Con il recente aggiornamento delle indicazioni nazionali per il primo ciclo, torna in auge il dibattito sull’importanza del corsivo e, in generale, della scrittura a mano. Si tratta infatti di un’attività la cui importanza è passata in secondo piano, in un’epoca come la nostra, ma che nondimeno risulta fondamentale nel processo di sviluppo dei ragazzi, e non solo.
Lo confermano le tante testimonianze di esperti e diversi studi, secondo cui la scrittura a mano non sarebbe soltanto un’abilità tecnica da apprendere ma, al contrario, un atto complesso che rafforza la memoria, stimola il cervello e migliora il pensiero.
Scrivere a mano attiva il cervello
Cosa vuol dire scrivere a mano? Questa attività, apparentemente semplice, è in realtà composta da movimenti fini e volontari che permettono di tracciare dei segni su un foglio. Ma che, allo stesso tempo, hanno effetti valutabili sul cervello e sulla nostra capacità di apprendere.
Lo sostiene uno studio guidato dalla neuroscienziata Audrey Van Der Meer e pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology . Nella ricerca, 36 studenti universitari sono stati monitorati con elettroencefalogramma durante la scrittura a mano (in corsivo) e durante la digitazione sulla tastiera, proprio per analizzare le differenze fra le due diverse tipologie di attività.
I risultati non hanno deluso: secondo i ricercatori, la scrittura a mano stimola una maggiore connettività fra le aree del cervello deputate alla memoria, all’elaborazione semantica e all’attenzione. Diverso è il caso della digitazione su tastiera, che invece si lega alla risposta visiva a motoria automatica.
Tracciare dei segni a mano su un foglio, insomma, coinvolge molte più aree del cervello e assicura maggiori benefici cognitivi. Si tratta di una differenza che altre ricerche hanno già notato, per esempio a proposito della scrittura di un testo utilizzando l’intelligenza artificiale oppure facendo affidamento sulla propria memoria. Anche in questo caso, i risultati non hanno deluso.
Perché il corsivo è così importante
La scrittura a mano ha quindi effetti positivi in generale, ma è l’uso del corsivo a produrre i benefici più profondi. La cura del tratto scritto, il ritmo necessario e la continuità del gesto favoriscono una sorta di integrazione multisensoriale necessaria per apprendere meglio, anche a lungo termine. Non è un caso se molti psicoterapeuti e neurologi lo considerano fondamentale nel processo di crescita.
Scrivere in corsivo non richiede soltanto una elaborazione cerebrale più complessa rispetto allo stampatello, ma aiuta a organizzare il pensiero astratto, migliora il grado di attenzione e stimola la creatività. Queste le parole del professor Paolo Sarti in un approfondimento del Corriere della Sera :
Paesi che avevano promosso molto la digitalizzazione ora stanno tornando indietro, basandosi su studi che rivalutano i metodi «arcaici» della scrittura manuale e in particolare del corsivo. […] La tecnologia è ineludibile dalle nostre vite e i giovani devono imparare a utilizzarla, ma nella fase dell’infanzia e adolescenza dobbiamo stare attenti a non trascurare la complessità dei fenomeni coinvolti nella costruzione della persona.
Scrivere a mano, oltre la tecnologia
La scrittura a mano è anche una pratica che si lega anche all’equilibrio emotivo, soprattutto durante l’apprendimento. Scrivere con la penna aiuta infatti a:
- mettere ordine nei propri pensieri;
- gestire meglio il proprio tempo;
- concentrarsi sulle priorità riducendo le distrazioni.
Inoltre, il segno grafico è personale, unico e irripetibile: non è composto da caratteri tutti uguali su uno schermo, ma racconta chi siamo, come percepiamo il mondo e come interagiamo con esso. Certo, il digitale è una parte integrante della vita moderna e della scuola, ma non ha senso abbandonare del tutto una pratica antichissima come la scrittura a mano in favore della tecnologia. È più utile, al contrario, trovare un equilibrio che sappia mantenere i vantaggi della modernità senza rinunciare ad un’attività che, per quanto datata, contribuisce ad una crescita equilibrata degli studenti. E alla nostra identità.