Parlare di cittadinanza appare oggi molto attuale anche alla luce dei nuovi documenti programmatici per la nostra scuola.
Ma la cittadinanza non è soltanto una questione legislativa o normativa; per le nostre alunne e i nostri alunni è soprattutto una questione affettiva, emotiva, personale e familiare.
Se, quindi, dobbiamo tener conto che è necessario sostenere alunni e alunni nell’acquisizione della “pratica consapevole della cittadinanza”, come insegnanti dobbiamo operare in modo profondo stimolando una motivazione significativa che faccia leva sui bisogni di stima e di appartenenza.
Per Maslow il bisogno di appartenenza rappresenta l’aspirazione di ognuno di noi a essere un elemento della comunità.
Essere cittadini e cittadine è anche questo: riconoscersi all’interno di una comunità, sentire di farne parte condividendo valori, storia, luoghi.
Vediamo come operare concretamente per sviluppare il bisogno di appartenenza attraverso un percorso di storia e di geografia, facendo proprie anche le proposte di un sussidiario, in classi dove, fortunatamente, convivono alunni e alunni che “parlano” luoghi e storie diverse.

Riconoscersi in una storia comune
In classe quarta e quinta, alunne e alunni conoscono le civiltà del passato anche attraverso le costruzioni monumentali che spesso per loro diventano oggetti simbolo delle civiltà studiate.
Viviamo in un Paese che può essere definito a tutti gli effetti un museo a cielo aperto dove tutto parla della storia dei popoli, delle comunità che nell’arco dei secoli si sono succedute.
Anche le parti più periferiche delle nostre città raccontano la storia: basta pensare ai nomi delle piazze e delle vie, ma anche delle stesse scuole. Possiamo, già dalla classe prima, attivare dei micropercorsi di storia locale anche molto semplici o limitati nel tempo. Possiamo far riflettere i nostri alunni e le nostre alunne sul nome della loro scuola o chiedere il nome della via in cui abitano, proponendo di scoprire quale storia sia celata dietro a quel nome, fino a far cogliere come quel personaggio, quell’episodio sia parte della storia culturale, politica, amministrativa del Paese in cui ora vivono.
La loro storia in questo modo si intreccia con la storia del territorio: il loro presente si connette così al passato.
Il monumento come simbolo di appartenenza
Altra possibile proposta può essere quella di approfondire il significato di monumento, termine latino che indica memoria, testimonianza.
In quarta e in quinta, grazie al sussidiario e alle immagini in esso presenti, possiamo individuare uno o più monumenti oppure possiamo proporre di andare alla ricerca di monumenti presenti nel luogo in cui i bambini e le bambine vivono, per approfondirne la storia al fine di riconoscerli come patrimonio da proteggere perché rappresentativi della propria storia.

Il monumento punto di riferimento valoriale
Ma poiché non è facile capire a che cosa serva davvero un monumento, già in classe seconda potremmo proporre un approfondimento su percorsi e punti di riferimento andando a scoprire insieme la funzione di queste costruzioni misteriose che sorgono in alcune aree delle nostre città.
Facciamoli diventare oggetto delle nostre osservazioni, per scoprirne non solo la storia ma per cercare di individuare a quali valori facciano riferimento.
E poi in classe costruiamo il nostro monumento che sia di tutti/e e per tutti/e.
Percorsi come questi aiutano a capire il senso di queste costruzioni, che esprimono i valori di riferimento della comunità che le hanno edificate.
Riconoscersi nel nostro territorio
In classe quarta e quinta gli alunni e le alunne conoscono il territorio italiano da un punto di vista fisico, ma non solo, poiché iniziano a considerare anche gli aspetti demografici, economici e organizzativi.
Il rapporto esser umano/ambiente merita infatti una riflessione più approfondita per poter indagare tutte le questioni che nascono da questo rapporto. Si tratta di questioni ambientali, sociali, politiche ed economiche in cui è bene evidenziare le responsabilità che ognuno/a di noi ha nel compromettere o tutelare l’ambiente in cui viviamo.
Sottolineare, quindi, l’importanza del ruolo attivo di ciascuno/a all’interno della propria comunità, avvia i nostri alunni e le nostre alunne ad assumere comportamenti quotidiani rispettosi dell’ambiente e di chi ci vive, sentendosi parte di un sistema in cui ogni loro gesto, unito a quello di tutti gli altri, assume una valenza fondamentale nella costruzione del senso di appartenenza.
Che cosa c’è intorno a noi
Ricordiamo che in geografia è fondamentale guardarsi intorno per comprendere tutte le sfumature che un territorio presenta.
Invitiamo quindi i nostri alunni e le nostre alunne a osservare dal vivo il paesaggio circostante. Prepariamo un’uscita sul territorio: può essere anche semplice, basta aprire il cancello della scuola e osservare che cosa c’è nei dintorni. Osserviamolo in modo generale, cerchiamo i particolari, guardiamo anche con spirito critico. Facciamo annotare gli elementi positivi di questo ambiente e quelli negativi. In classe confrontiamoci: quali aspetti positivi abbiamo evidenziato e soprattutto quali soluzioni potremmo ipotizzare per superare quelli negativi?
In un’attività di questo genere due sono le abilità principali che si mettono in atto: attraverso l’osservazione conosco il mio territorio in modo critico e prospetto soluzioni che potrebbero migliorarlo. Cresce così la consapevolezza che il giusto equilibrio tra ambiente naturale e intervento antropico sia fondamentale per rispettare e amare il nostro territorio perché ne siamo parte.
Riconoscersi in una storia familiare
Per praticare consapevolmente la cittadinanza, dobbiamo sentirci stimate e stimati.
Il bisogno di stima, ci dice ancora Maslow, si sviluppa ricevendo apprezzamento da chi ci circonda.
Per una bambina o un bambino ritrovare, in un libro di testo, uno spazio in cui si parla di un luogo che si conosce e in cui si svolge la propria vita fa leva sul bisogno di stima.
Anche qui può esserci di aiuto il sussidiario. Studiare storia ci avvicina a un mondo di fatto lontano, ma che sentiamo e scopriamo familiare soprattutto se in un libro di testo sono presentati, seppur in modo succinto, tutti i Popoli Italici.
Rintracciare il proprio territorio con quello occupato in un passato lontano dal popolo che ci ha preceduto favorisce un approccio percettivo per cui la storia del sussidiario non è lontana, ma è la storia che si è sviluppata proprio nei luoghi che quotidianamente possiamo esperire attraverso i nostri camminamenti.
Cittadinanza in progress
Grazie alle proposte del sussidiario, come la seguente, possiamo, infine, favorire il riconoscimento e la consapevolezza di far parte di un’unica storia.

Con le alunne e gli alunni soffermiamoci sulla parte iniziale dell’attività, dove si afferma che prima del 1861 l’Italia ha dovuto superare divisioni affrontando un lungo percorso fino a giungere alla sua attuale definizione solo dopo il 1948.
Questa è un’affermazione importante perché ci fa capire come un Paese non nasce già “finito”, ma attraversa divisioni, lotte, deve riconoscere e accettare diversità pervenendo a una condivisione di ideali, valori e principi.
Essere cittadini e cittadine è quindi frutto di un processo complesso di riconoscimento, accettazione, mediazione e rispetto.
Siamo parte di un sistema
Proprio perché la storia di un Paese è sempre in divenire soffermiamoci su altri aspetti che ci riguardano. Quanto è importante allargare gli orizzonti e sentirsi parte di un sistema più ampio e complesso?
A questo proposito i libri di testo fanno riferimento all’Europa, all’Unione Europea, alle Organizzazioni Mondiali di cui facciamo parte.
Anche in questo caso è bene prima di tutto conoscere gli argomenti per comprenderne l’importanza. Che cosa significa essere internazionali? Ma soprattutto che cosa significa esercitare un significato così ampio di essere cittadini e cittadine?
Già dalla classe prima, un semplice esercizio può essere rappresentato dallo scambio di esperienze di bambini e bambine che nelle nostre classi parlano di luoghi e storie diverse. Oppure possiamo presentare esperienze come il Progetto Erasmus o il progetto eTwinning, esempi di scambio tra giovani in età scolare.

Simili percorsi di Storia e Geografia sono pensati in relazione a quanto viene espresso nelle Linee Guida dell’Educazione civica, che sottolineano l’importanza di poter collegare temi e obiettivi di apprendimento al senso di appartenenza che deriva dall’esperienza umana e sociale del nascere, crescere e convivere nel nostro Paese.
È in tale realtà geografica ed esperienziale che il bambino e la bambina cominciano a rappresentare sé stessi in relazione al mondo.

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