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SCUOLA DIGITALE

Il fenomeno dei docenti influencer

C’è una nuova frontiera dell’insegnamento, ed è digitale. Sempre più insegnanti, in Italia e nel mondo, stanno trasformando i social media in strumenti didattici e di narrazione, aprendo una finestra sul mondo della scuola vissuta dall’interno. Non si tratta soltanto di una moda passeggera: i cosiddetti teacher influencer sono diventati veri e propri punti di riferimento per colleghi, studenti e famiglie, capaci di coniugare competenze pedagogiche e abilità comunicative.

Il fenomeno ha conosciuto una forte accelerazione durante la pandemia, quando le piattaforme digitali sono diventate canali privilegiati per mantenere il contatto con gli studenti. Da allora, molti docenti hanno continuato a usare Instagram, TikTok, YouTube o i podcast per raccontare la propria quotidianità scolastica, condividere buone pratiche e ispirare altri educatori. Alcuni sono riusciti a trasformare questa presenza online in una seconda carriera, ottenendo visibilità, collaborazioni e, in alcuni casi, guadagni extra.

L’insegnante come comunicatore

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Nella nostra epoca, dunque, il ruolo del docente non si esaurisce più nella trasmissione di conoscenze. Sempre più spesso, l’insegnante è anche un comunicatore, un creatore di contenuti, un narratore. Sui social, i teacher influencer mostrano con ironia e realismo il dietro le quinte del proprio lavoro: lezioni, consigli di classe, momenti di confronto, sfide quotidiane. Una comunicazione partecipativa e bidirezionale, che non banalizza, ma coinvolge.

Alcuni volti sono diventati familiari a migliaia di follower. È il caso di Vincenzo Schettini, professore di fisica e creatore del progetto “La fisica che ci piace”, con oltre due milioni di follower e una presenza fissa in prima serata su Rai. O di @maestragiulia91, che porta il rap nella scuola primaria come strumento educativo. @laprofspettinata offre orientamento ai futuri docenti alle prese con i maxi-concorsi, mentre Ivana Capone (@unadidatticachesuona) racconta l’educazione musicale con passione e competenza. Guendalina Middei, conosciuta come Professor X, si è conquistata la fiducia degli amanti dei classici con il suo profondo amore per la letteratura classica. Tra i più noti c’è anche Filippo Caccamo (@filippo_caccamo), attore comico e autore, noto per i suoi video virali che ironizzano sul mondo della scuola e del rapporto tra professori e studenti. I suoi sketch, diventati popolari su YouTube e Instagram, lo hanno portato anche a teatro con spettacoli ispirati alla vita scolastica.

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Un nuovo spazio

Essere un docente influencer, dicevamo, può aprire nuove strade professionali: pubblicazioni, progetti educativi, collaborazioni retribuite. Tuttavia, in Italia l’aspetto commerciale resta marginale rispetto ad altri Paesi. Per la maggior parte degli insegnanti attivi online, la motivazione principale è il desiderio di confronto, crescita e condivisione.

Certo, l’esposizione mediatica non è priva di rischi. Alcuni insegnanti hanno ricevuto richiami per contenuti social ritenuti inappropriati, altri sono stati accusati di spettacolarizzare il proprio ruolo. Il confine tra didattica e intrattenimento può farsi sottile. Ma nella maggior parte dei casi, chi sceglie di raccontarsi online lo fa con equilibrio e consapevolezza, animato non dal protagonismo, bensì dal desiderio di valorizzare un mestiere che, nei decenni, non è stato valorizzato abbastanza.

L’etica digitale

Proprio per gestire questa visibilità crescente entra in gioco l’ANP (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) con il suo Codice Deontologico per gli insegnanti link esterno. L’obiettivo è quello di promuovere comportamenti responsabili anche negli spazi digitali, scoraggiando, ad esempio, l’uso scorretto dei social nei rapporti con gli studenti, le critiche pubbliche ai colleghi o il coinvolgimento delle famiglie nelle dinamiche online.

Il Codice raccomanda un atteggiamento rispettoso, anche al di fuori dell’orario scolastico. Commenti denigratori, pubblicazioni offensive o battute fuori luogo possono avere ripercussioni disciplinari. L’etica professionale non si spegne al suono della campanella: chi decide di esporsi pubblicamente è chiamato a farlo con attenzione, coerenza e consapevolezza del proprio ruolo.

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