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APPRENDIMENTO

Lo sviluppo intellettivo del bambino nella scuola primaria

I bambini che frequentano la Scuola Primaria sono in una fase molto delicata della loro crescita sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista intellettivo. Se per raggiungere un corretto sviluppo fisico sono necessari un’adeguata alimentazione e validi stimoli ambientali, allo stesso modo anche la crescita intellettiva ha bisogno di stimoli adatti e diversificati.

Gli adulti (genitori e insegnanti) individuano con sufficiente facilità un ritardo nello sviluppo fisico del bambino, ma talvolta sottovalutano la necessità di un’opportuna stimolazione delle attività mentali e intellettive. In questa fase della crescita i bambini sperimentano e sviluppano molte delle loro abilità e conoscenze che formeranno la base delle future strategie di apprendimento.

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È attraverso il gioco che i bambini imparano: pertanto è importante proporre loro giochi logici che facciano acquisire strategie per costruire un apprendimento significativo. Le abilità mentali che vanno conseguite sono quelle di saper osservare, descrivere, rappresentare, interpretare, simulare, modellizzare, fare collegamenti. È necessario che gli adulti stimolino il bambino a osservare per cogliere le analogie e le differenze, porre in relazione, manipolare oggetti fisicamente, ma anche concettualmente per generalizzare, costruire collegamenti, imparare ad astrarre. Il bambino deve imparare ad osservare la realtà per agire su di essa. È modificando la realtà che si sviluppano capacità progettuali e si costruiscono conoscenze.

PERCHÉ UN PERCORSO DI LOGICA?

L’acquisizione della capacità di pensare con logica non è l’acquisizione di un insieme di conoscenze o contenuti specifici di una disciplina. Pertanto la logica non va intesa come un fine da raggiungere, ma come un mezzo, come acquisizione di una capacità che potrà e dovrà essere utilizzata trasversalmente in tutte le discipline. La logica è una capacità che fonda la conoscenza: è fondamentale in ogni disciplina e permette non solo di apprendere, ma anche di manifestare e applicare le proprie conoscenze esportandole in ambiti diversi.

Attraverso la logica, le conoscenze possono assumere un valore di regola e trasformarsi in competenze. Un bambino capace di osservare sarà anche in grado di rilevare analogie e differenze in quanto osserva e di giungere a comprendere la regola generale che sottende a un fenomeno. La logica, quindi, consente di trasformare le conoscenze in competenze e di consolidare le abilità.

Uno dei maggiori psicologi contemporanei, Max Wertheimer, esamina il processo attraverso cui il pensiero riesce ad affrontare i problemi e a trovare delle soluzioni. Egli afferma che il pensiero produttivo non procede per prove ed errori, ma escogita altre soluzioni: prende in considerazione i dati a disposizione, li esamina, li confronta, li mette in relazione e con essi scopre le soluzioni al problema. È questa strutturazione del pensiero che va favorita nella Scuola Primaria attraverso giochi logici di vario tipo.

PERCHÉ LA LOGICA LINGUISTICA

La capacità di trovare convergenze e divergenze per affrontare in modo diverso uno stesso apprendimento è analoga in tutti gli ambiti della conoscenza, ma, poiché i contenuti delle discipline sono differenti, divergono le modalità di applicazione. Il ragionamento deduttivo segue un procedimento preciso; si applica nello stesso modo sia in italiano sia in matematica, ma differisce il contenuto; per cui, apparentemente, può apparire diverso.

Ad esempio, nella Scuola Primaria si opera sul particolare (grafemi, fonemi, numeri) per giungere alla comprensione e all’utilizzazione del simbolo (sia esso una lettera o una cifra) per costruire un’entità più grande e articolata: le parole e i numeri. Le modalità dei percorsi seguiti sono simili, ma diversi sono i contenuti. Per riuscire a mettere ordine nelle conoscenze occorre essere padroni del codice che sottende alla disciplina stessa. Perciò i giochi linguistici e logici proposti nel nostro ultimo sussidiario per il primo ciclo Il Grillo e La Luna portano, gradatamente, il bambino a riflettere sullo strumento “lingua”, per coglierne gli usi e i significati. I giochi hanno come obiettivo ultimo quello di far acquisire al bambino una competenza nella lingua italiana.

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IL GRILLO E LA LUNA

Scopri il nuovo sussidiario del primo ciclo della scuola primaria del Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Didattica

Questa sezione si propone di stimolare il naturale gusto a cercare, leggere, trovare informazioni, raccoglierle, classificarle e strutturarle, per comprendere il codice linguistico che le permea. Il possesso sicuro del codice linguistico porta il bambino a organizzare meglio il proprio pensiero e lo mette in grado di capire la struttura della parola, della frase, della narrazione. La lingua, infatti, se pure si apprende naturalmente, è il risultato di un complesso insieme di operazioni mentali, attraverso cui il bambino si impadronisce dello “strumento lingua”, imparando a utilizzare con consapevolezza le regole che la articolano.

Nella Scuola Primaria l’obiettivo fondamentale del programma di lingua italiana è quello di impadronirsi dapprima delle strutture della lingua e poi, quando queste sono consapevolmente acquisite, della struttura del testo. Le modalità con cui questo processo avviene possono essere meramente meccaniche oppure legate a una capacità di elaborazione del pensiero che consente di acquisire contemporaneamente una metodologia di apprendimento spendibile in ambiti diversi.

PERCHÉ LA LOGICA MATEMATICA

La matematica, almeno apparentemente, è la disciplina che più di altre dovrebbe sviluppare l’acquisizione di capacità logiche. Purtroppo non sempre ciò accade. Gli insegnanti hanno spesso constatato come i libri quasi sempre propongano ai bambini problemi matematici formulati in modi molto simili tra loro: il bambino riesce così a risolvere i problemi solo quando la richiesta è conforme ai classici schemi cui è abituato, ma non è in grado realmente di decodificare il testo di un problema.

LEGGI ANCHE: La matematica in prima: allontaniamo la noia, apriamo la porta alla gioia

Per questo motivo tutte le situazioni problematiche poste in questa sezione partono da storie che diventano sempre più lunghe e complesse e che inducono il bambino ad ascoltare, ad analizzare la situazione, a ragionare per comprendere i nessi e, se necessario, a trovare la soluzione al problema o comunque il modo più coerente per intervenire nella situazione. La maggior parte degli errori compiuti dai bambini della Scuola Primaria in matematica nasce da operazioni effettuate in modo meccanico, senza dare significato a ciò che si sta facendo.

È dunque importante far nascere e strutturare nel bambino processi mentali che lo abituino a ricavare da solo la soluzione e a ricercare le strategie più adatte. L’acquisizione di una competenza matematica parte anche da conoscenze necessarie (gli algoritmi delle operazioni, la conoscenza delle tabelline ecc.), ma si fonda soprattutto sull‘acquisizione di procedure riutilizzabili in contesti differenti. Perciò in questa sezione il contesto, pur essendo inserito in un mondo magico, non è mai artificioso.

Il bambino viene coinvolto nelle storie di cui deve diventare protagonista egli stesso. Il ruolo attivo, la creazione di momenti coinvolgenti che assecondano la naturale curiosità del bambino portano gli alunni a “fare” matematica, non solo a impararla. Se i bambini si accostano alla matematica comprendendo che essa non è un corpo di conoscenze già predisposto, ma un modo di interpretare la realtà, costruiranno autonomamente la propria conoscenza, che rimarrà un patrimonio solido e duraturo.

Se i giochi proposti sono situazioni problematiche ricche di contenuti e aperte all’indagine, allora ogni risposta porterà a una nuova scoperta; se il bambino “fa” matematica essendo coinvolto in prima persona – come questo libro propone –, si mette in gioco, prova a trovare strategie, diventa disponibile ad assumere un ruolo attivo e soprattutto… ricorda quanto ha imparato.

I giochi logici sono perciò una grande opportunità per dare significato ai concetti matematici, sia per il metodo di lavoro che fa recuperare un rapporto “sano” con la matematica, spesso materia non molto amata dai bambini, sia perché perseguono l’acquisizioni di abilità indispensabili per stabilizzare ed esportare la conoscenza.

LE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO

Poiché l’educazione logica non può essere oggetto di un insegnamento a sé stante, ma deve permeare tutto l’insegnamento, nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo i riferimenti all’acquisizione di un pensiero logico sono contenuti trasversalmente nelle indicazioni di tutte le discipline. Riportiamo perciò solo alcuni brani che possono meglio rendere evidente l’attenzione data al tema che stiamo trattando.

“La Scuola Primaria… si pone come scuola formativa che, attraverso gli alfabeti delle discipline, permette di esercitare differenti potenziali di pensiero, ponendo così le premesse per lo sviluppo del pensiero riflessivo e critico”.

In particolare, nel capitolo dedicato a “comunicazione, lingua, cultura”, le Indicazioni riportano, sin dalla Scuola dell’Infanzia, questi consigli: “La lingua diventa via via uno strumento con il quale giocare ed esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati; sul quale riflettere per comprenderne il funzionamento, attraverso il quale raccontare e dialogare, pensare logicamente, approfondire le conoscenze…”.

Nel capitolo dedicato all’area matematico-scientifico-tecnologica le Indicazioni così si esprimono: “si tratta di discipline che studiano e propongono modi di pensare, artefatti, esperienze, linguaggi, modi di agire che oggi incidono profondamente su tutte le dimensioni della vita quotidiana, individuale e collettiva”.

E poi ancora: “Di estrema importanza è lo sviluppo di una atteggiamento corretto verso la matematica, inteso come una adeguata visione della disciplina, non ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma riconosciuta e apprezzata come contesto per affrontare e porsi problemi significativi e per esplorare e percepire affascinanti relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo”. Ed è proprio a questo che tende lo sviluppo del pensiero logico che viene perseguito nel nostro ultimo sussidiario Il Grillo e La Luna.

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IL GRILLO E LA LUNA

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LE METODOLOGIA

Questa sezione nel Grillo e La Luna è costituita da due parti: una dedicata alla logica linguistica e una alla logica matematica, entrambi strutturate su diversi livelli di difficoltà.

Le unità didattiche presentate hanno come spunto di riflessione contesti diversi e proposte di lavoro differenti. Le unità hanno un simile livello di difficoltà, ma obiettivi differenti e sono articolati con attività graduate. All’inizio di ogni serie di tre unità l’insegnante troverà alcune indicazioni metodologiche per realizzare meglio il lavoro proposto. In tutti i casi i concetti logici sono introdotti gradualmente attraverso giochi che tengono conto sia delle conoscenze pregresse dei bambini sia della realtà in cui vivono, ma che stimolano anche il mondo della fantasia, che è parte integrante della realtà dei bambini in età scolare.

Gli esercizi sono sempre preceduti da una storia e da una spiegazione che ambientano l’esercizio per indurre al bambino a viverlo come “situazione” e non come un’esercitazione. Gli esercizi non sono accompagnati da una consegna precisa, perché il bambino deve imparare ad attivare capacità interpretative più che di semplice comprensione: il bambino deve esser invitato a osservare la situazione del protagonista e svolgere le sue stesse azioni, a entrare nella situazione rappresentata.

La mancanza di una consegna di lavoro precisa invita il bambino ad attivare maggiormente le sue capacità di decodificazione della realtà, comprensione del problema e scelta della risposta. Nel caso che qualche bambino dovesse presentare difficoltà nell’individuare il compito da svolgere, l’insegnante lo inviterà ad osservare e leggere con maggiore attenzione e porrà delle domande stimolo atte a fare comprendere al bambino la consegna. È bene che l’insegnante abbia un ruolo “discreto” di aiuto e di stimolo, indirizzando il bambino verso la comprensione del problema.

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