Free cookie consent management tool by TermsFeed Generator
La rivista per la scuola e per la didattica
NOTIZIE

Tre bambini di 4-5 anni ogni 50 non vanno alla scuola d’infanzia, cioè entrano nella primaria senza mai aver frequentato la scuola

Quando si parla di frequenza scolastica, il dibattito tende spesso a concentrarsi sulla dispersione e sull’abbandono degli studi da parte dei giovani. Si tratta di problematiche molto presenti nella scuola italiana, e la cui risoluzione richiede politiche che agiscano a livello sistemico.

C’è tuttavia un altro dato che merita attenzione, il numero crescente di bambini che non frequentano la scuola dell’infanzia e passano direttamente alla scuola primaria. Secondo una recente rilevazione ISTAT link esterno, infatti, il loro numero è triplicato negli ultimi 10 anni.

I dati ISTAT

Anno scolastico 2025/26

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

A rilevare il dato sui bambini che non frequentano la scuola dell’infanzia è l’indagine ISTAT dedicata al BES dei territori, ossia al loro Benessere Equo e Sostenibile. Secondo i risultati, la percentuale di bambini che si iscrivono direttamente alla scuola primaria è del 6%, ma 10 anni fa era del 2,1%.

In pratica, 3 bambini su 50 nella fascia d’età 4-5 anni sono fuori dal sistema di istruzione, il triplo rispetto al 2014. Di fronte a risultati del genere, c’è di solito una doppia spinta:

  • da una parte, il tentativo di comprendere le cause del fenomeno;
  • dall’altra parte, l’analisi della distribuzione territoriale del fenomeno.

Nel primo caso, sembra che si possa escludere un forte impatto della pandemia nella decisione dei genitori di non iscrivere i loro figli alla scuola dell’infanzia. Secondo l’ISTAT il valore era già in crescita ben prima del 2020.

Nel secondo caso, ci sono differenze abissali fra Nord e Sud Italia, ma non come si potrebbe pensare. In regioni come Lombardia, Veneto e Lazio la percentuale di bambini che non frequentano la scuola dell’infanzia è rispettivamente all’8%, al 7% e al 12%. Al contrario, regioni come la Campania e la Calabria registrano percentuali dell’1,3% e del 3% rispettivamente.

Vaccini obbligatori e istruzione parentale

Altro elemento preso in considerazione dalla rilevazione ISTAT è quello riguardante la questione delle vaccinazioni obbligatorie. Secondo la legge italiana, infatti, la mancata vaccinazione comporta l’esclusione dei bambini sotto i 6 anni dalla scuola dell’infanzia. Allo stesso tempo, circa il 5% dei bambini sotto i 3 anni non ha ricevuto il vaccino contro malattie come tetano, poliomielite e morbillo.

In un quadro così delineato, interviene anche il ricorso di alcune famiglie all’istruzione parentale o ad asili privati che non vengono considerati nelle rilevazioni dell’istituto di statistica. Detto questo, l’istruzione parentale non può essere vista come una mera conseguenza della decisione di non iscrivere i figli alla scuola dell’infanzia. Al contrario, i genitori devono dichiarare anno dopo anno la capacità di provvedere all’insegnamento, con verifiche periodiche da parte di scuole statali o paritarie.

asili nido

Come abbiamo visto, il dato sui bambini che non frequentano la scuola dell’infanzia riflette una tendenza abbastanza uniforme degli ultimi 10 anni. Spiegabile con il ricorso all’istruzione parentale e con la diminuzione dei vaccini obbligatori, costituisce un fenomeno da indagare con attenzione.

Eppure, c’è un fenomeno simile che però fa registrare un trend completamente opposto, e riguarda gli asili nido. Si tratta di una questione complessa e dalle tante variabili:

  • da una parte, l’Unione Europea ha stabilito il valore minimo in 33 posti di asilo nido ogni 100 bambini;
  • dall’altra parte, a livello nazionale l’offerta è passata da 22 a 30 posti ogni 100 bambini negli ultimi 10 anni.

Al netto dell’aumento nell’ultimo decennio torna anche qui il divario territoriale, che vede il 24% dei bambini frequentare gli asili nido nel Nord Italia, percentuale che scende al 13% nel Sud Italia. Da questo punto di vista è altrettanto importante considerare i costi della retta, che sono già alti negli asili nido comunali e possono anche raddoppiare negli asili nido privati.

Quale che sia la prospettiva, i dati ISTAT sull’istruzione dei più piccoli mostrano un quadro molto complesso, in cui le disuguaglianze territoriali e le barriere economiche hanno un peso preponderante. Come spesso accade, sono necessari interventi mirati e una pianificazione attenta che sappia garantire un futuro più inclusivo a tutti i bambini. Magari anche prima della prossima rilevazione.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Le penna rossa “urla” l’errore mentre quella verde è più gentile. Ma è davvero così?

penna rossa

Da sempre la penna rossa è associata, in ambito scolastico, alle correzioni dell’insegnante. Che sia su un compito in classe o su un esercizio, è il segno inconfondibile di errori o dimenticanze da parte degli studenti. Eppure, da diverso tempo ormai anche questo (vecchio) pilastro della scuola sta cambiando. Sempre più insegnanti infatti scelgono di usare una penna verde per le loro correzioni e non più una rossa, con un…

Lanciata una petizione per tenere le scuole aperte anche a giugno e luglio ma con pause più lunghe durante l’anno scolastico

pause più lunghe durante l’anno scolastico

In Italia si va a scuola da inizio settembre a inizio giugno, con date che possono variare da regione a regione per ragioni climatiche e sociali. Si tratta di un’organizzazione dell’anno scolastico che ormai è in vigore da tantissimo tempo, e che in molti stanno pensando di cambiare. Dopo il caso dell’Emilia Romagna, in cui la giunta regionale ha proposto una simile modifica al calendario, adesso arriva anche una petizione…

Docenti, insegnanti di sostegno e ricercatori italiani sono forse le persone più maltrattate d’Italia, il professore è visto solo come un nemico

persone più maltrattate d’Italia

“Oggi professori, insegnanti di sostegno e ricercatori sono forse le persone più maltrattate d’Italia”. Queste sono le parole, senza mezzi termini, di Arianna Porcelli Safonov in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera , in cui parla del senso dell’istruzione oggi. Benché le contraddizioni del sistema scolastico italiano siano sotto gli occhi di tutti, l’attrice porta all’attenzione una questione fondamentale. Oggi infatti i bambini vengono visti come essere perfetti e intoccabili,…

Chi scrive a mano pensa meglio, la scrittura a mano è un superpotere per imparare. Lo dimostra uno studio norvegese

Chi scrive a mano pensa meglio

Con il recente aggiornamento delle indicazioni nazionali per il primo ciclo, torna in auge il dibattito sull’importanza del corsivo e, in generale, della scrittura a mano. Si tratta infatti di un’attività la cui importanza è passata in secondo piano, in un’epoca come la nostra, ma che nondimeno risulta fondamentale nel processo di sviluppo dei ragazzi, e non solo. Lo confermano le tante testimonianze di esperti e diversi studi, secondo cui…

ChatGpt ci rende davvero stupidi? La risposta ufficiale arriva da uno studio del MIT

chatgpt ci rende stupidi

L’intelligenza artificiale è oggi parte integrante della nostra vita quotidiana, che sia utile per lavoro, svago o anche come aiuto nei compiti scolastici. Si tratta di uno strumento dalle grandi potenzialità il cui uso va regolato, soprattutto in ambito educativo. Meno spesso si parla invece degli effetti che l’uso dell’intelligenza artificiale può avere sull’attività cerebrale. A farlo è un recente studio del Media Lab del MIT , secondo cui l’uso…

Crepet: “Da quando abbiamo smesso di bocciare, la scuola ha perso autorevolezza. Si può invertire la rotta solo attraverso il merito”

abbiamo smesso di bocciare

La scuola di oggi non sa più formare le nuove generazioni: ha perso autorevolezza e manca di figure adulte capaci di guidare davvero i ragazzi. Questo in breve il duro giudizio di Paolo Crepet sul sistema scolastico italiano, dato in diverse interviste e interventi recenti. Ma non è tutto qui. Secondo il sociologo, infatti, è l’intero modello educativo ad attraversare una fase di profonda crisi, dalla scuola agli studenti, da…

Ora è ufficiale: smartphone vietati alle superiori, Valditara firma la circolare. «È per il benessere degli studenti»

smartphone vietati alle superiori

Dal prossimo anno scolastico, anche gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dovranno lasciare lo smartphone nello zaino. Come già annunciato in TV, il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha infatti firmato la circolare che vieta l’uso del telefono anche nel secondo ciclo. Anche per scopi didattici. La stretta è giustificata, sostiene Giuseppe Valditara, dalla necessità di tutelare l’apprendimento e il benessere degli studenti. Ma, nonostante le molte voci…

Troppi ricorsi contro le pagelle, per l’esperto i genitori sono rimasti immaturi e si comportano da “adultescenti”

Troppi ricorsi contro le pagelle

A nessuno piace ricevere una pagella con voti troppo bassi, soprattutto se inferiori alle aspettative. Rispetto a poco tempo fa, tuttavia, è cambiato il modo in cui essi vengono recepiti dalle famiglie: non più come incentivo a migliorare, ma come un torto a cui porre rimedio. E così, come riporta Il Messaggero , negli ultimi anni sono aumentati i ricorsi contro le pagelle da parte dei genitori, e non è…

La scuola primaria mantiene una parvenza di educazione, poi dalle medie in poi è un disastro

dalle medie in poi è un disastro

Umberto Galimberti non è certo nuovo a opinioni divisive, soprattutto relative al mondo della scuola. Se spesso il filosofo si è concentrato sul declino degli insegnanti, troppo interessati alle nuove tecnologie o troppo innamorati dello stipendio, adesso è il turno dei genitori e del loro ruolo. Durante un recente intervento , infatti, Galimberti ha avuto modo di analizzare la crisi della scuola a partire dal fallimento della famiglia. Con alcune…

Studenti senza ansia e docenti valorizzati, ecco come funziona la scuola in Estonia

la scuola in Estonia

È il sogno di ogni studente: andare a scuola e non dover seguire per forza le lezioni. Non è un film, ma un modello di scuola molto apprezzato da docenti, famiglie e alunni: quello dell’Estonia, che sta guidando una vera e propria rivoluzione educativa a livello europeo. Una scuola più legata alle competenze che ai contenuti, stipendi più alti per i docenti, stop alle cosiddette “classi-pollaio” da 30 studenti, un…

Hai visto la novità?

X