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La rivista per la scuola e per la didattica
EDUCAZIONE

Sottostimare i bambini è una manipolazione invisibile che li rende totalmente dipendenti dagli adulti — e a noi fa comodo così

Si sentono spesso insegnanti e genitori lamentarsi che i bambini non riescono più a svolgere attività manuali semplici come ritagliare, tagliare del cibo o riordinare la loro camera. D’altra parte c’è una fitta schiera di genitori molto, troppo protettivi con i loro figli: genitori che, preoccupati per possibili infortuni, precludono molte esperienze ai propri figli. Terrore di infortuni, terrore di malattie, terrore di abiti sporchi: sareste sorpresi se sapeste quanti genitori si lamentano con gli insegnanti se i bambini a scuola si fanno male, hanno gli zaini pesanti o si sporcano mangiando o dipingendo

Giocare all’aperto quando piove? Mai!

Una mia amica inglese, mi disse che trova strano che in Italia i bambini non vengano mandati a giocare fuori quando piove. In alcune zone dell’Inghilterra piove 350 giorni all’anno, e questo vorrebbe dire che ai bambini non giocherebbero praticamente mai all’aperto. Io le ho spiegato che se un insegnante mandasse i bambini in cortile in una giornata di pioggia, verrebbe come minimo chiamata in presidenza, data la mole di lamentele che arriverebbero dai genitori.

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Il video della scuola norvegese diventato virale

In questi giorni sta facendo discutere un video diventato virale, in cui i bambini di una scuola norvegese sono impegnati in attività che farebbero letteralmente morire di paura i genitori di cui sopra: bambini che tagliano rami con un coltello, che affettano verdure, che attraversano ruscelli passando su pietre o su ponti di legno improvvisati… Addirittura, nel video si sente una voce narrante che dice che i bambini che arrivano a casa con gli abiti puliti sono bambini che non hanno fatto esperienze, e i genitori norvegesi ne sono delusi.

Imparare è spesso anche rischiare

Quando un bambino impara corre il rischio di farsi male: psicologicamente, se ciò che sta imparando è un contenuto, perché eventuali iniziali errori possono frustrare, ma anche fisicamente. Quando i bambini imparano a camminare o ad andare in bicicletta cadono molto spesso, quando imparano a tagliare la carne può capitare che si sbuccino un dito: è la natura delle cose.

La paura delle denunce

Nella scuola italiana queste attività non si fanno. Non perché gli insegnanti non avrebbero voglia di far cimentare i propri alunni in attività pratiche, ma perché i rischi e la burocrazia legati agli incidenti sono troppo grossi. Ogni volta che un bambino si fa male, l’insegnante deve compilare un modulo in cui descrive l’accaduto e assicura che tutto il possibile per prevenire la situazione e rimediare all’accaduto è stato fatto.

Un ritorno al passato è possibile?

Eppure nella scuola del passato le attività manuali o di movimento erano fortemente incoraggiate. Dalla falegnameria al taglio e cucito, i lavori cosiddetti “fai da te” venivano svolti regolarmente. Nei campi scout si imparava davvero a fare e a costruire, e nei parchi Robinson, negli anni Cinquanta e Sessanta, si svolgevano lavori manuali con martelli e seghetti, ci si arrampicava e si costruivano addirittura case sugli alberi. I bambini erano sporchi e felici e la cosa più importante è che mettevano veramente in campo abilità di problem solving che oggi si pretende di insegnare solo attraverso le attività in classe, rigorosamente seduti e con il quaderno davanti.

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Occorre smettere di avere paura e buttarsi

I genitori sono diventati troppo protettivi e gli insegnanti sono troppo spaventati da denunce, lamentele e rischi di vario genere: per ritornare a tutto questo forse la soluzione sarebbe semplicemente buttarsi, ripristinare quel patto di fiducia tra genitori ed educatori e far passare la paura. I genitori di oggi sono bambini che nel passato hanno pescato i girini negli stagni, si sono arrampicati sugli alberi, hanno giocato con giochi spesso non sicuri, non ipercontrollati e non a norma di legge. Come è possibile che oggi nutrano tutta questa paura per i loro figli?

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