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La lettera del preside ai suoi alunni di scuola primaria che hanno richiesto pochi compiti per Pasqua: “Cum grano salis”

Per gli alunni della scuola primaria l’arrivo delle vacanze di Pasqua vuol dire potersi svegliare un po’ più tardi, non dover andare a scuola e giocare più a lungo con i propri amici. Allo stesso tempo, però, vuol dire doversi dedicare ai compiti per le vacanze lasciati dagli insegnanti, che li controlleranno al ritorno a scuola. Per questa ragione, in una scuola primaria gli alunni di due classi hanno scritto al preside chiedendo di lasciare pochi compiti per le vacanze, almeno a Pasqua. Vediamo com’è andata.

pochi compiti per le vacanze

Siamo a Melissano, in provincia di Lecce, e gli alunni delle classi 4A e 4B della scuola primaria Don Quintino Sicuro hanno appena inviato una lettera con gli auguri di Pasqua al dirigente scolastico. Tutto normale, se non fosse che in fondo alla email c’è anche un curioso post scriptum che recita:

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Possibilmente, desidereremmo che comunicasse Lei alle nostre insegnanti pochi compiti da assegnare per poter partecipare ai riti Pasquali e trascorrere una serena vacanza.

Traduzione: per trascorrere una serena vacanza è proprio necessario doverci preoccupare anche dei compiti da fare a casa? La lettera è stata inviata via web al preside, ma è stata scritta dagli alunni delle due classi quarte insieme alle loro insegnanti. Si tratta quindi di un modo innocente per sensibilizzare il preside sulla necessità di impegnarsi… il giusto. Anche in vacanza.

La risposta del preside

Come riporta LeccePrima link esterno, la risposta del preside della scuola primaria non si è fatta attendere. Inizialmente ha scherzato sull’accaduto, confessando che mai nulla del genere gli era capitato e riconoscendo che le vacanze sono vacanze per tutti. Il dirigente ha voluto anche premiare lo spirito e il coraggio dei suoi alunni, affrontando la questione da un punto di vista più serio, ma non troppo:

Considerato che è meglio scongiurare l’ira delle maestre e dei professori nell’ordinare loro di NON assegnare compiti per le vacanze (che Dio ci liberi…); considerato che le richieste degli alunni e delle alunne delle classi 4A e 4B della scuola primaria di Melissano sono condivise da tutti gli alunni dell’Istituto e non solo da loro (l’elenco è lungo… lasciamo perdere); considerato che è comunque educativo mantenere allenata la mente nei periodi di vacanza nell’effettuare i compiti assegnati e che è altamente diseducativo non fare nulla; visti i poteri del dirigente scolastico in termini di direzione e coordinamento conferiti dallo Stato Italiano, ordina e dispone che in tutte le classi delle scuole primarie e secondarie dell’Istituto vengano assegnati i compiti delle vacanze secondo la seguente modalità: cum grano salis (con oculatezza, senza esagerare). Va bene così?

Fare i compiti per le vacanze fa bene?

La risposta del Professor Reho, preside della scuola primaria protagonista di questa storia, sintetizza bene perché fare i compiti per le vacanze fa bene. E anche perché non bisogna esagerare nell’assegnarli. Svolgere i compiti anche durante i giorni di vacanza, infatti, permette di mantenere una sorta di continuità didattica e allenare la propria mente. Allo stesso tempo, farne troppi però finirebbe per interferire con i giorni o le settimane di dovuto relax, che ugualmente fanno bene ai bambini e ai ragazzi.

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Oggi gli studenti italiani sono fra i più oberati dai compiti per le vacanze link esterno, secondi soltanto agli studenti russi e lontanissimi dagli studenti finlandesi. Nonostante ciò, la risposta del preside rimane forse la più equilibrata. Non avrebbe senso riempire alunni e studenti di tanti compiti scolastici e lasciare troppo poco tempo al relax o alle attività sociali, importanti allo stesso modo. Allo stesso tempo, tenersi impegnati con un po’ di scuola, durante le vacanze estive o le vacanze di Pasqua, non fa male. A patto che l’impegno sia… cum grano salis, senza esagerare.

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