La rivista per la scuola e per la didattica
NOTIZIE

Il 50% degli studenti diplomati è senza competenze adeguate. Lo dice l’Istat

L’ISTAT ha pubblicato il report “I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani”. In particolare, l’indagine dell’istituto di statistica si concentra sulle prestazioni scolastiche degli studenti italiani che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Come ci si può aspettare, i risultati sono altalenanti ma, ancora una volta, mostrano un’Italia spaccata in due.

Italia spaccata in due

Secondo il report pubblicato dall’ISTAT link esterno, infatti, c’è una grande divisione fra Italia settentrionale e Italia meridionale, a partire dai giovani che non studiano e non lavorano. Se infatti nella città metropolitana di Firenze i NEET sono 5,5 su 100, a Palermo la percentuale sale al 15,4%. E non si tratta di un dato isolato.

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

Al netto di eccezioni come Cagliari e Bari, in cui la percentuale di NEET è rispettivamente dell’8,8% e del 9,2%, sono superiori al 14% i dati di Catania, Messina e Reggio Calabria. Napoli addirittura è in seconda posizione, con oltre 15 giovani su 100 che non studiano e non lavorano. Il dato varia di qualche punto decimale fra i capoluoghi di provincia e le aree più estese, nonché tenendo in considerazione le differenze di genere, ma si tratta di differenze minime.

Dove ci sono stati dei miglioramenti è, invece, nel confronto con i dati del 2018. In questo caso tutte le città metropolitane – meno Cagliari, Venezia e Bologna – hanno fatto registrare un forte decremento nella percentuale di giovani con età fra 15 e 24 anni che non studiano o lavorano. I maggiori decrementi si sono verificati a Napoli, Reggio Calabria e Catania.

La questione delle competenze

Altrettanto critica è la questione delle competenze ottenute dai giovani nelle città metropolitane. La media italiana ci dice che il 49,3% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado ha competenze alfabetiche insufficienti. Il dato arriva al 50% nel caso delle competenze matematiche.

Andando ad analizzare i dati regione per regione, tuttavia, emerge un trend che non stupisce. Tutte le città metropolitane del sud d’Italia hanno una media superiore, soprattutto Napoli e Palermo. Nel capoluogo campano, rispettivamente il 66,8% e il 70,2% degli studenti delle superiori hanno competenze alfabetiche e matematiche insufficienti. Nel capoluogo siciliano, invece, la percentuale è rispettivamente del 61% e del 68,1%. Confrontando questi risultati con quelli delle città del centro-nord, la divisione si fa ancora più netta:

  • Venezia ha le migliori performance nelle competenze alfabetiche, con un 36,8%;
  • Bologna ha le migliori performance nelle competenze matematiche, con un 36,1%.

Quali che siano le loro differenze, tutte le città metropolitane mostrano un comune peggioramento nelle competenze degli studenti rispetto ai livelli pre pandemia. L’impatto del covid continua, insomma, a sentirsi in uno dei settori più colpiti, la scuola italiana.

LEGGI ANCHE
Cosa significa insegnare per competenze

Alcuni segnali positivi

Nonostante i risultati a livello nazionale, e le conseguenti divisioni, ci sono segnali positivi e incoraggianti, come quello che riguarda il tasso di scolarizzazione. Quasi tutti i giovani residenti nelle città metropolitane infatti possiedono il diploma di scuola media, percentuale superiore a quella del 2022.

Rimangono ancora 11 mila giovani che non lo hanno conseguito, che spesso si concentrano nelle città capoluogo rispetto alle aree metropolitane, e hanno valori più alti:

  • al sud, in città come Reggio Calabria, Messina e Catania;
  • al centro, a Firenze;
  • al nord, a Milano.

I dati pubblicati dall’ISTAT dipingono un quadro complesso e preoccupante delle competenze e delle condizioni socio-educative dei giovani italiani. Il divario geografico è ancora oggi molto ampio, nonostante il miglioramento progressivo dei risultati su tutto il territorio nazionale. C’è ancora molto lavoro da fare, insomma, per quello che costituisce l’ennesimo grido d’allarme rivolto alle politiche educative. Più che mai, è necessario fornire ai giovani opportunità formative e lavorative che sappiamo proiettarli nel futuro. E con loro l’intera società.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Come organizzare l’accoglienza per il primo giorno di scuola nel “Parco dei Divertimenti” di Pepper

accoglienza di Pepper

Prima ancora di chiedere a bambine e bambini di trasferire le conoscenze apprese nella Scuola dell’Infanzia su un foglio, con la matita in mano, sarebbe opportuno far vivere momenti nei quali possano sperimentare alcune attività vivendole con il proprio corpo. Sono proposte caratterizzate dall’approccio laboratoriale di cui alunni e alunne hanno bisogno, soprattutto nella prima fase di esplorazione del nuovo ambiente. Ciò vi consentirà di osservarli/e anche al di fuori…

Agli studenti dico di non fare il liceo classico perché a scuola si deve studiare quello che serve non ciò che piace

studiare quello che serve

Che il liceo classico sia uno dei pilastri dell’educazione italiana non è certo un mistero. Dopo anni di cali finalmente le iscrizioni sono tornate a crescere e, in aggiunta, in molti lo ritengono un indirizzo fondamentale per la formazione di cittadini consapevoli. Eppure non tutti sono d’accordo: l’imprenditore Alberto Forchielli, fondatore dell’associazione Drin Drin, ha un’idea piuttosto diversa dell’educazione. Nelle sue parole, la scuola deve concentrarsi sull’innovazione e sullo sviluppo…

L’insegnante porta il suo cane in classe e l’iniziativa si rivela un successo: “Alunni più attenti, voti più alti e più rispetto e collaborazione tra i compagni”

insegnante porta il suo cane in classe

In provincia di Rieti, nella scuola primaria di Cittaducale e Canetra, da mesi gli alunni seguono le lezioni di matematica insieme ad un’ospite speciale. Si tratta di Aida, il labrador delle docente, che quasi ogni giorno entra in classe, si siede al suo banco e partecipa alla vita di classe insieme ai suoi compagni umani. Il progetto innovativo sta dimostrando quanto la presenza di un cane in aula possa influenzare…

Insegnamento della storia nella scuola primaria, ecco i migliori metodi didattici

insegnamento della storia nella scuola primaria 2025

Esistono fondamentalmente due metodi per insegnare, e dunque imparare, la storia: il metodo tematico, cioè la presentazione di un tema, per esempio la necessità di procurarsi cibo oppure la scrittura, cercando di capire come si è sviluppato nel tempo, in una civiltà o in una popolazione ed il metodo cronologico, cioè la presentazione di fatti in successione, seguendo una sequenza lineare e ordinata, concatenando gli avvenimenti in una prospettiva di…

C’è una libreria che nei giorni di maltempo tiene gratuitamente gli alunni quando le scuole chiudono per allerta rossa

scuole chiudono per allerta rossa

Una libreria indipendente di Bologna è diventata per un giorno un rifugio pronto ad accogliere bambini e ragazzi rimasti a casa per via del maltempo. Con le scuole chiuse, la libreria Attraverso ha aperto le porte alle famiglie in difficoltà, offrendo uno spazio sicuro per i più piccoli. Lì, gli ospiti hanno potuto leggere, giocare e socializzare in quello che rappresenta uno degli esempi più interessanti di socialità e senso…

5 motivi per cui Nel Cuore delle Parole è il sussidiario delle letture più utilizzato

Nel Cuore delle Parole è il sussidiario delle letture più utilizzato

L’acquisizione di solide competenze linguistiche nella scuola primaria rappresenta un investimento cruciale per l’intero percorso formativo degli studenti. Numerose ricerche dimostrano come la capacità di leggere, comprendere e produrre testi complessi fin dai primi anni di scuola sia strettamente connessa al successo scolastico e professionale futuro. Secondo l’indagine PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study), condotta ogni cinque anni dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) per…

Nell’immaginario collettivo i docenti che correggono i compiti in classe generano ancora una certa tristezza

docenti che correggono i compiti in classe

La valutazione è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e dibattuti in ambito scolastico. Non si tratta soltanto della scelta fra giudizi sintetici e giudizi descrittivi, che ancora oggi tiene banco, o delle reazioni dei genitori di fronte ad un voto più basso rispetto alle aspettative. Al contrario, il punto fondamentale riguarda cosa realmente significa valutare il lavoro di uno studente. Valutare un tema, per esempio, è un processo…

7 motivi per cui adottare Direzione Letture in quarta e quinta primaria

adottare Direzione Letture

Insegnare a leggere non significa soltanto trasmettere un’abilità. Significa offrire ai bambini uno strumento per decifrare il mondo, riconoscersi, entrare in relazione con gli altri e costruire una vita piena di senso. Eppure, sempre più spesso, i piccoli alunni mostrano difficoltà nella comprensione dei testi, nella capacità di rielaborare contenuti e, soprattutto, di dare forma scritta al proprio pensiero. Non si tratta solo di un’emergenza didattica. È un nodo educativo,…

Se ti aspetti poco dai tuoi studenti, è probabile che otterrai poco anche da loro. Le terribili conseguenze dell’effetto Golem

effetto Golem

Quante volte sarà successo di avere un alunno o un compagno di classe che proprio non riesce ad avere buoni risultati in una materia? I voti delle sue verifiche e delle sue interrogazioni sono così bassi che, in fondo, ci si aspetta proprio quel tipo di valutazione. E nulla di diverso. Ecco, spesso questa dinamica ha poco di oggettivo: al contrario, si tratta di un meccanismo psicologico che prende il…

Annunciato il kit docente gratuito per tutti gli insegnanti che adotteranno un sussidiario del Gruppo Editoriale ELi nel prossimo anno scolastico

kit docente gratuito

Scegliere il sussidiario giusto per la scuola primaria è per l’insegnante una decisione importantissima. Sarà quel libro di testo ad accompagnare per i primi anni di istruzione tantissimi alunni, insieme ai materiali didattici pensati per il docente. Un buon sussidiario deve infatti essere affiancato da strumenti che possano semplificare il lavoro quotidiano in classe, migliorare l’organizzazione delle lezioni e favorire una didattica più efficace e inclusiva. Risponde a questa esigenza…

Hai visto la novità?

X