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Le aggressioni ai docenti sono aumentate del 110%, lo psicologo: “Genitori troppo permissivi che giustificano e minimizzano i gesti dei figli”

Gli ultimi anni hanno visto un aumento delle aggressioni nei confronti del personale scolastico e, in generale, della scuola in quanto istituzione. Di fronte a questi avvenimenti emergono opinioni contrastanti che, nel tentativo di trovare una soluzione, evidenziano le sue complessità. Da una parte quindi fanno discutere le parole del Ministro Valditara mentre, dall’altra, alcuni esperti pongono l’attenzione verso una lettura più profonda del problema. Facciamo il punto.

Aggressioni aumentate del 110%

A dare il dato del 110% è proprio il Ministro dell’Istruzione e del Merito, intervistato nella trasmissione Mattino 5 News su Canale 5. Il tema delle aggressioni dei genitori ai docenti non è certo nuovo, ma negli ultimi tempi se ne parla con più insistenza. In più, come lo stesso Valditara aveva ricordato, è necessario anche trovare una soluzione per i danni causati alle scuole dagli studenti durante le occupazioni.

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La conflittualità tra famiglie e scuola è un fenomeno complesso, certo, che però va tenuto sotto controllo agendo su diversi fronti. Innanzitutto bisogna rafforzare l’autorevolezza dei docenti, un processo del quale Valditara sostiene di volersi occupare sin da quando si è insediato a Viale Trastevere. In secondo luogo, è necessaria anche una cultura del rispetto che possa partire dalle scuole e irradiarsi a tutta la società. Per il ministro, tuttavia, è fondamentale

far capire che l’insegnante non è solo e quindi difenderlo con l’Avvocatura dello stato, nonché aggiungere all’azione di risarcimento privato nel caso di aggressione anche la possibilità per lo Stato e per la scuola di costituirsi in giudizio contro l’aggressore per chiedere il pagamento di una sanzione pecuniaria

Come si può vedere, Valditara propende per un maggiore ricorso alle sanzioni e alle azioni in tribunale, ossia per un approccio punitivo. Allo stesso tempo, però, è necessario anche investire tempo e risorse verso un approccio educativo. Se il primo promette di punire i comportamenti scorretti a posteriori, il secondo permette di prevenirli prima ancora che avvengano. Si tratta di due metodologie fra le quali è sempre meglio trovare un equilibrio: se il ministro sceglie di puntare sulle sanzioni, è bene anche valutare azioni alternative.

Non che i tentativi manchino, anzi tutto l’opposto. Sono piuttosto frequenti le iniziative da parte della scuola, in quanto istituzione e comunità, tese a migliorare il rapporto fra docenti, studenti e genitori. Un tentativo interessante teso a creare un ambiente scolastico educativo link esterno è per esempio il webinar “Scuola e famiglia: un dialogo da costruire nel segno dell’alleanza educativa”, tenuto dalla psicoterapeuta Maria Pia Colella, già autrice San Paolo di importanti volumi molto apprezzati in ambito educativo.

Fra due soggetti come scuola e famiglia, infatti, gli studenti sono i destinatari di quel dialogo oggetto del webinar. Si tratta di una questione che in molti stanno cercando di affrontare, e non da un’unica prospettiva. In un dialogo con il quotidiano Il Giorno link esterno, lo psicoterapeuta Roberto Porro parla proprio del rapporto fra docenti, studenti e genitori, oggi a rischio. Oggi i genitori tendono a giustificare i loro figli e minimizzare i loro gesti; i giovani, a loro volta, sono senza una bussola e un sistema valoriale concreto.

LE Soluzioni possibili

Sempre nel dialogo con Il Giorno, l’avvocata Stefania Crema della Rete Ali per l’Infanzia e l’Adolescenza, prova a dare una spiegazione per le crescenti violenze e aggressioni ai danni della scuola. Secondo la criminologa, la ragione va ricercata in un cambiamento dei modelli culturali e dei valori di riferimento delle generazioni contemporanee. L’eccessiva enfasi sul successo e sulla perfezione a ogni costo coinvolge gli studenti e quindi i genitori, i genitori e quindi gli studenti, in un circolo vizioso difficile da fermare. Cosa fare allora?

Trovare una soluzione non è semplice, ma senza dubbio è necessario partire dal senso di pressione e inadeguatezza che le nuove generazioni provano. Se tutto appare ovattato e privo di conseguenze, come le interazioni su Internet ci hanno abituati, forse il ruolo della scuola è ancora più importante di quanto si sia sempre pensato. Un ambiente dove i giovani possano imparare cosa vuol dire essere responsabili è quasi una rarità, certo, ma forse è proprio il punto da cui ricominciare a educare. E non a punire.

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