Dal prossimo anno scolastico, anche gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dovranno lasciare lo smartphone nello zaino. Come già annunciato in TV, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha infatti firmato la circolare che vieta l’uso del telefono anche nel secondo ciclo. Anche per scopi didattici.
La stretta è giustificata, sostiene Giuseppe Valditara, dalla necessità di tutelare l’apprendimento e il benessere degli studenti. Ma, nonostante le molte voci a favore del provvedimento, non sono pochi i critici della misura. Vediamo di cosa si tratta, e quali cambiamenti la nuova circolare comporta per la scuola.
la circolare
Dopo aver vietato l’uso dello smartphone alle elementari e alle medie, Giuseppe Valditara tiene fede alle promesse e firma una nuova circolare . Dal prossimo settembre scatterà il divieto di usare il telefono nelle secondarie di secondo grado durante le lezioni e in generale durante l’orario scolastico, anche se per scopi didattici. Sono previste comunque alcune eccezioni, per cui l’uso dello smartphone sarà ancora consentito per:
- studenti con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento, se previsto nei relativi PEI e PDP;
- istituti tecnici con indirizzi legati all’informatica e alle telecomunicazioni, ma sempre in contesti didattici programmati;
- eventuali motivate necessità personali, che tuttavia verranno valutate caso per caso.
Si tratta di un provvedimento che, pur rappresentando una novità, riprende una vecchia direttiva ministeriale del 2007 che vietava l’uso dei primi cellulari durante le lezioni. Con l’evoluzione della tecnologia, la norma è stata spesso disattesa, e ciascun istituto ha cercato un proprio compromesso. Diverso è il caso della nuova circolare, che invece lascia alle scuole la libertà di stabilire le sanzioni per chi non rispetta il divieto.
Rischi e pericoli dello smartphone a scuola
Per giustificare il divieto dello smartphone alle superiori, la circolare del MIM si rifà a indagini istituzionali e studi scientifici. Da una parte, quindi, il report OCSE From Decline to Revival mostra la correlazione fra l’abuso del cellulare e il calo nei risultati scolastici degli studenti. Dall’altra parte, invece, un report OMS
ha studiato le reazioni dei giovani che abusano dello smartphone, incluse le crisi d’astinenza.
L’obiettivo della circolare, e di Valditara, non è quindi quello di vietare uno strumento tecnologico in un acritico ritorno al passato. Si tratta peraltro di una critica già arrivata in occasione delle nuove indicazioni nazionali che vedono il ritorno del latino alle medie e altri provvedimenti. Sulle finalità del provvedimento, il testo è chiaro:
L’attuazione del divieto generalizzato dell’impiego del telefono cellulare non esaurisce il ruolo che la scuola è chiamata a svolgere per assicurare il benessere psicofisico e la crescita dei nostri studenti. È necessario, infatti, rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone.
Il divieto fra consenso e critiche
La circolare ha raccolto un ampio consenso da più parti, anche al di fuori del dovuto plauso politico da parte della maggioranza di governo. Come abbiamo visto, ci sono diversi report e studi che supportano la lettura data da Valditara all’abuso dello smartphone e alle sue conseguenze. Detto ciò, tuttavia, non tutti sono d’accordo, e per diverse ragioni:
- innanzitutto, ci sono anche studi che non hanno notato alcuna correlazione fra uso del telefono e peggioramento nei risultati scolastici;
- in secondo luogo, è possibile che il divieto tout court inneschi una reazione completamente opposta da parte degli studenti, che vedranno nel provvedimento un tabù da infrangere;
- infine, e qui torna il passaggio appena citato della circolare, è fondamentale insegnare comunque il valore di un uso consapevole della tecnologia.
Insomma, il divieto di usare lo smartphone alla secondaria di secondo grado è un punto d’arrivo per il ministero ma, allo stesso tempo, è un punto di partenza. Sarà necessario capire se le nuove misure saranno in grado di apportare miglioramenti reali alla didattica o se, come temono in molti, si tratta soltanto di provvedimenti ideologici.
Di sicuro, rimane fondamentale trovare un equilibrio in cui la tecnologia sia vista come uno strumento utile all’apprendimento, e non come un ostacolo. O un capro espiatorio di un mondo che cambia.