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La rivista per la scuola e per la didattica
GESTIONE DELLA CLASSE

Un prof precario ha scritto a mano 204 bigliettini di addio per tutti i suoi alunni, alcuni sono scoppiati in lacrime

Il rapporto fra insegnante e alunni è uno dei più importanti nella vita di un adolescente e nel suo percorso di crescita a scuola. Spesso tuttavia sono i momenti fuori dall’ordinario a lasciare un segno profondo, come avvenuto a Palermo durante gli ultimi giorni di scuola.

In una scuola secondaria di primo grado del capoluogo siciliano, infatti, un giovane insegnante ha voluto rendere indimenticabile la fine dell’anno scolastico. Il docente ha scritto 204 bigliettini personalizzati, uno per ciascuno dei suoi alunni, con parole di incoraggiamento e affetto. Un gesto che ha commosso tutti.

Un gesto che ha commosso tutti

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I bigliettini non sono una novità all’interno del contesto scolastico, ma di solito a scriverli sono gli alunni, e non certo per mandare messaggi ai docenti. Questa volta però è andata diversamente: a scrivere oltre 200 bigliettini, uno per ogni suo studente, è stato il giovane docente di una scuola secondaria di Palermo. A raccontarlo è il giornale online PalermoToday link esterno, nelle parole della madre dell’insegnante:

Ha scritto a mano un bigliettino personalizzato per ciascuno dei suoi 204 alunni. In ogni biglietto ha lasciato un pensiero di incoraggiamento, motivazione e affetto. Parole sincere, dedicate a ciascun ragazzo e ragazza, con l’obiettivo di farli sentire importanti, ascoltati, riconosciuti.

Scrivere bigliettini non è un compito previsto dai programmi ministeriali, soprattutto quando a farlo è un supplente che non sa se verrà confermato l’anno successivo, né in quale scuola. E forse proprio per questo Salvatore Sala, insegnante di 27 anni, ha voluto lasciare un ricordo di sé agli alunni. Ma non solo.

Insegnare, oltre la professione

In un’epoca in cui il contatto umano è spesso sostituito da schermi e notifiche, iniziative come questa sono in grado di riportare un grado di autenticità nelle relazioni umane. Soprattutto quando la reazione dimostra l’importanza di un gesto come quello del docente:

La reazione è stata commovente: i ragazzi si sono emozionati, molti hanno pianto, e anche noi, la sua famiglia, siamo rimasti profondamente colpiti. È un gesto che va al di là del semplice dovere professionale: è un atto di amore verso i giovani e verso il mestiere dell’insegnante.

Inoltre, rappresenta un modo per far sentire ogni studente accolto, compreso, apprezzato. Non un numero, come spesso lascia intendere il voto dato alla verifica o all’interrogazione, ma una persona da motivare con empatia, educazione e rispetto.

Un modo per ripensare la scuola

Come dicevamo, il gesto di Salvatore Sala non è certo l’unico del suo genere: tempo fa si è parlato del maestro che usa messaggi motivazionali al posto dei voti. Più che di iniziative estemporanee, si tratta di approcci diversi da quello classico della didattica frontale e formale.

Nonostante sia ancora molto utilizzata, infatti, la classica lezione sta lasciando il posto a nuove metodologie che puntano anche sul benessere emotivo degli studenti. A seconda del grado di istruzione, allora, già si parla di mindfulness e delle competenze non cognitive, delle 6C dell’apprendimento e della narrazione come metodo didattico.

Insomma, il gesto di Salvatore Sala non è certo isolato e rappresenta una scuola che non ha paura di cambiare per diventare migliore. D’altronde, in un periodo storico in cui tanti giovani faticano a trovare riferimenti autentici, un insegnante che sceglie di investire il proprio tempo per valorizzare ogni singolo alunno lancia un messaggio importante: ogni persona conta.

Un punto di arrivo, certo, che sembra anche un punto di partenza.

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