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STORIA

Insegnamento della storia nella scuola primaria, ecco i migliori metodi didattici

Esistono fondamentalmente due metodi per insegnare, e dunque imparare, la storia: il metodo tematico, cioè la presentazione di un tema, per esempio la necessità di procurarsi cibo oppure la scrittura, cercando di capire come si è sviluppato nel tempo, in una civiltà o in una popolazione ed il metodo cronologico, cioè la presentazione di fatti in successione, seguendo una sequenza lineare e ordinata, concatenando gli avvenimenti in una prospettiva di causa-conseguenza.

IL METODO TEMATICO

Il metodo tematico privilegia l’apprendimento attraverso l’osservazione delle fonti o la ricostruzione iconica di aspetti di civiltà, di avvenimenti significativi. Possiamo dire che è il “metodo dell’investigatore”. È deduttivo: è come un giallo in cui si risale ai fatti e alla loro narrazione attraverso l’esame degli indizi. È il più adatto ai bambini della Scuola Primaria perché evocativo, permette la narrazione e il coinvolgimento emotivo.

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Le Prove Nazionali INVALSI 2024 si svolgeranno da marzo a maggio. L’arco temporale e le date di somministrazione variano in base al grado scolastico e alle materie.

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È il metodo hands-on che consente di “toccare con mano”; è un approccio che consente altresì di “fare”, di costruire il proprio sapere. Non è astratto e permette di andare oltre la visione della storia intesa come una sequenza di date, guerre, re, eroi.

Il metodo tematico, però, ha un difetto: non consente di “coprire” lunghi periodi, come invece avviene con l’approccio cronologico. Risulta più difficile l’utilizzo della “linea del tempo” per collocare in ordine diacronico gli avvenimenti e lo sviluppo degli aspetti antropologici e culturali (cioè seguendo il loro susseguirsi nel tempo).

Indicazioni Nazionali

“È necessario sottolineare l’importanza, a partire dalla Scuola Primaria, dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianeta: la trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, i molti passaggi dello sviluppo tecnico, la divisione del lavoro e la differenziazione sociale, le migrazioni e la conquista dei territori, il conflitto interno e quello esterno alle comunità, la custodia e la trasmissione del sapere, i codici e i mezzi della comunicazione, la nascita e lo sviluppo delle credenze e della ritualità, il sorgere e l’evoluzione del sentimento religioso e delle norme, la costruzione delle diverse forme di governo”.

IL METODO CRONOLOGICO

Il metodo cronologico è quello tipico, adottato anche in altre discipline: la letteratura e la filosofia, per esempio, sono spesso intese come lo studio della “storia della letteratura”, della “storia della filosofia”. Questo metodo offre un ampio ventaglio di conoscenze, ma rende più difficoltoso il raggiungimento delle competenze, ovvero come utilizzare le nozioni apprese per leggere la realtà, per farne tesoro nella vita personale.

Con il metodo cronologico è possibile far percepire il flusso degli avvenimenti; è più facile spiegarli, se sono “messi in fila” in una successione ordinata, ed è più facile far rilevare i nessi di causalità. Relegare l’insegnamento della storia a una catena di fatti è, però, poco appassionante per i bambini, poiché essi avranno l’impressione che studiare la storia significhi studiare nomi e date. Inoltre, le causalità che mettono in relazione gli avvenimenti sono spesso troppo complesse perché possano essere comprese in modo corretto da bambini della Scuola Primaria.

Questo non vuol dire che debba essere escluso lo studio dei fatti, ma occorre che questi siano sempre inseriti in un quadro più “narrativo”. In più, con il metodo cronologico è difficile cogliere analogie tra periodi storici diversi, comparare cultura, tecnologia, aspetti antropologici in società differenti. Gli argomenti trattati a inizio anno difficilmente saranno spontaneamente messi in relazione con un argomento trattato a fine anno. Risulta difficile anche comparare e concatenare fatti avvenuti in luoghi geograficamente diversi e lontani tra loro.

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QUAL È IL METODO DA PRIVILEGIARE

Premesso che la contrapposizione tra i due metodi non deve risultare una guerra culturale, la cosa migliore è la “combinazione tra i due metodi”. Per quanto riguarda i contenuti che verranno presentati negli ultimi due anni della Scuola Primaria è bene sottolineare i temi e gli aspetti trasversali alle diverse civiltà. La linea del tempo sarà assolutamente importante per aiutare gli allievi a collocare gli avvenimenti e i progressi culturali e sociali, ma occorre ricordare sempre che i periodi storici affrontati sono “molto distanti” dal nostro tempo e non bisogna sorprendersi se una spiegazione che inizia con “Nel 670 a.C.” suonerà alle orecchie degli alunni come il più classico dei “C’era una volta…”.

Indicazioni Nazionali

“La storia generale nella Scuola Primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico-sociali senza tralasciare i fatti storici fondamentali”.

Insegnare storia tra laboratorio, narrazione e drammatizzazione

La storia di popolazioni e avvenimenti lontanissimi può essere costruita in una sorta di laboratorio scolastico. Per farlo, occorre sollecitare la capacità deduttiva, evocativa e rappresentativa degli alunni.

IL LABORATORIO

Lo studio della storia si fa laboratorio: la storia si collega a un ambiente, alla struttura di una società, agli aspetti culturali e antropologici. La “scoperta” delle fonti storiche, in questo approccio, costituisce il nucleo dell’insegnamento, perché la Storia viene vista non come un insieme di conoscenze, ma come l’esplorazione di una serie di oggetti e documenti che sopravvivono al passato, che ci permettono di indagarlo, di conoscerlo. Raggiunto quest’ultimo obiettivo si può passare a dare un ordine cronologico.

LA NARRAZIONE E LA DRAMMATIZZAZIONE

Molto affascinante per i bambini (e non solo) è la costruzione del racconto storico attraverso la drammatizzazione. Caratterizzare la presentazione delle diverse popolazioni puntando sulle loro particolarità o specificità serve quasi a “personalizzare” un popolo, a dargli una connotazione “umana”, cioè a farlo percepire e avvertire come un insieme di uomini, donne, bambini che hanno vissuto come noi, ma in un ambiente diverso e con mezzi diversi a disposizione.

IL LIBRO DI TESTO

Con questa metodologia di lavoro il libro di testo diventa l’approdo finale, che serve per mettere a fuoco le considerazioni, le intuizioni, le riflessioni sorte e affiorate grazie a un approccio laboratoriale. Proprio rispettando questi principi, nel sussidiario Nuovi Traguardi Discipline Storia, di cui siamo autrici, si è scelto di proporre i diversi argomenti in forma narrativa, senza l’elencazione delle date in cui gli avvenimenti sono accaduti.

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Per ricostruire la cronologia dei fatti è sempre presente la linea del tempo, che può servire come “bussola” orientativa per una giusta collocazione dei fatti presentati in successione temporale. La parte fattuale e quella antropologica sono distinte, proprio per permettere di collegare e confrontare tra loro gli aspetti culturali, sociali, religiosi e artistici delle diverse civiltà. Questo modello di trattazione consente di cominciare ad affrontare in maniera graduale la visione storica di causalità tra i diversi avvenimenti storici.

DA DOVE PARTIRE

I due macro-capitoli (Vivere lungo i fiumi, Vivere sul mare) si aprono con pagine introduttive che riguardano prevalentemente l’aspetto antropologico e servono per far conoscere gli aspetti comuni delle civiltà che in quei contesti storico-geografici hanno avuto origine e si sono sviluppate.

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COME PROCEDERE

Per capire l’evoluzione storica di un argomento è fondamentale procedere a
grandi linee in questo modo:

  1. descrivere una situazione iniziale, prima, cioè, che si siano innescate le trasformazioni o eventi particolarmente significativi come una migrazione o una guerra o un significativo cambiamento socio-politico;
  2. mostrare riproduzioni di fonti e cercare di far rilevare indicazioni utili che aiutino a ricostruire un aspetto di carattere antropologico o un fatto storico;
  3. attraverso domande o suggerimenti mirati portare gli alunni a organizzare le loro ”conquiste”, per spiegare quali possano essere stati i cambiamenti in quel contesto geostorico;
  4. solo dopo questo lavoro deduttivo, passare a esplicitare chiaramente i fatti, a collocarli in un periodo, organizzandoli per comodità sulla linea del tempo;
  5. a conclusione, proporre un confronto e una riflessione tra la situazione iniziale e quella finale, dopo il susseguirsi di cambiamenti di carattere antropologico, storico, sociale e politico che si sono analizzati.

Questo modo di procedere consentirà di raggiungere traguardi di competenza, traguardi che non parlano solo di fatti da conoscere, ma di processi da padroneggiare.

LA COSTRUZIONE DELLE COMPETENZE

Il metodo cronologico favorisce l’acquisizione di una grande quantità di nozioni e conoscenze, ma non è “economico” per l’acquisizione di competenze. Costruirsi competenze storiche partendo esclusivamente dalle conoscenze non è impossibile – in fondo è la strada che è stata percorsa fino a qualche decennio fa – ma è molto più faticoso e richiede tempo. Con modelli didattici più coinvolgenti, gli alunni costruiscono il loro sapere scoprendo e lavorando “come storici”.

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