La rivista per la scuola e per la didattica
MINDFULNESS

Insegnare con la Mindfulness, come stabilire una cultura della consapevolezza nella scuola primaria

Non è semplice e immediato riuscire a spiegare con poche parole che cosa sia effettivamente la Mindfulness, in quanto si tratta di un’esperienza vissuta, di uno stato mentale e di coscienza: è un modo di prestare attenzione al presente, attimo dopo attimo, al qui e ora (dove sono e in quale momento), intenzionalmente e in modo non giudicante. Si potrebbe dire che la Mindfulness è un “modo di essere”, di vivere la propria quotidianità con consapevolezza, a partire da una profonda attenzione riservata al corpo, alle sensazioni fisiche, agli stati emotivi, ai pensieri che scorrono nella mente.

Mindfulness è la traduzione inglese della parola “sati” (in lingua pali) o “smrti” (in sanscrito), che significa presenza mentale, attenzione al momento presente, al qui e ora, a ciò che sperimentiamo a livello fisico, cognitivo ed emotivo, nel momento stesso in cui ci fermiamo e proviamo a “sentirci”.

In italiano questo termine potrebbe essere tradotto come “consapevolezza intenzionale e presenza mentale”, cioè l’atto di fermarsi a prestare attenzione in modo focalizzato a qualcosa che scelgo intenzionalmente di osservare, che sia dentro di me o intorno a me.

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

La Mindfulness è un concentrato e una sintesi degli insegnamenti di origine orientale, come la filosofia Zen, la meditazione e lo yoga, inseriti in un contesto occidentale, validato scientificamente e utilizzato anche in ambito clinico/terapeutico. Il primo a riuscire in quest’opera di sintesi e di adattamento al contesto occidentale delle idee, delle pratiche e degli interventi che oggi vanno sotto il nome di Mindfulness fu Jon Kabat-Zinn, un biologo e professore della School of Medicine dell’Università del Massachusetts che, a partire dal 1979, ha sviluppato un protocollo per introdurre la “meditazione di consapevolezza” come intervento in alcuni contesti clinici, al fine di provare a ridurre il dolore e lo stress dei pazienti ospedalizzati, considerandola come una valida alternativa da affiancare ai classici trattamenti farmacologici.

Il programma di intervento (chiamato protocollo Mindfulness Based Stress Reduction, o MBSR) fu ideato da Kabat-Zinn per pazienti affetti da dolore cronico o malattie terminali, ma è stato in seguito applicato con successo anche ad altre condizioni cliniche (fisiche e psicologiche), riportando risultati sorprendenti, dimostrati empiricamente da studi e ricerche.

MINDFULNESS: COSA NON È

Nell’ottica di inquadrare concettualmente il fenomeno ed evitare facili fraintendimenti, può essere utile provare anche a spiegare che cosa la Mindfulness NON è:

  • non è una fuga dalla realtà: è esattamente il contrario, ovvero la consapevolezza di essere profondamente radicati nella realtà, nel momento presente, nel qui e ora;
  • non è una forma mistica di trance o un’esperienza extrasensoriale: la Mindfulness è caratterizzata da presenza psicologica e da fisicità, entrambe contraddistinte da lucidità e chiarezza rispetto alle proprie sensazioni fisiche, ai pensieri e alle emozioni che si susseguono attimo dopo attimo. È concretezza e ancoraggio al presente;
  • non è una pratica religiosa: varie religioni promuovono la presenza mentale e la meditazione, ma la Mindfulness in sé non è una pratica religiosa, bensì un processo studiato in ambito scientifico e validato da studi e ricerche;
  • non è una semplice tecnica di meditazione: non è una strategia o una tecnica, ma qualcosa di più ampio e comprensivo, un’attitudine, un approccio globale alle esperienze della nostra esistenza, un “modo di essere”.

In sintesi, quando parliamo di Mindfulness non dobbiamo pensare a una tecnica di rilassamento. Non serve per distrarsi, non pensare e ottenere il silenzio della mente ma, al contrario, è proprio lo stato mentale che ci permette di essere consapevoli di tutto quello che possiamo percepire con i nostri sensi. Non è uno spegnersi, ma un attivarsi, un risveglio: si tratta di usare la mente in maniera osservativa ed esplorativa, invece che valutativa e giudicante, come abitualmente siamo portati a fare. Questo non significa che la Mindfulness sia una forma di “buonismo” che ci spinge ad accettare tutto e tutti in modo passivo e acritico, in nome dell’accettazione fine a sé stessa, ma vuol dire esercitarsi ad accogliere e vivere ciò che sperimentiamo in modo intenzionale, consapevole, con gentilezza e con rispetto per noi stessi/e e per gli altri/le altre.

LEGGI ANCHE: I sette pilastri della Mindfulness

I BENEFICI DELLA MINDFULNESS

Numerose sono le ricerche e le pubblicazioni che hanno evidenziato i molteplici benefici derivanti dalla pratica assidua e costante della Mindfulness. In generale, sono state identificate tre macro aree in cui la Mindfulness esercita un’efficacia concreta e misurabile:

  • l’area psicologica;
  • l’area relazionale;
  • l’area fisiologica/corporea.

AREA PSICOLOGICA

  • Sviluppa la consapevolezza e l’accesso alle proprie risorse interiori grazie alla capacità di entrare in contatto con se stessi/e a tutti i livelli: sensoriale, cognitivo, emozionale.
  • Migliora la capacità di adattarsi in situazioni complesse ed emotivamente stressanti.
  • Sviluppa la responsabilità personale.
  • Aumenta la capacità di attenzione.
  • Facilita i processi legati alla memoria.
  • Promuove atteggiamenti non giudicanti.
  • Migliora la gestione di molti stati psicopatologici (depressione, ansia, panico, dipendenze, disturbi del sonno e del comportamento alimentare).
  • Aumenta le capacità intuitive e le abilità di problem solving.

AREA RELAZIONALE

  • Aumenta l’apertura mentale e la capacità di ascolto priva di pregiudizio verso gli altri.
  • Migliora l’attenzione all’altro/a e alla qualità della relazione.
  • Accresce la curiosità, la fiducia e l’empatia.
  • Aumenta l’equilibrio emotivo: migliora la capacità di riconoscere le emozioni e di gestire quelle negative, senza farsi travolgere da esse e senza mettere in atto comportamenti disfunzionali.
  • Riduce la rabbia e i comportamenti impulsivi.

AREA FISIOLOGICA/CORPOREA

  • Riduce la sensibilità al dolore.
  • Migliora il sistema immunitario.
  • Aiuta a liberarsi dalle dipendenze: fumo, alcool, droghe, cibo.
  • Migliora la qualità del sonno.
  • Aiuta a rallentare il decadimento cognitivo provocato dall’invecchiamento.

EVIDENZE SCIENTIFICHE

Nell’ultimo decennio diverse ricerche e molteplici studi scientifici si sono concentrati per identificare le regioni cerebrali e le reti neuronali che possono subire eventuali modificazioni strutturali e funzionali in relazione alla pratica costante della Mindfulness. In particolare, gli studi più recenti nell’ambito delle neuroscienze hanno avuto come scopo quello di identificare eventuali correlazioni tra quest’attività e la riduzione dello stress, la regolazione delle emozioni e l’aumento generale del benessere psicofisico.

I risultati di queste ricerche attestano in modo inequivocabile che praticare costantemente la Mindfulness porta a modificazioni strutturali o funzionali in diverse regioni del cervello, con conseguenti effetti positivi sul benessere psicofisico dell’individuo:

  • la corteccia frontale polare, che gli studi suggeriscono essere correlata al potenziamento dell’abilità di meta-consapevolezza;
  • le regioni corticali sensoriali e l’insula, aree deputate alla consapevolezza del corpo;
  • l’ippocampo, struttura correlata ai processi della memoria;
  • la corteccia cingolata anteriore, la corteccia cingolata media, la corteccia orbitofrontale, aree correlate all’attenzione e alla focalizzazione;
  • l’amigdala, struttura nota per essere correlata alla regolazione delle emozioni;
  • il fascicolo longitudinale superiore e il corpo calloso, strutture coinvolte nella comunicazione intra e interemisferica.

In ultima analisi, i risultati confermano pienamente le ipotesi sui benefici che la Mindfulness può portare a chi la pratica, in particolare con riferimento alle tre macro aree oggetto di ricerca, ovvero i processi mentali collegati all’attenzione e alla memoria, la regolazione delle emozioni e la consapevolezza (di sé, del proprio corpo e degli stati cognitivi ed emotivi).

MINDFULNESS E SCUOLA

L’età evolutiva non è certamente priva di fattori stressanti. I bambini e le bambine oggi si confrontano con una quantità di stress maggiore rispetto al passato: i ritmi frenetici con cui si susseguono le diverse attività all’interno delle giornate, i molteplici impegni scolastici, sportivi e sociali e le richieste sempre maggiori cui si trovano a dover far fronte li mettono in una condizione di fatica e di disagio psicologico. Non c’è da stupirsi quindi se, a causa del carico di stress a cui sono sottoposti e dei numerosissimi stimoli che ricevono, non siano facilitati in tutti quei processi di regolamentazione delle emozioni, di concentrazione, di mantenimento dell’attenzione e di gestione dell’impulsività che stanno alla base del processo di apprendimento e, più in generale, del loro percorso di crescita.

In realtà, sin dall’infanzia i bambini e le bambine possiedono una predisposizione naturale e innata all’essere focalizzati sul momento presente e a esprimere in modo genuino e diretto le loro emozioni, senza preoccuparsi del giudizio degli altri. Ciò è sicuramente un ottimo punto di partenza, ma è fondamentale e necessario che questa loro predisposizione venga continuamente stimolata e rinforzata dall’ambiente e dagli adulti di riferimento, in particolare nel contesto scolastico.

La scuola, infatti, il luogo in cui il bambino/la bambina trascorre diverse ore della sua giornata per gran parte dell’anno, è l’ambiente in cui si costruisce il sapere e si trasmette la conoscenza, ma è anche e soprattutto il luogo dove si allenano moltissime altre competenze: le abilità sociali, emotive e relazionali.

Alla base di tutte queste troviamo la consapevolezza di sé, ovvero la capacità di essere ancorati al presente, di sentire il proprio corpo, le emozioni e i propri pensieri nel qui e ora, senza giudicarli e senza cercare di combatterli, ma semplicemente osservandoli con gentilezza.

Insegnare al bambino/alla bambina ad avere una maggiore consapevolezza di sé significa ottenere risultati anche per quanto riguarda lo sviluppo dell’empatia, di competenze socio-emotive e di tecniche per accettare e vivere senza frenesia e senza giudizio il presente: tutto questo comporta una riduzione degli automatismi dettati dall’impulsività e dall’incapacità di autoregolarsi e, in ultima battuta, permette di accrescere il benessere psicologico e relazionale generale, sia del/della singolo/a bambino/a che della classe intera. In quest’ottica, la Mindfulness a scuola può essere un valido strumento per educare alla consapevolezza, per aumentare il livello di attenzione, ma anche per potenziare il pensiero critico e la creatività, migliorare le relazioni tra pari, l’equilibrio emotivo e la socializzazione.

Nello specifico, i principali benefici dovuti a una pratica costante della Mindfulness in classe sono:

  • sviluppo di una maggiore autoconsapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni;
  • miglioramento del rendimento scolastico grazie a una maggiore capacità di attenzione e concentrazione;
  • riduzione di stress, tensione, irrequietezza, ansia;
  • maggiore capacità di autoregolazione e controllo degli impulsi;
  • rinforzo dell’autostima;
  • riduzione della rabbia e di comportamenti aggressivi e violenti;
  • sviluppo di comportamenti prosociali, legati a maggior empatia e intelligenza emotiva;
  • miglioramento delle relazioni all’interno della classe e aumento della cooperazione, del confronto e della condivisione tra compagni.

LA MINDFULNESS IN CLASSE

Il lavoro sulla Mindfulness richiede tempi piuttosto lunghi e molta costanza; è una sorta di allenamento psicofisico e bisogna procedere gradualmente, per piccoli passi, lavorando sui gesti quotidiani.

La Scuola Primaria è un ottimo punto di partenza per introdurre la Mindfulness perché i bambini/le bambine hanno una mente aperta e non condizionata, che non si aspetta nulla: sono in grado di accogliere ciò che arriva così com’è e sono quindi disposti ad avvicinarsi a una nuova esperienza forse anche più facilmente degli adulti.

Ci sono molti progetti di Mindfulness ideati per le scuole, in primis legati alla formazione dei/delle docenti: per cominciare ad attuare questa pratica con i bambini e le bambine è fondamentale non improvvisare e non inventare nulla. È importante prima di tutto fare esperienza diretta di Mindfulness e prendere confidenza con la pratica; quindi si potrà iniziare a proporre delle attività pensate proprio per gli alunni e le alunne.

All’inizio non sarà semplice mantenere un buon livello di concentrazione in classe, ma si può cominciare con pratiche molto brevi, di 5-10 minuti al massimo, in cui i bambini/le bambine vengono invitati/e a chiudere gli occhi e a respirare lentamente, prima in modo spontaneo, poi guidati/e nel far entrare un po’ di aria dal naso e farla uscire dalla bocca. In questo modo saranno focalizzati/e esclusivamente sul momento in cui stanno respirando, cioè sul momento presente.

È quasi scontato che, per un’attività così importante per i benefici che può portare, i bambini/le bambine debbano trovarsi in una condizione di assoluto agio; per questo motivo è importante anche lo spazio scelto, così come la posizione da tenere: l’ideale sarebbe farli sedere a terra, magari con dei cuscini, in modo che ciascuno scelga come e dove posizionarsi.

La pratica della respirazione consapevole è il punto di partenza per iniziare a rilassarsi e “guardarsi dentro”. Una volta che l’aria entra nel corpo deve essere guidata come se andasse a riempire tutti gli spazi (la testa, la pancia, le gambe, ecc.). Lo scopo è quello di imparare a conoscere il proprio corpo “da dentro”: si vanno a “osservare” le proprie sensazioni fisiche, i pensieri che attraversano la mente e le emozioni che “abitano” il corpo.

Alla fine dell’attività i bambini/le bambine possono raccontare alla classe l’esperienza che hanno appena vissuto, in un momento finale di condivisione assolutamente libera e spontanea.

Questi momenti possono ripetersi anche quotidianamente se sono di breve durata; a mano a mano che le sessioni si allungheranno è preferibile mantenere la media di una volta a settimana, con durata di 30-40 minuti.

Non bisogna comunque dimenticare che le pratiche della Mindfulness sono tante e diverse, e bisogna strutturare un progetto ben preciso per fissare esattamente ciò su cui si vuole lavorare con la propria classe, per quanto tempo, e con quali modalità. Gli obiettivi sul lungo termine saranno gratificanti sia per l’insegnante, sia per gli alunni/ le alunne e per la classe nel suo complesso.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Come organizzare l’accoglienza per il primo giorno di scuola nel “Parco dei Divertimenti” di Pepper

accoglienza di Pepper

Prima ancora di chiedere a bambine e bambini di trasferire le conoscenze apprese nella Scuola dell’Infanzia su un foglio, con la matita in mano, sarebbe opportuno far vivere momenti nei quali possano sperimentare alcune attività vivendole con il proprio corpo. Sono proposte caratterizzate dall’approccio laboratoriale di cui alunni e alunne hanno bisogno, soprattutto nella prima fase di esplorazione del nuovo ambiente. Ciò vi consentirà di osservarli/e anche al di fuori…

Agli studenti dico di non fare il liceo classico perché a scuola si deve studiare quello che serve non ciò che piace

studiare quello che serve

Che il liceo classico sia uno dei pilastri dell’educazione italiana non è certo un mistero. Dopo anni di cali finalmente le iscrizioni sono tornate a crescere e, in aggiunta, in molti lo ritengono un indirizzo fondamentale per la formazione di cittadini consapevoli. Eppure non tutti sono d’accordo: l’imprenditore Alberto Forchielli, fondatore dell’associazione Drin Drin, ha un’idea piuttosto diversa dell’educazione. Nelle sue parole, la scuola deve concentrarsi sull’innovazione e sullo sviluppo…

L’insegnante porta il suo cane in classe e l’iniziativa si rivela un successo: “Alunni più attenti, voti più alti e più rispetto e collaborazione tra i compagni”

insegnante porta il suo cane in classe

In provincia di Rieti, nella scuola primaria di Cittaducale e Canetra, da mesi gli alunni seguono le lezioni di matematica insieme ad un’ospite speciale. Si tratta di Aida, il labrador delle docente, che quasi ogni giorno entra in classe, si siede al suo banco e partecipa alla vita di classe insieme ai suoi compagni umani. Il progetto innovativo sta dimostrando quanto la presenza di un cane in aula possa influenzare…

Insegnamento della storia nella scuola primaria, ecco i migliori metodi didattici

insegnamento della storia nella scuola primaria 2025

Esistono fondamentalmente due metodi per insegnare, e dunque imparare, la storia: il metodo tematico, cioè la presentazione di un tema, per esempio la necessità di procurarsi cibo oppure la scrittura, cercando di capire come si è sviluppato nel tempo, in una civiltà o in una popolazione ed il metodo cronologico, cioè la presentazione di fatti in successione, seguendo una sequenza lineare e ordinata, concatenando gli avvenimenti in una prospettiva di…

C’è una libreria che nei giorni di maltempo tiene gratuitamente gli alunni quando le scuole chiudono per allerta rossa

scuole chiudono per allerta rossa

Una libreria indipendente di Bologna è diventata per un giorno un rifugio pronto ad accogliere bambini e ragazzi rimasti a casa per via del maltempo. Con le scuole chiuse, la libreria Attraverso ha aperto le porte alle famiglie in difficoltà, offrendo uno spazio sicuro per i più piccoli. Lì, gli ospiti hanno potuto leggere, giocare e socializzare in quello che rappresenta uno degli esempi più interessanti di socialità e senso…

5 motivi per cui Nel Cuore delle Parole è il sussidiario delle letture più utilizzato

Nel Cuore delle Parole è il sussidiario delle letture più utilizzato

L’acquisizione di solide competenze linguistiche nella scuola primaria rappresenta un investimento cruciale per l’intero percorso formativo degli studenti. Numerose ricerche dimostrano come la capacità di leggere, comprendere e produrre testi complessi fin dai primi anni di scuola sia strettamente connessa al successo scolastico e professionale futuro. Secondo l’indagine PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study), condotta ogni cinque anni dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) per…

Nell’immaginario collettivo i docenti che correggono i compiti in classe generano ancora una certa tristezza

docenti che correggono i compiti in classe

La valutazione è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e dibattuti in ambito scolastico. Non si tratta soltanto della scelta fra giudizi sintetici e giudizi descrittivi, che ancora oggi tiene banco, o delle reazioni dei genitori di fronte ad un voto più basso rispetto alle aspettative. Al contrario, il punto fondamentale riguarda cosa realmente significa valutare il lavoro di uno studente. Valutare un tema, per esempio, è un processo…

7 motivi per cui adottare Direzione Letture in quarta e quinta primaria

adottare Direzione Letture

Insegnare a leggere non significa soltanto trasmettere un’abilità. Significa offrire ai bambini uno strumento per decifrare il mondo, riconoscersi, entrare in relazione con gli altri e costruire una vita piena di senso. Eppure, sempre più spesso, i piccoli alunni mostrano difficoltà nella comprensione dei testi, nella capacità di rielaborare contenuti e, soprattutto, di dare forma scritta al proprio pensiero. Non si tratta solo di un’emergenza didattica. È un nodo educativo,…

Se ti aspetti poco dai tuoi studenti, è probabile che otterrai poco anche da loro. Le terribili conseguenze dell’effetto Golem

effetto Golem

Quante volte sarà successo di avere un alunno o un compagno di classe che proprio non riesce ad avere buoni risultati in una materia? I voti delle sue verifiche e delle sue interrogazioni sono così bassi che, in fondo, ci si aspetta proprio quel tipo di valutazione. E nulla di diverso. Ecco, spesso questa dinamica ha poco di oggettivo: al contrario, si tratta di un meccanismo psicologico che prende il…

Annunciato il kit docente gratuito per tutti gli insegnanti che adotteranno un sussidiario del Gruppo Editoriale ELi nel prossimo anno scolastico

kit docente gratuito

Scegliere il sussidiario giusto per la scuola primaria è per l’insegnante una decisione importantissima. Sarà quel libro di testo ad accompagnare per i primi anni di istruzione tantissimi alunni, insieme ai materiali didattici pensati per il docente. Un buon sussidiario deve infatti essere affiancato da strumenti che possano semplificare il lavoro quotidiano in classe, migliorare l’organizzazione delle lezioni e favorire una didattica più efficace e inclusiva. Risponde a questa esigenza…

Hai visto la novità?

X