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EDUCAZIONE

La preside scrive una lettera agli studenti bocciati, condivisa da migliaia di persone in rete: “Un’occasione persa, non la fine del mondo”

Una lettera scritta dalla preside del liceo scientifico Bottoni a Milano sta facendo il giro della città, rivolta agli studenti che sono stati bocciati. “Quando bocci un ragazzo, stai implicitamente ammettendo di aver fallito”, scrive la dirigente scolastica. “Ma le grandi vittorie spesso nascono dagli insuccessi. E fra dieci anni nessuno si ricorderà di questa situazione”.

“In questo momento, immagino che tu sia seduto davanti al computer. Potresti leggere una scritta che dice: ‘Non ammesso alla classe successiva’, o forse ‘Non ammesso agli esami’. Suppongo che tu possa odiare quel messaggio”. Così inizia la lettera pubblicata sui social media da Giovanna Mezzatesta, preside del liceo scientifico Piero Bottoni in via Mac Mahon a Milano. Il suo pubblico? Gli studenti bocciati.

“PERSA UNA PARTITA, NON IL CAMPIONATO”

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Ma non si tratta di una critica. “Forse pensi che questa decisione sia stata presa per punirti, o addirittura perché non ti sopportiamo. Non è così. Bocciare un ragazzo significa riconoscere un fallimento. Significa ammettere di non essere riusciti a motivarti abbastanza, a farti dare il massimo o a suscitare la tua passione”.

“Certo, potresti anche aver fatto poco… Sì, in effetti, potevi dare di più! Ma non è solo questo”, prosegue la lettera della preside ai ragazzi bocciati. “È come se ti avessimo fatto un bel regalo e tu l’avessi lasciato in un cassetto. Non riesco a togliermi dalla testa l’idea che, se il regalo è finito in quel cassetto, è anche colpa mia per aver scelto qualcosa che non era adatto a te”.

UN INCORAGGIAMENTO PER IL FUTURO

Il messaggio della dirigente scolastica si apre poi a una prospettiva di speranza. “Abbiamo giocato male e abbiamo perso una partita, ma non abbiamo perso il campionato. Ora potresti sentirti un perdente e pensare di sprecare il tuo tempo, ma non è così: tra dieci anni nessuno si ricorderà di questa bocciatura. Tutti guarderanno alla persona che sarai diventato, non al tempo impiegato per completare la scuola. E la persona che diventerai comincia domani mattina, quando ti sveglierai con la determinazione di dimostrare che puoi fare di più”.

E conclude così: “Non temere il giudizio degli altri, perché spesso sono gli insuccessi a dare vita alle più grandi vittorie. Credi in te stesso, proprio come noi crediamo in te. Vedrai che riuscirai a realizzare i tuoi sogni!”.

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