Free cookie consent management tool by TermsFeed Generator
La rivista per la scuola e per la didattica
APPRENDIMENTO

I ricercatori: imparare a memoria a scuola è essenziale, ecco perché

Per generazioni imparare a memoria è stata la prassi, poi questo metodo di studio è stato gradualmente accantonato. Ma non sarebbe più giusto tornare sui nostri passi e riprendere lo studio a memoria? In questo articolo andiamo a vedere perché diversi ricercatori a questa domanda risponderebbero di sì.

UN METODO DI APPRENDIMENTO TRADIZIONALE

Tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, qualsiasi alunno sarebbe stato in grado di recitare prontamente poesie, tabelline e altre numerose informazioni. Questo perché imparare a memoria era allora il metodo di apprendimento maggiormente utilizzato. Tutti i bambini dovevano imparare molte cose a memoria, inclusa la poesia.

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Si tratta in realtà di un metodo di studio ben più antico. Infatti gli antichi greci ritenevano che l’apprendimento della poesia migliorasse la mente, così gli scolari ateniesi impararono Omero. A partire dalla metà del ventesimo secolo, poi, l’apprendimento a memoria è stato gradualmente messo da parte in favore di una maggiore creatività. Ultimamente, però, sta venendo riconsiderato e non solo per gli studenti.

PERCHÉ IMPARARE A MEMORIA

imparare a memoria filastrocca
Pagina estratta dal corso IL GRILLO E LA LUNA per la scuola primaria
il grillo e la luna copertina

IL GRILLO E LA LUNA

Scopri il nuovo sussidiario del primo ciclo della scuola primaria del Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Didattica

Importanti benefici conoscitivi significativi possono essere guadagnati imparando a memoria. Tra questi troviamo il miglioramento della ritenzione delle informazioni a qualsiasi età, della neuroplasticità negli anziani e la scongiura del tipico declino cognitivo da sette a quattordici anni. L’apprendimento a memoria favorisce lo sviluppo dell’ippocampo, l’area assegnata alla memoria cerebrale.

ALCUNE RICERCHE A RIGUARDO

Diversi studi e ricerche sono stati svolti riguardo il tema dello studio a memoria negli ultimi decenni. Di seguito andiamo ad elencarne alcuni tra i principali che vedono l’imparare a memoria come un fattore positivo nello sviluppo cognitivo degli individui.

Il docente di neuroscienze cognitive Stanislas Dehaene ha osservato nella sua ricerca link esterno che lo studio mnemonico delle tabelline e di altre formule matematiche fin dall’infanzia sarebbe un fattore fondamentale per facilitare la risoluzione di situazioni complesse in futuro.

James Paul Gee, professore dell’Arizona State University, inoltre, ha dimostrato link esterno come in alcuni campi i ragazzi anche al giorno d’oggi vedano di buon occhio la ripetizione tipica dell’apprendimento a memoria. In questo senso, il professore si riferisce all’utilizzo dei videogiochi e all’apprendimento dei movimenti e delle regole fondamentali, in assenza dei quali sarebbe impossibile giocare.

Un’ulteriore ricerca basa le proprie fondamenta sull’aspetto tecnologico. Stiamo parlando dello studio del filosofo Michel Serres, in cui egli osserva come l’evoluzione tecnologica si sia posta sempre più come una surrogazione della memoria. Secondo il filosofo link esterno, dovremmo prestare particolare attenzione a non permettere che la tecnologia arrivi a sostituire completamente le nostre capacità cerebrali, rendendoci totalmente succubi e dipendenti da essa.

E tu cosa ne pensi dell’imparare a memoria a scuola? Condividi il contenuto e scorri verso il basso per scoprire altre interessanti notizie

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Studenti senza ansia e docenti valorizzati, ecco come funziona la scuola in Estonia

la scuola in Estonia

È il sogno di ogni studente: andare a scuola e non dover seguire per forza le lezioni. Non è un film, ma un modello di scuola molto apprezzato da docenti, famiglie e alunni: quello dell’Estonia, che sta guidando una vera e propria rivoluzione educativa a livello europeo. Una scuola più legata alle competenze che ai contenuti, stipendi più alti per i docenti, stop alle cosiddette “classi-pollaio” da 30 studenti, un…

Un post su facebook: “L’insegnante non è più fonte di sapere ma esecutore materiale di precise richieste”

fonte di sapere

Che negli ultimi anni la figura dell’insegnante sia cambiata in modo radicale, e non sempre in meglio, non è certo un mistero. A confermarlo sono spesso le parole di docenti come Salvo Amato, molto seguito sui social per lo sguardo critico sul mondo della scuola. Secondo l’insegnante, oggi ci troviamo di fronte ad un vero e proprio declino del ruolo dell’insegnante. Lungi dal costituire una fonte di sapere, si limita…

Sono considerati “gli sport della mente”: dama e scacchi a scuola possono insegnare più di quanto si pensi

dama e scacchi a scuola

Il gioco è da sempre uno strumento utile per imparare, soprattutto quando ben integrato nella didattica. Che si tratti di un nuovo modo per insegnare la matematica o le competenze digitali, spesso sono gli studenti più giovani a beneficiare di questo approccio. A Cesena, per esempio, un’iniziativa interessante ha coinvolto un’intera scuola media grazie al progetto “Dama a scuola”. L’idea? Usare la dama, tradizionale gioco da tavolo per due giocatori,…

Un prof precario ha scritto a mano 204 bigliettini di addio per tutti i suoi alunni, alcuni sono scoppiati in lacrime

bigliettini di addio

Il rapporto fra insegnante e alunni è uno dei più importanti nella vita di un adolescente e nel suo percorso di crescita a scuola. Spesso tuttavia sono i momenti fuori dall’ordinario a lasciare un segno profondo, come avvenuto a Palermo durante gli ultimi giorni di scuola. In una scuola secondaria di primo grado del capoluogo siciliano, infatti, un giovane insegnante ha voluto rendere indimenticabile la fine dell’anno scolastico. Il docente…

La matematica, in estate, non può andare in vacanza

andare in vacanza 2025

Quando si avvicinano le vacanze estive, la raccomandazione di molti insegnanti è molto spesso sempre la stessa: che i bambini trascorrano l’estate dedicandosi il più possibile alla lettura. Molto spesso si assegnano come compito anche diari di bordo dell’estate, in cui raccontare i momenti più belli e significativi da riportare a settembre, i primi giorni di scuola. Ma che fine fa la matematica in estate? Alcuni insegnanti, infatti, decidono di…

Uno studente 15enne è andato in crisi di astinenza dopo che i genitori gli avevano impedito l’uso del cellulare. Ricoverato in ospedale

crisi di astinenza

Oggi è molto difficile immaginare la nostra vita quotidiana senza uno smartphone, dispositivo che utilizziamo per lavoro e per svago, per comunicare e per interagire con gli altri. Proprio per questa ragione, spesso l’abuso del telefono comporta una vera e propria dipendenza, soprattutto fra i giovani. E proprio un giovane di 15 anni è al centro di quanto avvenuto a Orbassano, in provincia di Torino. Il ragazzo è infatti finito…

Uno studente su due non è partito per la gita scolastica

gita scolastica 2025

Parte integrante di un percorso scolastico, i viaggi d’istruzione sono l’occasione per vivere un’esperienza di gruppo e allo stesso tempo imparare sul campo. Eppure, oggi sono sempre di più gli studenti e gli istituti che rinunciano alle gite, limitandosi a organizzare uscite di un solo giorno e comunque entro i confini nazionali. A certificare questa tendenza è un’indagine condotta dall’Osservatorio sulle gite scolastiche 2025 di Skuola.net, il portale dedicato agli…

Più di un milione di studenti non vuole l’ora di religione

ora di religione

L’insegnamento della religione cattolica è da tantissimo tempo parte integrante dei percorsi scolastici, ma gli studenti possono scegliere se avvalersene o meno. Ecco, secondo i dati diffusi dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti , sono sempre di più quelli che scelgono un’attività alternativa. Si tratta di una tendenza diffusa soprattutto in alcune aree del territorio italiano ma comune ai vari gradi di istruzione, con alcune differenze. Vediamo allora più…

Nuove Indicazioni Nazionali, si parte da settembre 2026. Tutti i libri di testo dovranno essere aggiornati

Nuove Indicazioni Nazionali

Si è tanto parlato delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola primaria e il primo ciclo di istruzione volute da Giuseppe Valditara. Se il dibattito pubblico si è più concentrato su questioni come il ritorno del latino alle medie o la lettura della Bibbia alla primaria, il cambiamento si preannuncia ancora più profondo di così. Ne ha parlato lo stesso ministro dell’istruzione e del merito durante un’interrogazione parlamentare, in cui…

Meno alunni, più classi a rischio. L’Italia tocca il minimo storico di nascite

minimo storico di nascite

Non sono incoraggianti i segnali che emergono dal rapporto ISTAT sugli indicatori demografici per il 2024. I dati raccolti dall’istituto italiano di statistica, infatti, fotografano una situazione demografica estremamente complessa, con un nuovo minimo storico per la natalità e famiglie sempre più ristrette. Oltre a rappresentare una sfida per l’intera società, la crisi demografica delinea uno scenario altrettanto complesso per la scuola, che già deve far fronte a diversi problemi…

Hai visto la novità?

X