Svolgere attività di drammatizzazione è positivo per i risultati scolastici ma non solo, anche per la socialità e la comunicazione. Ecco, in questo articolo, alcuni motivi per cui fare teatro a scuola dovrebbe essere irrinunciabile, l’opinione di alcuni esponenti del mondo dello spettacolo e come i testi scolastici stanno iniziando a rendersi conto del potenziale di questa attività.
Perché fare teatro a scuola fa bene allo studio?
Sono stati svolti numerosi studi e osservazioni che hanno evidenziato e sottolineato l’importanza dell’attività teatrale a scuola come motore di numerosi benefici:
- gli studenti coinvolti in attività di laboratorio teatrale condotte a scuola hanno mostrato di avere probabilità significativamente più basse di abbandono scolastico.
- I ragazzi che svolgono attività teatrali hanno livelli più alti nelle prestazioni riguardanti la matematica, la lettura e la scrittura e non solo, migliorano anche nell’efficacia della comunicazione verbale e non verbale.
- Il teatro e le attività artistiche connesse a esso sono di grande aiuto anche per i bambini e i ragazzi con disabilità, disturbi dell’apprendimento e difficoltà socioeconomiche.
Benefici non solo scolastici
Ma oltre ai benefici accademici e cognitivi, le attività di teatro sono ciò che davvero contribuisce alla formazione, all’esercizio e al miglioramento della capacità di empatia. Le esperienze teatrali “costringono” a mettersi nei panni dell’altro, interpretare le emozioni altrui, spesso di personaggi che non hanno nulla a che fare col proprio vissuto, con i quali non si ha nulla in comune, ma che per esigenze di copione è necessario conoscere e fare propri.
L’opinione di attori e registi
Diverse figure del mondo dello spettacolo italiano, in questi giorni, hanno proposto al Ministero dell’Istruzione di introdurre attività teatrali a scuola, non come laboratorio di “svago” pomeridiano bensì come materie scolastiche vere e proprie. Dal regista Pupi Avati all’attore Pierfrancesco Favino, sono molte le personalità che evidenziano l’importanza della recitazione. Mai come oggi, infatti, è necessario imparare a calarsi nei panni degli altri per affinare le proprie doti empatiche, che rischiano di essere trascurate e perdersi in una società come la nostra, permeata da individualismo e frammentazione sociale.
I testi scolastici e il teatro a scuola
Anche i testi scolastici iniziano a introdurre suggerimenti di attività teatrali tra gli esercizi e i compiti presenti. Letture in viaggio 4-5 , per esempio, propone, come lavoro di elaborazione di una lettura, la drammatizzazione e la messa in scena di ciò che si è letto, con particolare attenzione ai dialoghi e alle gestualità fisiche. La maestra Giovanna è una lettura in cui l’intera classe può divertirsi a entrare nei panni della maestra protagonista, delle sue colleghe stupite dal suo comportamento e dei bambini: è necessario che le attività di recitazione e drammatizzazione non siano svolte solo dai ragazzi più grandi ma che entrino a scuola fin dalle più tenere età, per costruire le personalità del domani, empatiche e attente a comprendere e capire l’Altro.
Il teatro ha sempre fatto sognare grandi e piccini, con la sua magia. È importantissimo che sin dalla scuola dell’infanzia, fino alle scuole di grado più alto, i bambini e i ragazzi conoscano la magia del fare teatro e, perché no, anche dell’andare a teatro.
Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sottoterra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco. (Victor Hugo)