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MATEMATICA

Uno studio rivela che se odi la matematica, molto probabilmente lo faranno anche i tuoi figli

Il rapporto fra gli studenti e la matematica non è sempre idilliaco: molti bambini e ragazzi faticano ad affrontare questa materia, e spesso il problema non è legato soltanto alla sua complessità. Per esempio, un recente studio ha cercato di comprendere il legame fra uno stile di vita sano e i buoni risultati in matematica.

Di diverso avviso è invece una ricerca pubblicata link esterno sul Journal of Experimental Child Psychology, secondo cui esiste un rapporto fra le preoccupazioni dei genitori legate alla matematica e le difficoltà dei figli nella materia. Vediamo com’è possibile, e cosa vuol dire.

Lo studio

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Realizzata da un team di ricercatori italiani e britannici, la ricerca analizza l’impatto che l’ansia matematica dei genitori ha sull’apprendimento dei figli. Nonché sui loro risultati nella materia.

Per cinque anni, gli studiosi hanno seguito un campione di circa 130 bambini italiani, monitorando lo sviluppo delle loro abilità matematiche nel passaggio dai tre anni di età agli otto anni. Particolare importanza hanno avuto anche i livelli di ansia espressa dai genitori, come confermato dai risultati.

In effetti, l’analisi ha rivelato che non esiste una trasmissione diretta dell’ansia matematica dai genitori ai figli. Detto in altre parole: non esiste la certezza  che gli atteggiamenti dei genitori possano influenzare l’apprendimento dei figli in matematica.

Basta questo quindi?

Non proprio, perché i ricercatori hanno scoperto una correlazione significativa fra le emozioni negative espresse dai genitori legate alla matematica e il rendimento scolastico dei bambini. In particolare, i figli delle persone che manifestavano ansia, paura o frustrazione verso la matematica avevano voti inferiori rispetto ai coetanei i cui genitori avevano un atteggiamento più sereno.

Le conseguenze

La differenza di rendimento, sostengono i ricercatori, non si attenua neanche con la crescita dei bambini. Le difficoltà nell’acquisizione di competenze matematiche hanno infatti ripercussioni a lungo termine tanto sulle prestazioni a scuola quanto sul benessere psicologico.

Da questo punto di vista, la matematica non è soltanto una materia scolastica, ma uno strumento fondamentale nella vita quotidiana. Che sia per il calcolo delle spese o per la gestione del tempo, per la comprensione dei concetti logici o per i suoi utilizzi più avanzati, la matematica è necessaria nella vita.

Se quindi un rapporto conflittuale con la materia può rappresentare un problema serio sia nelle prime fasi di crescita sia dopo, diventa importantissimo costruire un rapporto positivo con la matematica sin dalla prima infanzia. E nessuno sforzo in tal senso, per esempio a scuola, può prescindere dal ruolo dei genitori.

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superare l’ansia matematica

Come dicevamo, la scuola gioca un ruolo fondamentale nell’aiutare i bambini a superare l’ansia legata alla matematica, ma questo percorso non può prescindere dalla collaborazione attiva dei genitori. La matematica, come mostrato nel sussidiario DIREZIONE discipline link esterno, non è solo una materia scolastica che si studia sui libri, ma è una scienza che ci aiuta a comprendere e rappresentare la realtà che ci circonda, basandosi su un approccio deduttivo con spiegazioni chiare, esercizi progressivi e box di Intelligenza Visiva. Ogni giorno, infatti, facciamo esperienza della matematica, anche senza rendercene conto, sia nei giochi, nei videogiochi, nell’uso del computer, che nelle azioni più semplici, come misurare il peso dei dolci in una pasticceria o calcolare i soldi da pagare alla cassa. L’idea che la matematica non sia qualcosa di lontano dalla nostra quotidianità è fondamentale, e questo può aiutare i bambini a sentirsi più motivati a impararla.

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La collaborazione tra scuola e famiglia è essenziale per far capire ai bambini che la matematica non è solo una serie di numeri e formule, ma uno strumento utile e naturale per risolvere i problemi della vita di ogni giorno. Per esempio, i genitori possono accompagnare i figli in attività quotidiane dove la matematica è in gioco, come misurare il tempo, calcolare distanze, o osservare le forme e le grandezze degli oggetti che li circondano. Questo approccio pratico, insieme alla riflessione sulle situazioni e alla strategia per risolverle, può rendere la matematica meno astratta e più facilmente comprensibile. In questo modo, il bambino non solo impara la matematica, ma comincia a riconoscere l’importanza di questa scienza nella sua vita quotidiana.

Per supportare ancora meglio l’apprendimento della matematica, i genitori potrebbero:

  • evitare di esprimere frustrazione o negatività nei confronti della matematica, come frasi tipo “è troppo difficile” o “non ci capisco nulla”. Questi commenti potrebbero influenzare la percezione che i bambini hanno della materia.
  • creare un ambiente che stimoli la curiosità, proponendo giochi matematici, sfide o attività pratiche che rendano l’apprendimento divertente e coinvolgente.
  • dimostrare pazienza e interesse anche quando i bambini incontrano difficoltà, in modo che comprendano che la matematica è una materia che può essere affrontata con impegno e costanza.

Per fare ciò, i genitori possono ricorrere a risorse educative moderne come app per smartphone, giochi didattici, corsi online e così via, tutti strumenti fondamentali per migliorare il rapporto dei figli con la matematica. Focalizzato su questo punto, lo studio dei ricercatori britannici e italiani non aiuta soltanto a comprendere dove possa originarsi l’ansia matematica dei bambini.

In aggiunta, indica una strada da seguire che permetta di ritrovare un atteggiamento positivo verso la materia, dai genitori ai figli.

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