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Addio a Piero Angela, il divulgatore scientifico che a scuola si annoiava

Piero Angela: l’uomo che amava la scienza ma ancor di più trasmetterla, amava la Terra e l’ambiente e credeva che la scuola dovesse essere più ludica e meno pedante. Un omaggio a una delle figure più preziose del mondo della conoscenza.

La sua vita straordinaria

Piero Angela, figlio di un medico antifascista, dichiarava che i torinesi come lui sono “molto arrosto e poco fumo”. Nessuno era indifferente al suo fascino composto e mite, alla sua umiltà pure nell’espressione della sua enorme conoscenza. Fu jazzista, giornalista, ma più di tutto divulgatore scientifico: ha fatto arrivare la scienza nelle case degli italiani e l’ha resa di tutti, l’ha condivisa in un modo inimitabile e prezioso, che non sarà possibile imitare.

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Il libro di testo è lo strumento didattico ancora oggi più utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento.

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La nascita dell’amore per la scienza e la divulgazione

Piero Angela inizialmente lavorava come radiocronista, poi fece un provino per condurre un telegiornale. I primi servizi sul lancio dell’Apollo lo fecero innamorare dello spazio e, di conseguenza, del mondo delle scienze. Decise così di iniziare a girare trasmissioni sulla divulgazione delle nuove scoperte scientifiche riguardanti la microbiologia, il cervello, la genetica. Inizialmente da solo, poi con collaboratori. Nacque, così, Quark, nel 1981. Il desiderio di Angela era renderlo il più possibile coinvolgente per tutti: lo stile era quello anglosassone, i filmati erano quelli della BBC e di David Attenborough e, per spiegare in modo chiaro concetti più complicati, venivano utilizzati i cartoni animati di Bruno Bozzetto.

La scuola, le lauree e l’ispirazione per i ragazzi

Piero Angela raccontava che la scuola lo annoiava: i programmi e le lezioni erano pesanti e monotone, era a disagio. Per questo ha deciso di diventare divulgatore scientifico, per diffondere conoscenza in un modo che a lui sarebbe piaciuto, quando era bambino. Credeva, infatti, che fosse necessario insegnare divertendo, in modo ludico. Non si è mai laureato, ma ha ricevuto nove lauree honoris causa. “La gratificazione più grande per me è incontrare sempre tantissimi ragazzi che mi dicono: ho scelto questa facoltà perché ho visto i suoi programmi o letto i suoi libri. Se ho un merito, è quello di aver trasmesso questo piacere di scoprire la scienza e amarla” diceva. Piero Angela amava i giovani e non aveva paura di ammettere che il loro compito era gravoso, dopo i danni al pianeta inflitti dalle generazioni precedenti. “I giovani devono sapere che la nostra generazione ha creato i guai e loro se li ritrovano. È necessario abbiano comportamenti virtuosi per farvi fronte” ha dichiarato alcuni anni fa.

“Il futuro non esiste, non è scritto da nessuna parte. Lo prepariamo e lo decidiamo noi con i nostri comportamenti.”

Piero Angela aveva a cuore l’ambiente, era preoccupato per i cambiamenti climatici e le sfide del nostro mondo. Credeva che fosse possibile salvare le sorti del nostro straziato pianeta attraverso la conoscenza, che porta ad adottare i comportamenti migliori. La tecnologia, secondo lui, può davvero essere a servizio dell’uomo per tutto: l’energia pulita, lo smaltimento dei rifiuti, la produzione di risorse. Lo Stato deve, però, prima di tutto investire sulla cultura e sulla formazione, solo così si possono creare menti coscienti e consapevoli del percorso da intraprendere.

Una perdita incolmabile

Oggi Piero Angela ci ha lasciato. Sulla morte disse questa frase: “Morire è un’avventura nei profondi abissi dell’inconscio e del subconscio, un viaggio verso la più lontana delle supernove e, al contempo, verso il più profondo dei fondali marini.” Chissà quante cose stai osservando e scoprendo, forse pianeti nuovi o creature marine. Solo che non potrai più raccontarcele. Addio Piero, non ti dimenticheremo mai.

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