Ogni volta che si avvicina la fine dell’anno scolastico, gli insegnanti si affrettano ad assegnare i compiti per le vacanze. D’altronde, in Italia le vacanze estive – per gli studenti – durano parecchio: si tratta di diversi mesi in cui i ragazzi possono rilassarsi e ricaricare le energie ma in cui corrono il rischio di dimenticare tutto, o quasi. Insomma, i compiti per le vacanze non sono obbligatori ma di fatto lo diventano, finendo per essere vissuti come un’imposizione da parte dei docenti. È possibile pensare a una soluzione che salvaguardi entrambe le esigenze?
Compiti per le vacanze no
La questione dei compiti per le vacanze vede sia sostenitori che detrattori. I primi affermano che gli studenti rischiano di dimenticare quanto appreso e devono continuare ad “allenare il cervello”. I secondi invece sostengono come un periodo di riposo sia fondamentale anche per le cosiddette social skill: l’apprendimento, insomma, non si fa soltanto sui libri. E hanno ragione entrambi, da un certo punto di vista.
Fra i più critici c’è Italo Farnetani che, in un recente approfondimento di Adnkronos , definisce potenzialmente diseducativa la pratica di assegnare i compiti per le vacanze. Nel farlo, il pediatra parla di alcuni dati che aiutano a mettere in prospettiva il problema:
- l’86% dei genitori è contrario ai compiti per le vacanze;
- il 30% degli studenti completa i compiti entro luglio;
- il 62% si trascina per tutta l’estate, mentre il restante li termina ad agosto o a settembre, con un 2% di studenti che neanche li svolge.
L’interpretazione qui è chiara: persino quando vengono svolti, i compiti per le vacanze sono visti come una seccatura da portare a termine. Si perde, secondo Farnetani, l’idea di un allenamento costante, ragione per cui i genitori dovrebbero praticare una sorta di “disobbedienza civile”, mandando a scuola gli studenti senza che abbiano svolto i compiti per le vacanze. Che sia questa la soluzione giusta?
oltre 12 settimane di vacanza
Allo stesso tempo, le oltre 12 settimane in cui non c’è scuola rappresentano un periodo di vacanza piuttosto lungo. I sostenitori dei compiti per le vacanze non vogliono che i ragazzi passino tutta l’estate sui libri, ma temono un ritorno a scuola con diversi passi indietro nell’apprendimento. È davvero così?
Ci sono diversi altri Paesi che vivono la questione in modo differente. In Germania, per esempio, le vacanze estive durano un paio di mesi, mentre in Francia durano circa un mese. In entrambi i casi ci sono giorni di vacanza distribuiti per tutto l’anno scolastico, e nessuna assegnazione di compiti per le vacanze. D’altronde, l’estate è anche il momento in cui i ragazzi hanno la possibilità di approfondire in libertà le loro passioni, anche quelle legate al mondo scolastico.
Se quindi in Italia ci sono tre mesi di vacanza, non è di per sé sbagliato chiedere agli studenti di dedicare un po’ del loro tempo alle competenze che hanno sviluppato in classe. Eppure, anche qui è necessario mantenere un certo equilibrio: lo stesso Bussetti, Ministro dell’Istruzione nel 2018, aveva chiesto una maggiore “parsimonia” nell’assegnazione dei compiti per le vacanze.
Compiti per le vacanze sì
Per cercare di trovare un equilibrio, molte scuole primarie stanno scegliendo un approccio innovativo grazie a quello che oggi è considerato un ottimo libro delle vacanze. Si tratta del volume Estate al via! PLUS , edito da CETEM del Gruppo Editoriale ELi e disponibile dalla prima alla quinta primaria, con un eserciziario per la quinta. Ciascuno dei volumi si apre con un testo di narrativa calibrato sull’età dei bambini, al quale sono legate le attività proposte per l’estate che si articolano in sei settimane. Non di più.

ESTATE AL VIA
Iniziano riposo, divertimento, giochi… Ma, per non dimenticare ciò che hai imparato durante l’anno scolastico, questo libro sarà un prezioso alleato: ti aiuterà a ripassare e a tenerti in esercizio in modo facile e piacevole.
Insomma, svolgere i compiti per le vacanze non deve necessariamente costituire un fardello né una seccatura, ma può rappresentare un’occasione per tornare su argomenti conosciuti o da approfondire. Certo, un conto è proporre delle attività estive per la scuola primaria, un conto è farlo nella scuola secondaria di primo e secondo grado. In fondo tutti i ragazzi iniziano dalle elementari, e possono imparare che sì, i compiti per le vacanze vanno anche bene… ma con equilibrio.