La rivista per la scuola e per la didattica
GRAMMATICA

La Grammatica Valenziale ha una forte potenzialità didattica

Come ogni anno, Fiera Didacta rappresenta uno degli eventi più importanti nel panorama dell’istruzione italiano, un luogo di aggregazione e di incontro per gli addetti ai lavori – su tutti gli insegnanti – e un’occasione (rara) di dibattito e di scambio per discutere sulle novità e sulle opportunità del settore scolastico. E così, tra i servizi e i prodotti proposti quest’anno durante la fiera, fra gli eventi e gli appuntamenti che si sono succeduti, uno in particolare ha attirato la mia attenzione: l’intervento di Loredana Camizzi per Orizzonte Scuola.

Loredana Camizzi è una ricercatrice di Indire, specializzata nell’ambito delle discipline di area linguistica umanistica e di strategie e strumenti per lo sviluppo professionale dei docenti, insomma, una professionista con un’esperienza più che decennale nella progettazione e nella gestione dei progetti di formazione per i docenti in ambito linguistico-letterario. Ecco, le sue parole mi hanno colpito, soprattutto la sua riflessione sull’importanza della grammatica valenziale.

Camizzi ha introdotto l’argomento raccontando che la grammatica valenziale è nata in Francia intorno agli anni ’50 ed è arrivata in Italia grazie al lavoro di Francesco Sabatini, un lavoro prezioso, perché il linguista, filologo e lessicografo italiano, nonché presidente onorario dell’Accademia della Crusca, ha introdotto questa forma di grammatica scientifica sia in ambito accademico che scolastico. Da qui è nato un vero e proprio progetto di ricerca utile per capire quali siano gli effetti di questa operazione all’interno della dimensione classe.

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Quali effetti poteva avere questo strumento, una volta arrivato a contatto con i nostri studenti? Di sicuro avrebbe potuto rappresentare una valida soluzione ai problemi comuni dell’insegnamento, perché offre un modello di analisi della struttura della frase alternativo e molto semplice da capire, che mette il verbo al centro di tutto. Con le parole di Loredana Camizzi: “La grammatica viene insegnata come conoscenza riflessa e metacognitiva, aiutando gli studenti a comprendere come funziona la lingua attraverso un unico principio ordinatore, il verbo”. Non avrei mai potuto dirlo meglio.

Il progetto di ricerca sulla grammatica valenziale ha coinvolto 800 studenti dalla scuola primaria alla scuola superiore e ha centrato quello che, probabilmente, era l’obiettivo: dimostrare che la grammatica valenziale è percepita come più logica rispetto ad altri modelli offerti agli studenti. I modelli a cui, da sempre, siamo abituati. E oltretutto, all’interno di questo progetto di ricerca è stato dimostrato – ci tengo molto a sottolinearlo – che la lettura ad alta voce in classe è importantissima, perché rappresenta un momento alternativo, unico, di immersione nella storia e di immedesimazione con i personaggi.

Se ci pensiamo, parliamo di un momento che per molti, moltissimi bambini e ragazzi non esiste nella vita di tutti i giorni. Un momento che garantisce quindi forte inclusività e promozione dell’attività di lettura anche per chi non ha questi stimoli e questi strumenti a portata di mano, a casa e in famiglia. Quindi per la maggior parte dei nostri alunni, ovvero per il nostro futuro.

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pagina estratta da MISSIONE COMPIUTA LETTURE 4

MISSIONE COMPIUTA LETTURE

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Insomma, insegnare la grammatica in un modo nuovo, alternativo, è importante per lo sviluppo (non solo delle competenze) dei nostri studenti. Per questo abbiamo bisogno di strumenti nuovi, come ad esempio il sussidiario di letture per la scuola primaria di quarta e quinta Missione Compiuta Letture, un progetto innovativo che riserva particolare attenzione alle diverse forme della grammatica, anche quella valenziale.

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