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OPINIONI

La riforma del voto in condotta non convince Novara: “La scuola non deve trasformarsi in un luogo di punizione”

“La scuola non è un luogo di espiazione della pena e di punizione, bensì di apprendimento”. Con queste parole il pedagogista Daniele Novara critica la riforma del voto in condotta link esterno voluta da Giuseppe Valditara. Se per il Ministro dell’Istruzione e del Merito il voto in condotta deve essere più determinante ai fini della bocciatura, Novara è in disaccordo su tutta la linea: “così si sviliscono i presupposti della scuola stessa”.

Tornano i giudizi sintetici

In un’intervista al giornale Fanpage link esterno, Daniele Novara si è mostrato molto critico nei confronti della riforma del voto in condotta. Il nuovo sistema comprende anche il ritorno ai giudizi sintetici nella scuola primaria, un sistema giudicato troppo semplificato. Per il pedagogista, il governo non ha mai valutato i giudizi descrittivi se non in modo ideologico:

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Ora invece con una parola, “insufficiente”, si chiude l’intera questione. È come se un allenatore di calcio, dopo una sconfitta, si presentasse nello spogliatoio e dicesse “È andata male”, senza analizzare i motivi per cui si è perso. Non penso che alla lunga i genitori saranno felici.

Un sistema più chiaro è un sistema che permette ai genitori e agli alunni di comprendere il loro grado di preparazione, non un sistema che dia esclusivamente delle etichette. Utilizzarlo è semplice, insomma, ma non porta vantaggi reali per la crescita dei giovani: semplificazione non sempre vuol dire miglioramento.

Una visione restrittiva

La reintroduzione dei giudizi sintetici nella scuola primaria e la riforma del voto in condotta vanno in direzione di una visione restrittiva della scuola. Un contesto che comunica per etichette rischia di guardare soltanto alla performance, perdendo di vista il benessere e lo sviluppo degli alunni.

Allo stesso tempo, un sistema che prevede la bocciatura per un semplice voto numerico non assolve alla funzione della scuola: non aiuta gli studenti a diventare futuri cittadini consapevoli. Tutto l’opposto, insomma, di quanto auspicato dal Ministro Valditara, che invece sostiene la bontà del provvedimento:

Con la riforma del voto in condotta si ripristina l’importanza della responsabilità individuale, si dà centralità al rispetto verso le persone e verso i beni pubblici e si ridà autorevolezza ai docenti.

Ma è davvero così?

La scuola non è una punizione

Daniele Novara è piuttosto chiaro su questo punto. Un approccio come quello del Ministero dell’Istruzione e del Merito di fatto annulla tutti i passi avanti che si erano fatti in precedenza. In particolare, l’idea stessa che un voto solo possa determinare la promozione o la bocciatura di uno studente non è soltanto anacronistica, ma dannosa su tutta la linea. Continua il pedagogista:

Far ripetere un intero anno a uno studente che assume comportamenti scorretti significa trasformare la scuola, un luogo di apprendimento, in una pena da espiare. È davvero questo che vogliamo?

Piuttosto che promuovere il cambiamento attraverso la punizione, per Novara sarebbe molto più utile aiutare i ragazzi a comprendere il valore del rispetto e della responsabilità.

La strada da seguire non è quindi quella della repressione, né quella che conduce alla semplificazione della scuola: al contrario, è necessario andare verso un’educazione inclusiva e complessa, capace di accogliere le diversità e accompagnare i ragazzi verso una crescita che sia consapevole ed equilibrata.

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