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Il 9 agosto si celebra la Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni

Le popolazioni definite “indigene” sono in tutto il mondo circa cinquemila e si trovano in circa novanta paesi del mondo. In nome delle loro storie di oppressione e discriminazione, il 9 agosto è stata indetta Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni, come omaggio alla loro resilienza, come ricordo delle dure prevaricazioni che hanno subito e speranza in un futuro migliore.

Maggiori riconoscimenti e diritti

Cosa significa un futuro migliore per i Popoli Indigeni? Innanzitutto, fare in modo che siano i padroni dei processi decisionali che riguardano l’uso dei territori in cui vivono. Troppe aree naturali sono state sacrificate dal capitalismo, dagli interessi delle aziende: a farne le spese sono state le popolazioni che ne risiedono. Pensiamo all’esempio degli Indios dell’Amazzonia o gli indigeni dell’Ecuador, i cui diritti sullo sfruttamento del terreno sono stati elargiti dai governi alle multinazionali del petrolio e non solo. La deforestazione, quindi, praticata per lasciare spazio alle monocolture per la produzione di biocombustibili senza nessuna autorizzazione o consultazione degli abitanti di quei luoghi, sta spogliando questi Popoli delle proprie risorse e tradizioni. L’America Latina, purtroppo, a oggi è la regione più colpita dalla violenza anti-indigena.

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Il libro di testo è lo strumento didattico ancora oggi più utilizzato mediante il quale gli studenti realizzano il loro percorso di conoscenza e di apprendimento.

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Il libro racconta la coinvolgente avventura di un gruppo di esploratori che si inoltrano in una Terra sconosciuta abitata da indigeni, uomini-scimmia e… dinosauri! Dinosauri? Ma non erano scomparsi milioni di anni fa? Questo è quello che tutti gli studiosi e i professori universitari credono, ma… le cose non stanno così e i nostri eroici esploratori alla fine riusciranno a dimostrarlo al mondo. (Per classe seconda/terza primaria)

I Popoli Indigeni, vittime dei cambiamenti climatici e della pandemia

Alcuni tra i Popoli Indigeni nel mondo stanno soffrendo in modo particolare la minaccia incombente dei cambiamenti climatici. Prendiamo come esempio il Popolo Sami: è una popolazione indigena di circa 75000 individui, che risiede in un’area compresa tra il nord della Finlandia e il nord della Norvegia. Negli ultimi decenni, la diminuzione graduale di neve e ghiaccio sta mettendo a repentaglio la loro economia basata sul pascolo delle renne. I Popoli Indigeni che da migliaia di anni vivono sulle isole dell’Oceano Pacifico sono vittime dell’innalzamento dei livelli del mare, che sta mettendo a repentaglio i territori in cui vivono. Anche l’emergenza Covid-19 ha contribuito a inasprire l’emarginazione di questi Popoli: le consultazioni e le valutazioni sull’impatto ambientale sono state improvvisamente sospese, lasciando il campo libero a sfruttamenti e megaprogetti sui loro territori.

Una giornata per riconoscere l’enorme valore culturale dei Popoli Indigeni

I Popoli Indigeni rappresentano la conservazione della cultura e della storia del mondo: ci basti pensare che sono le uniche popolazioni che stanno resistendo all’enorme appiattimento culturale che la globalizzazione ha portato. Le loro lingue, la loro arte e le loro tradizioni sono un tesoro prezioso che va necessariamente protetto e preservato. ​“Invitiamo tutte le persone a combattere in ogni luogo insieme ai popoli indigeni come se stessero combattendo per i propri figli. Perché quando si combatte insieme a popolazioni indigene, non è solo per solidarietà. È come se lottassi per la tua famiglia, per i tuoi figli, per i tuoi nipoti, perché le popolazioni indigene proteggono anche la tua biodiversità.” (Célia Xakriabá, leader indigena)

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