L’insegnamento della religione cattolica è da tantissimo tempo parte integrante dei percorsi scolastici, ma gli studenti possono scegliere se avvalersene o meno. Ecco, secondo i dati diffusi dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti , sono sempre di più quelli che scelgono un’attività alternativa.
Si tratta di una tendenza diffusa soprattutto in alcune aree del territorio italiano ma comune ai vari gradi di istruzione, con alcune differenze. Vediamo allora più da vicino i dati presentati dall’UAAR e quali sono le alternative più indicate per gli esonerati, in particolar modo nella scuola primaria.
i dati UAAR
Si riferiscono all’anno scolastico 2023/2024 i dati UAAR sugli studenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Nello specifico, parliamo di 1 milione e 164 mila studenti, con un incremento di quasi 70 mila rispetto all’anno precedente. In termini percentuali si passa invece dal 15,5% dell’anno scolastico 2022/2023 al 16,6% dell’anno scolastico 2023/2024.
Si tratta di una minoranza, certo, che tuttavia diventa sempre più consistente di anno in anno e richiede interventi mirati. Sulla questione interviene Roberto Grendene, segretario nazionale UAAR:
Per l’ennesima volta l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti colma carenze ministeriali e rende pubbliche informazioni che incredibilmente mancano dal Portale unico dei dati della scuola. Il ministro Valditara dovrebbe tutelare i diritti delle sempre più numerose famiglie che chiedono una scuola laica.
Una tendenza diffusa in tutta Italia
A guidare la classifica degli esoneri, comunica UAAR, sono le città del centro-nord. Troviamo in cima Firenze, Bologna e Aosta, dove rispettivamente hanno chiesto l’esonero il 51%, il 47,3% e il 43,6% degli studenti. A seguire ci sono Biella e Mantova con percentuali superiori al 40%, ma anche Brescia, Trieste e Torino con percentuali superiori al 37%. Andando nello specifico, le percentuali di esonerati per tipologia di istituto sono le seguenti:
- 27,83% degli studenti negli istituti professionali, con punte del 90,7% all’istituto Olivetti di Ivrea;
- 25,31% degli studenti negli istituti tecnici, con punte dell’86,8% all’istituto Sassetti-Peruzzi di Firenze;
- 18,48% degli studenti nei licei, ma il liceo Leon Battista Alberti di Firenze raggiunge l’84,65%.
E la tendenza è simile anche per quanto riguarda gli altri gradi scolastici, con le scuole secondarie di primo grado e le scuole primarie in cui, rispettivamente, il 15,77% e il 14,82% degli alunni richiedono l’esonero dall’insegnamento della religione cattolica.
Quale che sia la propria opinione in merito, si tratta di numeri che non possono essere ignorati e che raccontano un cambiamento culturale profondo. Per essere precisi, infatti, uno studente su sei richiede di svolgere attività alternative: ma quali?
Quali alternative didattiche
L’aumento degli studenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica impone adeguate attività alternative, soprattutto nella scuola primaria. Troppo spesso infatti i docenti si trovano senza linee guida chiare e strumenti adatti a far fronte alle necessità dei loro alunni. Per questa ragione, il Gruppo Editoriale ELi ha realizzato il progetto didattico “L’alternativa che vogliamo”, composto da:
- Questione di civiltà, libro che presenta figure storiche particolarmente importanti per la giustizia e i diritti umani, ma affronta anche temi attuali come l’educazione ambientale e la sicurezza online;
- I valori della vita, libro che parla di educazione alla cittadinanza, costituzione ed educazione digitale con un approccio dedicato alle competenze non cognitive e alle soft skill.
Entrambi i testi permettono di focalizzare l’ora alternativa alla religione su questioni fondamentali della società, come appunto i diritti, l’educazione ambientale e le competenze non cognitive. In un mondo in cui sempre più studenti chiedono un insegnamento diverso da quello religioso, è quindi altrettanto importante prendere atto di questa nuova maturità civile, e agire di conseguenza.