Free cookie consent management tool by TermsFeed Generator
La rivista per la scuola e per la didattica
SCUOLA DIGITALE

Arriva nelle scuole italiane la prima insegnante creata con l’intelligenza artificiale, si chiama Maestra Genia e può diventare un vero problema

Quando si parla di intelligenza artificiale le opinioni si polarizzano facilmente, soprattutto se il contesto è quello scolastico. Infatti, in un mondo che ancora fa fatica a decidersi sulla presenza dello smartphone in classe e sull’uso della tecnologia, le intelligenze artificiali vengono viste come straordinarie risorse oppure come nemici da combattere. Tertium non datur. Per questa ragione ha fatto discutere l’annuncio di Maestra Genia, la prima intelligenza artificiale pensata per la scuola. Ma che non piace a tutti.

Maestra Genia, la prima insegnante artificiale

A raccontare la creazione, in senso lato, di Maestra Genia link esterno è Eugenio Azzinari, cofondatore della startup Cogit AI. La prima intelligenza artificiale pensata per la scuola è nata da un prompt, un comando, dato dagli sviluppatori alla loro IA. L’obiettivo? Creare un’insegnante dalle fattezze simpatiche, ma che possa anche agire su due piani diversi:

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024
  • il primo è il ruolo di tutor virtuale sulla piattaforma dedicata, in cui Maestra Genia si comporta da insegnante con cui si può interagire su qualsiasi tema scolastico;
  • il secondo è l’approccio sulle piattaforme social, dove Maestra Genia propone contenuti originali realizzati impiegando l’intelligenza artificiale generativa.

Per intenderci, si tratta della stessa tipologia di IA che anima ChatGPT e Gemini, e che quindi è pensata per creare contenuti testuali ben realizzati, ma non solo. Nelle intenzioni di Azzinari, infatti, sui social media Maestra Genia potrà anche intervistare personaggi del passato, avvicinando gli studenti ad un nuovo modo di intendere l’apprendimento.

IL FUTURO DELL’INSEGNAMENTO

Da questo punto di vista, Maestra Genia sembra una intelligenza artificiale a misura di scuola. In effetti, le promesse di Cogit AI sono estremamente interessanti, soprattutto per il grado di interazione con gli studenti e i docenti sulla piattaforma dedicata. A Sky TG24 link esterno, Azzinari spiega:

Faccio un esempio: se c’è un libro o degli appunti, possono essere caricati sulla piattaforma. In base alle richieste che l’utente fa, studente o docente che sia, l’IA restituisce un’analisi, una sintesi oppure un approfondimento. È come avere a tutti gli effetti un assistente virtuale che semplifica e velocizza il lavoro.

Come però le intelligenze generative ci hanno insegnato, non è tutto oro quel che luccica. Il modo con cui si pone la domanda è importante, e così anche il grado di conoscenza dell’IA. Le conoscenze della Maestra Genia si basano infatti sui contenuti presenti online, nulla di nuovo qui, e pertanto il rischio di informazioni false è piuttosto alto. D’altro canto, il grado di conoscenza “pura” che un’intelligenza artificiale generativa può mostrare è semplicemente inarrivabile per qualsiasi insegnante.

I POTENZIALI RISCHI

Il dibattito sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle aule scolastiche è acceso. Sebbene le potenzialità siano evidenti, i chatbot attuali presentano ancora una serie di criticità. Spesso, si rivelano permeabili agli errori, caratterizzati da lacune e ripetizioni, tanto da essere paragonati al lavoro di uno studente elementare particolarmente brillante. Il pericolo che gli studenti possano abusare di questa tecnologia, ad esempio utilizzandola per copiare, è reale e va tenuto in considerazione.

Una delle principali preoccupazioni riguarda l’impatto dei software sull’abilità critica degli studenti. La possibilità che forniscano risposte immediate ma superficiali potrebbe compromettere lo sviluppo di una comprensione profonda e articolata dei concetti. È chiaro che i chatbot non possono sostituire il ruolo degli insegnanti e l’interazione umana che caratterizza l’esperienza educativa. Bisogna riconoscere, però, che se correttamente sviluppati e integrati, potrebbero rappresentare un valido supporto didattico, offrendo un aiuto supplementare nella comprensione dei contenuti.

Maestra Genia SOSTITUIRà GLI INSEGNANTI?

Se dovessimo interpellare Bill Gates sull’argomento, potremmo immaginare una risposta affermativa. Già da tempo il patron di Microsoft sostiene come le intelligenze artificiali generative potranno in futuro sostituire gli insegnanti. Allo stesso tempo però Maestra Genia ha dei limiti che, anche con uno sguardo superficiale, risultano difficilmente superabili in poco tempo. Lo abbiamo visto nel paragrafo precedente. In più, bisogna considerare la componente umana del ruolo dell’insegnante: non si tratta soltanto di nozioni quanto di una funzione molto più profonda.

Dal suo punto di vista, Azzinari difende Maestra Genia e sostiene la sua utilità come supporto allo studio, non come rimpiazzo dei docenti. Secondo lo stesso cofondatore di Cogit AI, nulla potrà mai sostituire l’esperienza scolastica e il contatto fra insegnanti e studenti. Ma sarà davvero così?

A oggi è difficile prevederlo: Maestra Genia è il futuro della scuola, se intesa come un modo per velocizzare ricerche e funzioni scolastiche. Ma non è poi così semplice. In un recente webinar, Lilli Doniselli e Alba Taino hanno discusso l’uso delle intelligenze artificiali nella scuola contemporanea e l’importanza di una mentalità critica nell’uso della tecnologia. D’altronde, non ha senso fidarsi ciecamente di uno strumento che può restituire risposte giuste e risposte sbagliate, no? Insomma: meglio diffidare di ignora il valore del dubbio.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


È Pepper-mania in tutta Italia, l’entusiasmo delle maestre per il rientro a scuola

Pepper-mania

Ogni settembre, in ogni angolo d’Italia, la scuola primaria riapre le sue porte. È il momento in cui i bambini affrontano uno dei passaggi più significativi della loro vita: il primo giorno di scuola “dei grandi”. Zaini nuovi, grembiuli stirati, occhi che brillano di curiosità e un pizzico di paura. A fare da ponte tra emozione e serenità ci sono sempre loro: gli insegnanti. Da settimane preparano cartelloni, canti, piccoli…

Cacciari: “La scuola non deve fabbricare lavoratori, ma liberare anime. E gli insegnanti vanno messi nelle condizioni di farlo”

La scuola non deve fabbricare lavoratori

La scuola dovrebbe essere un luogo di crescita personale e di liberazione della propria anima, eppure oggi è costantemente trasformato in una fabbrica di lavoratori addestrati. Sono queste le parole di Massimo Cacciari, intervistato dal quotidiano La Repubblica , a proposito della deriva della scuola italiana. Secondo il filosofo, oggi l’istruzione è sempre più vicina al modello aziendale fatto di competenze spendibili nel mondo del lavoro. Eppure i giovani non…

Nonostante i nostri sforzi, per gli studenti la scuola è una gabbia, un manicomio, un inferno

la scuola è una gabbia

La scuola come “inferno”, come una “gabbia”, persino come un “manicomio”. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla sociologa Rita Fornari su 150 studenti romani, con l’obiettivo di comprendere qual è la loro percezione della scuola italiana. Si tratta di un dato che fa riflettere, perché racconta una realtà molto diversa da ciò che siamo abituati a pensare. Non una scuola che si vuole “seconda casa”, quindi, ma un’immagine…

Leonardo, il diploma con partita Iva: “I prof mi volevano sui libri e basta. Ho preso solo 71 ma guadagno 35mila euro l’anno”

diploma con partita Iva

Per avere successo nella vita bisogna studiare: fare un percorso scolastico serio, prendere il diploma e magari la laurea, così da avere più possibilità nel mondo del lavoro. Si tratta di un processo abbastanza semplice nella sua linearità, che tuttavia viene messo in dubbio da storie che sembrano andare in direzioni opposte. È il caso di Leonardo Trapani, ragazzo milanese di 19 anni, che si è maturato con 71 ma…

Insultato nella chat di classe, 16enne denuncia 6 compagni. Loro si scusano davanti al giudice e lui ritira la denuncia

Insultato nella chat di classe

Quando si parla di bullismo, di solito si rende a raccontare la sua parte più drammatica: insulti ed esclusioni, violenze fisiche o digitali. Ed è normale, perché ci si trova spesso nella posizione di poter sensibilizzare i giovani (e meno giovani) su questo fenomeno e sui suoi pericoli. Allo stesso tempo, però, a volte è possibile anche raccontare una storia che parte dal confronto e porta alla riconciliazione, come avvenuto…

In tutta la Francia è vietato esporre agli schermi i bambini degli asili nido. Si discute anche di vietarli in casa

vietato esporre agli schermi i bambini degli asili nido

È finalmente diventato ufficiale, in Francia, il divieto di esporre i bambini fino a 3 anni agli schermi di smartphone e tablet, televisori e computer, negli asili nido. Lo stabilisce un decreto del Ministero della Salute firmato dalla ministra Catherine Vautrin e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento adotta un approccio molto più deciso rispetto al passato, in cui vigeva soltanto la raccomandazione, e promette di essere soltanto il primo…

La scuola è come un ubriaco, ha i riflessi lenti davanti ai progressi. Noi docenti dovremmo insegnare il valore di una vita normale

filippo caccamo

La scuola ha da sempre il compito di formare i cittadini di domani, ma spesso fatica a tenere il passo con i cambiamenti della società. Fra strumenti ormai superati e una burocrazia asfissiante, è come se la scuola viaggiasse con il freno a mano tirato. A sottolinearlo è Filippo Caccamo, comico e insegnante precario, che in un’intervista a Domani ha raccontato dello stato attuale della scuola italiana. Non si tratta…

Ancora con questa storia dei tre mesi di ferie degli insegnanti? Non vanno in vacanza, agonizzano in convalescenza

tre mesi di ferie degli insegnanti

Molti pensano che, quando per gli alunni finisce la scuola, anche per i docenti cominci un periodo di vacanza molto lungo, che dura fino all’inizio del successivo anno scolastico. L’idea che gli insegnanti abbiano tre mesi di vacanza è così diffusa da essere ormai radicata, eppure non potrebbe essere più sbagliata. Il supposto “privilegio” delle ferie lunghe di cui godrebbero i docenti è in realtà una credenza popolare, ben lontana…

Rispetto delle regole, stop al bullismo e lotta alle dipendenze, anche digitali. Le sfide educative della scuola per il nuovo anno scolastico

sfide educative della scuola

Sono in arrivo novità per la scuola e, in particolar modo, per la valutazione del comportamento degli studenti alle scuole secondarie di secondo grado. Dopo l’approvazione della Legge n. 150 del 2024 , infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato alcuni dei cambiamenti più discussi negli ultimi mesi. A partire dal primo settembre, in pratica, ci saranno modifiche al voto in condotta e alle sospensioni degli studenti, senza dimenticare il…

Vorrei scuole aperte tutto il giorno tutti i giorni per prevenire la sofferenza psicologica dei ragazzi con la formazione continua di docenti e genitori

scuole aperte tutto il giorno

La scuola non è soltanto un luogo in cui si imparano nozioni: al contrario è, o dovrebbe essere, il primo spazio di ascolto e crescita per i giovani. Prima ancora di trasmettere conoscenze, infatti, la scuola è fondamentale nel prevenire il disagio giovanile e favorire relazioni sane. A sostenerlo è la psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi, intervenuta alla Settimana della Cultura Classica organizzata dal Liceo Marymount di Roma, secondo…

Hai visto la novità?

X