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Secondo un sondaggio, 9 studenti su 10 danno del “lei” agli insegnanti. Il 77% si alza in piedi quando il prof entra in classe

Sono molti i cambiamenti affrontati dalla scuola negli ultimi decenni. Certo, di solito si parla della didattica e del rapporto con la società, ma i mutamenti della scuola si esprimono anche nel rapporto fra docenti e studenti.

Questi ultimi sono infatti il riflesso di un mondo sensibilmente diverso rispetto al passato, nel quale le vecchie consuetudini lasciano il posto a nuove abitudini. Lo conferma un sondaggio condotto da Skuola.net su 1500 studenti link esterno, secondo cui molto è cambiato ma ancora oggi si dà del “lei” al docente.

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I dati raccolti dal sondaggio del portale scolastico dedicato agli studenti offrono un’interessante fotografia del rapporto con gli insegnanti. Da un lato, infatti, sembrano esistere ancora le vecchie regole formali del rispetto in classe, ma sarebbe meglio dire “resistere”. Dall’altro lato, emergono segnali di un cambiamento progressivo che ormai è inarrestabile. Questi i risultati:

  • si usa ancora il “lei” per rivolgersi al docente secondo il 91% degli studenti;
  • il 77% degli studenti si alza in piedi quando il docente entra in classe come forma di saluto, ma il 43% di essi lo fa sempre per ogni insegnante, mentre il 34% soltanto con alcuni;
  • il 23% degli studenti non si alza mai per salutare il docente, a prescindere da chi sia.

Ciò vuol dire che la distanza fra docenti e studenti è ancora abbastanza percepita, se non altro nel modo di rivolgersi ad essi. Allo stesso tempo, comportamenti che fino a poco tempo fa erano intollerabili, o addirittura impensabili, sono oggi piuttosto diffusi. Non abbastanza da parlare di trend, certo, ma molto.

Dress code a scuola

Uno dei cambiamenti più evidenti riguarda poi il dress code moderno, ormai irriconoscibile rispetto all’abbigliamento scolastico diffuso in passato. Oggi la situazione è in generale meno rigida sia dal punto di vista oggettivo che nella percezione degli studenti stessi:

  • il 55% sostiene che ancora oggi in classe si rispettano le buone maniere in fatto di abbigliamento;
  • nel 45% dei casi ci sono in classe compagni che indossano cappelli o cappucci durante le lezioni;
  • l’82% degli studenti sostiene che in classe c’è qualcuno che si siede in modo scomposto.

Per non parlare della cura dell’ambiente scolastico: nove studenti su dieci confermano che i banchi vengono personalizzati con disegni e scritte, ma percentuali diverse ci sono per la questione delle gomme da masticare attaccate sui banchi. Due studenti su tre evitano di farlo, ma si tratta di una cattiva abitudine ancora piuttosto diffusa e sulla quale è necessario lavorare con educazione e formazione. Peraltro, sul tema della pulizia scolastica ci sono progetti che vogliono sensibilizzare gli alunni già dalla scuola primaria.

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Cosa devono fare i docenti

Ora, è ovvio che i docenti debbano mantenere una certa distanza dagli studenti pur svolgendo al meglio la loro funzione educativa. Allo stesso tempo, però, è fondamentale trovare un equilibrio fra l’ambiente formale della scuola e una maggiore comprensione nei confronti dei ragazzi.

E quindi va bene mantenere il “lei” quando ci si rivolge agli insegnanti, come forma di rispetto nei loro confronti, ma non bisogna rinunciare ad una certa vicinanza. Lo mostra bene Vincenzo Schettini, il professore di fisica noto per aver fondato il canale La fisica che ci piace, e non solo.

Secondo Schettini, infatti, non solo non bisogna limitarsi a trasmettere nozioni ma anzi è necessario fare anche di più, perché dietro un cinque c’è uno studente da 9 che si è accontentato. Si tratta di un modo di vedere la scuola che probabilmente è più vicino al presente rispetto alla didattica tradizionale.

Ma sarà anche efficace?

Quale che sia la risposta, l’evoluzione del comportamento in classe riflette un cambiamento più ampio della società. L’uso costante della tecnologia, il rapporto più informale fra generazioni e una maggiore libertà di espressione sono elementi che fanno parte di questa nuova dinamica e che non possono essere ignorati. La vera sfida non consiste quindi nel riproporre acriticamente le vecchie regole nei nuovi contesti, ma nel riconoscere che anche in un contesto così diverso come quello di oggi è possibile ritrovare lo stesso spirito. Lo stesso rispetto.

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