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GESTIONE DELLA CLASSE

La scuola corre ai ripari: voto in condotta dalla secondaria di primo grado, per i maturandi inciderà sul voto finale e lavori utili per i sospesi

Stretta sul comportamento degli studenti da parte del ministro Valditara. Gli episodi di violenza che nei mesi scorsi hanno coinvolto docenti e studenti e il buon voto di condotta attribuito ai ragazzi dell’istituto Marchesini di Rovigo, che hanno “impallinato” la prof durante la lezione, hanno convinto il ministro dell’Istruzione e del merito a intervenire.

Gli studenti di Rovigo, dopo avere fatto il tiro al bersaglio con la professoressa, sparandole con una pistola ad aria compressa per fortuna, “semplici” pallini di gomma, in prima battuta erano stati valutati con 9 e 8 in condotta dai docenti del consiglio di classe, corretto poi a 7 e 6, solo perché l’episodio si è verificato a ottobre: nel primo quadrimestre. Ma in futuro, attraverso l’adozione di regole più stringenti, le cose cambieranno.

Questa mattina Giuseppe Valditara ha spiegato le novità che dovrebbero in vigore a partire dal prossimo anno scolastico. Tre per la precisione, che l’inquilino di viale Trastevere chiama “direttrici”.

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LE TRE NUOVE DIRETTRICI

La prima, dopo avere precisato che il voto di condotta si riferisce al comportamento all’intero anno scolastico, e non solo al secondo quadrimestre, reintroduce il voto di condotta alla scuola media e lo stesso al superiore peserà anche sui crediti per l’ammissione agli esami di maturità. Il riferimento all’episodio accaduto al Marchesini è chiaro: il 9 in condotta assegnato agli studenti che hanno colpito la prof, filmato la stessa e divulgato in rete il tutto, erano stati “perdonati” perché il fattaccio era avvenuto nel corso del primo quadrimestre ed era come andato in prescrizione, secondo la consuetudine scolastica. Dal prossimo anno invece il voto di condotta rispecchierà il comportamento tenuto dall’alunno durante l’intero anno scolastico.

E come se non bastasse, gli insegnanti potranno anche attribuire 5 in condotta, da cui deriva la bocciatura, non solo a seguito di veri e propri reati o gravi atti di violenza, ma anche “a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto”. E per coloro che beccheranno 6 in condotta scatterà la rimandatura a settembre in Educazione civica.

La seconda direttrice riguarda le sospensioni dalle lezioni. In futuro i docenti non potranno più sospendere dalla lezioni uno studente o una studentessa lasciandolo a casa senza fare nulla. Perché, spiega lo stesso Valditara, “si ritiene che la misura della sospensione, intesa come semplice allontanamento dalla scuola, sia del tutto inefficace e, anzi, possa generare conseguenze negative sullo studente”. Di conseguenza, le sospensioni fino a due giorni si tradurranno in un maggiore impegno scolastico. Il malcapitato verrà “coinvolto in attività scolastiche di riflessione e di approfondimento” sui temi legati ai comportamenti che hanno fatto scattare la sanzione. E alla fine, lo studente dovrà produrre “un elaborato critico su quanto è stato appreso, che sarà oggetto di opportuna valutazione da parte del consiglio di classe”. Per le sospensioni superiori ai due giorni, lo studente verrà impegnato presso strutture convenzionate: i cosiddetti servizi sociali, che il ministero chiama attività di “cittadinanza solidale”.

La terza direttrice prevede che le attività di cittadinanza solidale per le sanzioni superiori ai 2 giorni potranno durare anche più del periodo della sanzione stessa. In pratica, la sospensione viene commisurata alla gravità dell’infrazione al regolamento d’istituto, mentre la durata dei servizi sociali prestati potrà anche essere superiore. E quindi potrà essere prolungata anche dopo il rientro in classe dello studente o della studentessa. Ecco perché. “Al fine di stimolare ulteriormente e verificare l’effettiva maturazione e responsabilizzazione del giovane rispetto all’accaduto”.

Le novità in arrivo saranno contenute in un provvedimento di modifica della norma vigente in materia: il D.P.R 22 giugno 2009 n.122, relativo alla valutazione degli apprendimenti e del comportamento, e lo Statuto delle studentesse e degli studenti, che risale al lontano 1988. E dopo la revisione normativa, le scuole nell’ambito della propria autonomia dovranno aggiornare i propri regolamenti interni alle nuove regole.

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