La questione del rapporto fra genitori e scuola è oggi più importante che mai, e per diverse ragioni. Da un lato, infatti, sempre più spesso i genitori intervengono per criticare le decisioni degli insegnanti o della scuola stessa; dall’altro, i genitori tendono a trasformarsi in amici dei propri figli e a dare loro tutto ciò che desiderano, tranne un’educazione. In uno scenario così delicato, due visioni si contrappongono: c’è chi vorrebbe escludere i genitori dalla vita scolastica e chi, invece, ritiene fondamentale ricucire questo rapporto. Qual è la migliore soluzione? E qual è il ruolo dei genitori nella scuola contemporanea?
Fuori i genitori dalla scuola
Fra chi sostiene che i genitori debbano stare fuori dalla scuola c’è lo psicoterapeuta Raffaele Morelli. In un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica , Morelli parla dei problemi generati dalla crescente ingerenza dei genitori a scuola. Veri e propri sindacalisti dei loro figli, quasi amici e compagni di scuola, controllori di tutto sul registro elettronico, i genitori finiscono per interferire con la didattica e danneggiare le nuove generazioni. Sostiene lo psicoterapeuta:
Il quadro è chiaro: nel tentativo di proteggere i giovani dalle emozioni negative, i genitori finiscono per impedire qualsiasi confronto, qualsiasi crescita. Peraltro, Morelli non è il primo a criticare il registro elettronico: Paolo Crepet lo definisce uno strumento abominevole che aumenta l’ansia degli studenti e le ingerenze dei genitori. Una scuola in cui questi ultimi preparano lo zaino ai figli adolescenti, collaborano per fare i compiti e criticano i voti degli insegnanti non ha bisogno della loro presenza.
Ricucire il rapporto fra genitori e scuola
Se esperti come Morelli e Crepet sostengono che sia importante escludere le famiglie dalla vita scolastica, altre figure invece ritengono che sia fondamentale ricucire il rapporto fra genitori e scuola. Fra questi c’è Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale “Con i bambini” ed ex sottosegretario all’istruzione.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica , Rossi Doria ha parlato della crescente mancanza di fiducia da parte delle famiglie nell’istituzione scolastica e negli insegnanti. Da una parte, questa situazione porta i genitori a interessarsi sempre di più alle vicende di classe, anche a sproposito; dall’altra parte, invece, sono i giovani a soffrire le conseguenze di questi scontri continui.
Rossi Doria concorda con la lettura che danno sia Morelli sia Crepet: le ingerenze ci sono, e di certo non fanno il bene della scuola o degli studenti. Tuttavia la soluzione non può consistere nell’esclusione dei genitori dalla vita scolastica: le famiglie dovrebbero tornare a fidarsi della scuola, e gli insegnanti dovrebbero tornare a dialogare con i genitori. Ma basta questo?
Una possibile soluzione
Come si è visto, entrambe le prospettive partono dalla medesima base ma propongono due soluzioni contrapposte. Una prevede che i genitori stiano fuori dalla scuola, l’altra che siano invece integrati in modo sano, ma qual è quella giusta?
In effetti, è vero che un’eccessiva presenza da parte dei genitori soffoca l’autonomia dei ragazzi e porta a problemi psicologici ed emotivi. Allo stesso tempo, però, escludere i genitori dal percorso scolastico sarebbe ugualmente controproducente, per via del supporto che soltanto la famiglia può dare a uno studente. Per Rossi Doria, per esempio, serve un nuovo patto che riconosca il ruolo di entrambi gli attori nella crescita dei giovani, e si basi sulla fiducia reciproca. Sembra una soluzione ideale, ma è davvero reale?
Da questo punto di vista, colpisce l’idea del Liceo Newton di Roma, che ha organizzato dei corsi di mindfulness per i genitori degli studenti. L’iniziativa ha avuto un successo incredibile, e potrebbe anche avere un seguito: certo, non si tratta di una soluzione definitiva, eppure sembra un passo nella giusta direzione. In fondo, scuola e genitori condividono lo stesso obiettivo: educare i giovani e prepararli per il mondo, aiutandoli a diventare individui equilibrati e responsabili.