Ogni settembre, in ogni angolo d’Italia, la scuola primaria riapre le sue porte. È il momento in cui i bambini affrontano uno dei passaggi più significativi della loro vita: il primo giorno di scuola “dei grandi”. Zaini nuovi, grembiuli stirati, occhi che brillano di curiosità e un pizzico di paura. A fare da ponte tra emozione e serenità ci sono sempre loro: gli insegnanti. Da settimane preparano cartelloni, canti, piccoli riti di accoglienza che aiutano a trasformare l’ansia in entusiasmo.
Questa tradizione appartiene a tutte i docenti, da Nord a Sud, e rappresenta una delle caratteristiche più belle e condivise del nostro sistema scolastico: l’accoglienza non è un optional, ma un impegno che ciascuna docente sente come parte integrante della propria professione educativa.
Quest’anno, accanto a questo impegno collettivo, si è registrato un entusiasmo speciale attorno a un nuovo sussidiario: Pepper e La Scuola nel Parco, edito da Cetem del Gruppo Editoriale ELi e pensato per accompagnare i bambini nei primi tre anni di scuola primaria.
Ma non è solo il testo scolastico in sé ad aver generato curiosità e partecipazione. È soprattutto la comunità che si è formata attorno a esso. Su Facebook è nato infatti “IL GRUPPO PEPPER” , che in pochi mesi è diventato un punto di riferimento per migliaia di insegnanti. Un luogo virtuale dove scambiarsi idee, chiedere consigli, raccontare esperienze e, non ultimo, mostrare i preparativi dell’accoglienza.
Nelle settimane che hanno preceduto il rientro in classe, il gruppo si è animato di foto, suggerimenti, domande pratiche. Una maestra condivide un cartellone colorato; un’altra racconta il percorso di giochi pensato per i suoi alunni; qualcuna chiede un consiglio su come introdurre le prime attività didattiche. E in risposta, decine di colleghe intervengono, commentano, arricchiscono l’idea.
A rendere il gruppo ancora più prezioso è la presenza attiva delle autrici di Pepper e La Scuola nel Parco, che non solo osservano ma intervengono, rispondono, incoraggiano. Questo filo diretto tra chi scrive i libri e chi li usa in classe è raro e ha contribuito a far percepire il progetto non come un prodotto “calato dall’alto”, ma come qualcosa di vivo, costruito insieme.
Va sottolineato: l’accoglienza non è certo una prerogativa di chi ha adottato Pepper. Le insegnanti italiane da sempre sanno inventare rituali e attività straordinarie per rendere speciale il primo giorno di scuola. Ma quello che emerge con forza da questo fenomeno è il valore aggiunto della condivisione.
Chi ha scelto Pepper ha trovato nel gruppo un luogo dove non sentirsi sole, dove partire insieme con la carica giusta, dove trasformare i preparativi individuali in una festa collettiva. E questo entusiasmo, inevitabilmente, si riflette anche in classe, sugli sguardi e sui sorrisi dei bambini.
Anche due delle autrici di Pepper e La Scuola nel Parco, Emilia Sansonetti e Simona Restauri, hanno voluto sottolineare il valore dell’accoglienza, che per loro «non è solo un momento di inizio, ma il primo passo per costruire un anno scolastico sereno, in cui ogni bambino e ogni bambina possano sentirsi a casa, accolti e riconosciuti».
È in quei primi giorni che, spiegano, «si gettano le basi della fiducia, della curiosità e della gioia di stare insieme». Un momento prezioso, che diventa ancora più efficace se accompagnato da strumenti capaci di parlare ai bambini con il linguaggio giusto.
«Pepper, con la sua tenerezza e il suo spirito di avventura – raccontano – ci ha aiutato a parlare la lingua della meraviglia e della gentilezza: due chiavi preziose per aprire le porte della scuola al cuore dei bambini».
Un entusiasmo che si è riflesso anche nel gruppo Facebook, dove gli insegnanti hanno condiviso preparativi e idee. «È bellissimo vedere – concludono – come attraverso i lavori delle maestre e le idee condivise nel gruppo, Pepper sia diventato un compagno speciale, capace di unire tante classi in tutta Italia in un’unica grande comunità».
La forza di un gruppo social
Parlare di “Pepper-mania” non significa descrivere una moda passeggera. Significa riconoscere come la scuola, anche attraverso strumenti editoriali, possa diventare terreno fertile per nuove forme di comunità professionale. In un momento in cui le classi sono sempre più complesse e il mestiere dell’insegnante si fa ogni anno più impegnativo, avere uno spazio di confronto continuo rappresenta un sostegno concreto e prezioso.
Il gruppo di Pepper ha dimostrato che la condivisione non solo facilita il lavoro quotidiano, ma rafforza la motivazione, crea appartenenza, stimola la creatività. In altre parole: aiuta a fare meglio scuola.
E così, mentre i bambini muovono i primi passi tra i banchi, le insegnanti si muovono con loro, sostenute da un entusiasmo che ha trovato nuove radici. Pepper non sarà di certo l’unico strumento che si usa in classe, ma è riuscito a generare qualcosa che va oltre il libro: un senso di rete, un’energia collettiva.
In fondo, è questa la lezione più importante: la scuola funziona quando non resta chiusa nelle aule, ma diventa scambio, collaborazione, comunità. E se un sussidiario riesce a innescare questo processo, significa che c’è una voglia diffusa di credere ancora nella forza della condivisione.












