Free cookie consent management tool by TermsFeed Generator
La rivista per la scuola e per la didattica
EDUCAZIONE

Pigro, disordinato o anche intelligente. Etichettare un figlio significa bloccarlo

Etichettare un bambino come “pigro”, “capriccioso” o “disordinato” può influire sulla sua personalità e sulla formazione della sua identità. A sostenerlo è la professoressa Elisa Fazzi, Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera link esterno. Magari genitori e docenti non se ne rendono conto, ma le parole che usano hanno un impatto diretto sulla crescita dei più giovani. Come fare allora?

Il peso delle etichette negative

Come ricorda Elisa Fazzi, le etichette sono giudizi che i genitori e gli insegnanti usano nei confronti dei bambini. Utilizzate per descrivere comportamenti, emozioni e caratteristiche dei ragazzi, le etichette rischiano tuttavia di giocare un ruolo molto più diretto nella loro crescita. Si tratta di giudizi negativi che, pur involontariamente, creano una gabbia entro cui il bambino sarà portato a muoversi. Secondo Fazzi, l’effetto è quello di una profezia che si autoavvera:

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Il bambino si aspetterà lo stesso risultato da se stesso in situazioni simili: “Non sono bravo in matematica, quindi so già che non capirò l’esercizio”, e questo potrebbe condizionare la sua crescita riducendo le possibilità e, anzi, portandolo ad avverare quel che ci si aspetta dai giudizi su di lui.

Un ragazzo etichettato come pigro sarà portato a comportarsi come pigro perché non vede alternative, e così farà un ragazzo “disordinato” o un bambino “monello”. Da questo punto di vista, le etichette finiscono per costringere i più giovani all’interno di una gabbia che li accompagnerà per tutta la vita.

Il peso delle etichette positive

Non sono soltanto le etichette negative a pesare negativamente sulla crescita dei ragazzi, quanto anche le etichette positive. Complimentarsi in modo eccessivo con i figli e con gli studenti è un’abitudine potenzialmente dannosa, perché è un’azione che trasmette un’immagine di perfezione irraggiungibile. Non esiste errore e non esiste crescita: esiste soltanto la perfezione.

Eppure, sostiene Elisa Fazzi, gli errori sono inevitabili e il successo a prescindere è soltanto un’illusione. Se un bambino viene considerato costantemente il migliore, un fallimento potrà risultare ancora più devastante. Piuttosto che rappresentare una normale tappa del processo di crescita, costituirà una battuta d’arresto e un trauma dal quale non è facile riprendersi. Come fare allora?

Come rivolgersi ai bambini senza etichettarli

Il problema risiede quindi nell’uso che i genitori e i docenti fanno delle etichette, e nelle conseguenze sulla crescita dei più giovani. Per questa ragione, secondo Fazzi, è importante utilizzare le parole in modo costruttivo ed evitare i giudizi definitivi. Anche i bambini meno bravi possono migliorare e anche i bambini più bravi possono commettere errori. Piuttosto che etichettare i figli sulla base delle loro caratteristiche personali, è più utile concentrarsi sui comportamenti specifici. Queste le parole della neuropsichiatra:

L’etichetta inquadra e classifica, è una lapide che non si muove più. Invece, parliamo di bambini che un giorno sono bravi, un giorno meno. Cerchiamo di mantenere viva la possibilità di migliorare o di accettare la caduta. I bambini per loro definizione cambiano e un’etichetta non può bloccare un essere in movimento per definizione.

Per Elisa Fazzi non è mai troppo tardi per apportare cambiamenti positivi all’educazione dei propri figli o all’insegnamento in classe. Da questo punto di vista, non si tratta di rinunciare al proprio ruolo educativo ma di considerare sempre la possibilità di cambiamento dei bambini. D’altronde, è impossibile cristallizzare qualcosa che per definizione cambia di continuo: sarebbe una costrizione della quale facciamo volentieri a meno.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Studenti senza ansia e docenti valorizzati, ecco come funziona la scuola in Estonia

la scuola in Estonia

È il sogno di ogni studente: andare a scuola e non dover seguire per forza le lezioni. Non è un film, ma un modello di scuola molto apprezzato da docenti, famiglie e alunni: quello dell’Estonia, che sta guidando una vera e propria rivoluzione educativa a livello europeo. Una scuola più legata alle competenze che ai contenuti, stipendi più alti per i docenti, stop alle cosiddette “classi-pollaio” da 30 studenti, un…

Un post su facebook: “L’insegnante non è più fonte di sapere ma esecutore materiale di precise richieste”

fonte di sapere

Che negli ultimi anni la figura dell’insegnante sia cambiata in modo radicale, e non sempre in meglio, non è certo un mistero. A confermarlo sono spesso le parole di docenti come Salvo Amato, molto seguito sui social per lo sguardo critico sul mondo della scuola. Secondo l’insegnante, oggi ci troviamo di fronte ad un vero e proprio declino del ruolo dell’insegnante. Lungi dal costituire una fonte di sapere, si limita…

Sono considerati “gli sport della mente”: dama e scacchi a scuola possono insegnare più di quanto si pensi

dama e scacchi a scuola

Il gioco è da sempre uno strumento utile per imparare, soprattutto quando ben integrato nella didattica. Che si tratti di un nuovo modo per insegnare la matematica o le competenze digitali, spesso sono gli studenti più giovani a beneficiare di questo approccio. A Cesena, per esempio, un’iniziativa interessante ha coinvolto un’intera scuola media grazie al progetto “Dama a scuola”. L’idea? Usare la dama, tradizionale gioco da tavolo per due giocatori,…

Un prof precario ha scritto a mano 204 bigliettini di addio per tutti i suoi alunni, alcuni sono scoppiati in lacrime

bigliettini di addio

Il rapporto fra insegnante e alunni è uno dei più importanti nella vita di un adolescente e nel suo percorso di crescita a scuola. Spesso tuttavia sono i momenti fuori dall’ordinario a lasciare un segno profondo, come avvenuto a Palermo durante gli ultimi giorni di scuola. In una scuola secondaria di primo grado del capoluogo siciliano, infatti, un giovane insegnante ha voluto rendere indimenticabile la fine dell’anno scolastico. Il docente…

La matematica, in estate, non può andare in vacanza

andare in vacanza 2025

Quando si avvicinano le vacanze estive, la raccomandazione di molti insegnanti è molto spesso sempre la stessa: che i bambini trascorrano l’estate dedicandosi il più possibile alla lettura. Molto spesso si assegnano come compito anche diari di bordo dell’estate, in cui raccontare i momenti più belli e significativi da riportare a settembre, i primi giorni di scuola. Ma che fine fa la matematica in estate? Alcuni insegnanti, infatti, decidono di…

Uno studente 15enne è andato in crisi di astinenza dopo che i genitori gli avevano impedito l’uso del cellulare. Ricoverato in ospedale

crisi di astinenza

Oggi è molto difficile immaginare la nostra vita quotidiana senza uno smartphone, dispositivo che utilizziamo per lavoro e per svago, per comunicare e per interagire con gli altri. Proprio per questa ragione, spesso l’abuso del telefono comporta una vera e propria dipendenza, soprattutto fra i giovani. E proprio un giovane di 15 anni è al centro di quanto avvenuto a Orbassano, in provincia di Torino. Il ragazzo è infatti finito…

Uno studente su due non è partito per la gita scolastica

gita scolastica 2025

Parte integrante di un percorso scolastico, i viaggi d’istruzione sono l’occasione per vivere un’esperienza di gruppo e allo stesso tempo imparare sul campo. Eppure, oggi sono sempre di più gli studenti e gli istituti che rinunciano alle gite, limitandosi a organizzare uscite di un solo giorno e comunque entro i confini nazionali. A certificare questa tendenza è un’indagine condotta dall’Osservatorio sulle gite scolastiche 2025 di Skuola.net, il portale dedicato agli…

Più di un milione di studenti non vuole l’ora di religione

ora di religione

L’insegnamento della religione cattolica è da tantissimo tempo parte integrante dei percorsi scolastici, ma gli studenti possono scegliere se avvalersene o meno. Ecco, secondo i dati diffusi dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti , sono sempre di più quelli che scelgono un’attività alternativa. Si tratta di una tendenza diffusa soprattutto in alcune aree del territorio italiano ma comune ai vari gradi di istruzione, con alcune differenze. Vediamo allora più…

Nuove Indicazioni Nazionali, si parte da settembre 2026. Tutti i libri di testo dovranno essere aggiornati

Nuove Indicazioni Nazionali

Si è tanto parlato delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola primaria e il primo ciclo di istruzione volute da Giuseppe Valditara. Se il dibattito pubblico si è più concentrato su questioni come il ritorno del latino alle medie o la lettura della Bibbia alla primaria, il cambiamento si preannuncia ancora più profondo di così. Ne ha parlato lo stesso ministro dell’istruzione e del merito durante un’interrogazione parlamentare, in cui…

Meno alunni, più classi a rischio. L’Italia tocca il minimo storico di nascite

minimo storico di nascite

Non sono incoraggianti i segnali che emergono dal rapporto ISTAT sugli indicatori demografici per il 2024. I dati raccolti dall’istituto italiano di statistica, infatti, fotografano una situazione demografica estremamente complessa, con un nuovo minimo storico per la natalità e famiglie sempre più ristrette. Oltre a rappresentare una sfida per l’intera società, la crisi demografica delinea uno scenario altrettanto complesso per la scuola, che già deve far fronte a diversi problemi…

Hai visto la novità?

X