltà nel capire i testi, legge male, ha un lessico poverissimo e scrive peggio.
Mi sono specializzata nel sostegno e ormai è da parecchi anni che lavoro con gran parte della classe, non solo con gli alunni che hanno una disabilità riconosciuta. Fioccano certificazioni di dislessia, discalculia, disortografia e, in più occasioni, ho dovuto insegnare a scrivere in corsivo a ragazzi delle scuole superiori che conoscevano solo lo stampatello, che peraltro non si può usare in sede di esame di maturità.
Insomma, negli anni ho visto con i miei occhi un crollo delle competenze di base dei ragazzi e della voglia di apprendere per sé stessi. Ormai, ChatGPT è diventato per loro uno strumento fondamentale per evitare impegno e fatica, perché purtroppo qualcuno ha pensato che la semplificazione fosse ciò di cui i ragazzi hanno bisogno. A furia di semplificare gli obiettivi conoscitivi, ci troviamo con alunni che non sono più in grado di leggere un testo, perché gran parte delle parole è per loro sconosciuta, non riescono a stare concentrati per più di 10-15 minuti, perché non sono abituati, non riescono a scrivere un pensiero, perché il lessico è talmente povero da non avere parole per esprimere un pensiero un po’ più articolato.
La cosa grave è che non ci si renda conto che questo risultato è il frutto di scelte scellerate che hanno paragonato la scuola a un’azienda dove contano i numeri, non l’apprendimento. Si è dovuto promuovere a prescindere, abbassare i livelli di conoscenza richiesti e, nella scuola primaria, si è iniziato con programmi di stampo anglosassone, dove la letto-scrittura e il calcolo di base sono diventati marginali.
Risultato: se non sai leggere, se non capisci un testo, non puoi apprendere; se il tuo vocabolario è limitato, capisci una minima parte; se non vieni abituato alla complessità gradualmente, non riuscirai mai ad affrontare ragionamenti complessi e a comprendere la realtà che ti circonda.
Se ti illudono che sia sufficiente avere un pezzo di carta (diploma o laurea), a prescindere da ciò che hai appreso veramente, allora dobbiamo davvero avere paura del futuro, perché la storia ci insegna che è la conoscenza che ha permesso all’uomo di evolversi.