La rivista per la scuola e per la didattica
APPRENDIMENTO

L’alfabeto delle emozioni, l’importanza di esplorarle e riconoscerle già con i bambini di classe prima della scuola primaria

La gestione delle emozioni è una delle dieci competenze che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “life skills”, ovvero abilità sociali, cognitive e personali per affrontare con positività le sfide che la vita ci propone.

Ma per gestire le emozioni è necessario riconoscerle e governarle. Le emozioni hanno implicita la parola movimento (dal latino “moveo”), cioè una tendenza ad agire e, come sostengono i sociobiologi a partire dagli anni ’70, ci guidano nell’affrontare situazioni e compiti difficili che non possono essere affidati solo alla mente. Con lo sviluppo dell’intelligenza emotiva si sviluppano anche le capacità intellettuali e ciò favorisce l’armonia tra mente e cuore.

Paradossalmente oggi si parla di crisi morale profonda della nostra società e si evidenziano i casi negativi per avvalorare questa tesi. Crediamo occorra, invece, cambiare prospettiva. Non “spaccare tutto”, ma “aggiustare tutto”, cioè osservare il malessere emozionale dei bambini e cercare di condurli verso l’interpretazione dei loro sentimenti, insegnando ciò che potremmo definire per l’appunto: “l’alfabeto delle emozioni”.

Anno scolastico 2024/25

Adotti un nuovo sussidiario?

Con i nuovi corsi del primo e secondo ciclo per la scuola primaria del Gruppo Editoriale ELi hai un vero e proprio Kit docente in esclusiva per te

kit docente 2024

È proprio la neuroscienza, cioè ciascuna delle discipline che studiano la struttura e il funzionamento del sistema nervoso, a sostenere che lavorando con la prospettiva di controllare le nostre emozioni, aiutare gli altri, cooperare e stabilire buone relazioni sociali, potremo sperare in un domani migliore. Lavorare oggi per domani è ciò che appartiene anche alla scuola.

Ci sono così tante emozioni, da non possedere tutte le parole per ogni sottile sfumatura. I ricercatori continuano a discutere su quali siano le primarie. Alcuni teorici propongono famiglie di emozioni fondamentali: la gioia, la tristezza, la paura, l’amore, il disgusto, la rabbia, la sorpresa, la vergogna, e ognuna prepara il corpo a un tipo di risposta molto diversa. È come se dentro di noi ci fossero due modalità di conoscenza: quella della mente razionale, in cui domina la capacità di soppesare e riflettere e, accanto, la mente emozionale forte e istintiva.

Sappiamo che un bambino di 6/7 anni, come ci insegna Jean Piaget, è ancora nel periodo “dell’egocentrismo infantile”, una fase di crescita in cui si relaziona con il mondo dal proprio punto di vista. Perciò nella scuola, con i bambini di questa età, possiamo iniziare a costruire questo percorso impegnativo partendo da quelle che vengono chiamate “soft skills primarie”, che riguardano l’intelligenza emotiva e la consapevolezza di sé in relazione all’altro.

Sono competenze trasversali che possiamo esercitare in ogni tipo di attività scolastica, attraverso:

  • la collaborazione e l’aiuto reciproco;
  • il rispetto dell’altro, l’accoglienza della diversità e l’inclusione;
  • il riconoscimento delle abilità e dei “ruoli”;
  • il piacere di svolgere adeguatamente il proprio lavoro con attenzione anche ai piccoli particolari;
  • lo sviluppo della fantasia e della creatività.

Dunque, il ruolo dei docenti è fondamentale, ed è da espletare con l’autorevolezza, non con l’autorità. Come sappiamo tutti, un docente è autorevole quando, oltre a conoscere bene le sue materie, ha la capacità di condurre la classe verso obiettivi condivisi. Per essere insegnanti più efficienti ed efficaci diamo allora uno “sguardo” alla “finestra di tolleranza”, concetto sviluppato da Daniel Siegel, psichiatra infantile statunitense.

Immaginiamo una finestra divisa in tre parti in senso orizzontale, dove ci sia: al centro la zona ottimale di tolleranza, in alto una zona di iperattività e, in basso, una zona di attività insufficiente.

  • Nella zona ottimale di tolleranza ci si sente abili a risolvere i problemi e ad affrontare ciò che accade nella vita.
  • Nella zona di iperattività si provano ansia, rabbia, mania di controllo, pensieri ossessivi.
  • Nella zona di attività insufficiente ci sono noia, senso di vuoto, difficoltà a concentrarsi.

È perciò che, come docenti, dobbiamo sempre cercare di non essere nella zona di disagio in cui si trova il bambino/a, perché in questo modo non saremmo di aiuto, anzi finiremmo in quello che si chiama “allagamento emotivo.”

Ed è proprio questo filo che ci ha guidato nella scrittura del Metodo di Festa a Sorpresa link esterno, il sussidiario del primo ciclo della scuola primaria di cui siamo autrici. A sostegno di un rigoroso impianto didattico basato sul metodo fono-sillabico, abbiamo raccontato un’allegra storia che si dipana pagina dopo pagina, e abbiamo anche disseminato il libro di tante schioccanti filastrocche per far ricordare meglio le difficoltà fonetiche.

festa a sorpresa metodo

FESTA A SORPRESA

Scopri il nuovo sussidiario del primo ciclo della scuola primaria di Liliana e Maria Loretta Giraldo

Poi, proprio prendendo spunto dalla storia, abbiamo pensato di dar vita a una guida per gli insegnanti, strutturata in tre punti per ogni pezzo di storia e per ciascuna lettera dell’alfabeto. Punti che abbiamo chiamato:

  1. spunti e proposte, per le conversazioni;
  2. intreccio di sentimenti ed emozioni, nato dall’intento di esprimere, con il suo nome, il sentimento sotteso di ogni personaggio della storia;
  3. laboratorio. Ad ogni sentimento è dedicato un laboratorio, di vario genere: arte, musica, educazione motoria, storia…, pianificato, multidisciplinare, individuale o di gruppo, utile allo scopo di lavorare sulle emozioni.

Il risultato è un percorso emotivo da fare con i bambini e le bambine per iniziare a chiamare per nome tutti i sentimenti, che hanno pari dignità, e che suggerisce la necessità di insegnare quello che potremmo chiamare “alfabeto emozionale”, per orientare le emozioni alla positività e nella giusta direzione per risolvere i problemi e per interagire con gli altri. Dunque, un vero e proprio progetto didattico ricco di spunti, di riflessioni e di laboratori.

CONDIVIDI L'ARTICOLO

ARGOMENTO

SI È PARLATO DI


Il disagio giovanile nasce dall’educazione ricevuta in famiglia, dove troppo spesso i genitori, invece di ascoltare i figli, preferiscono criticare gli insegnanti

disagio giovanile

Di fronte a quella che sembra una vera e propria escalation di violenza fra giovani e giovanissimi, non è semplice trovare risposte soddisfacenti. Prova a dare una lettura di questo fenomeno il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, intervenuto sul quotidiano Il Nord Est , e individuare una serie di cause. Fra queste, la più profonda riguarda senza dubbio l’influenza dei genitori e il modo in cui, piuttosto che educare i…

Bisogna vietare i social ai più giovani e ritornare all’alfabetizzazione riscoprendo la scrittura a mano

vietare i social ai più giovani

Uno dei dibattiti più sentiti all’interno del contesto scolastico, e non, è senza dubbio quello riguardante l’uso della tecnologia fra bambini e adolescenti. Se infatti alcuni vedono nei dispositivi digitali un valido strumento per l’educazione, altri invece mettono in guardia dalle conseguenze di un loro abuso. La scrittrice Susanna Tamaro, in una recente intervista su Vanity Fair , ha fatto proprie alcune delle preoccupazioni riguardanti la tecnologia, avanzando anche una…

Cos’è lo Spaced Learning e perché può migliorare l’uso del tempo in classe

spaced learning

Una delle innovazioni più interessanti nel campo dell’educazione riguarda il cosiddetto spaced learning, una metodologia educativa che riguarda un uso strategico del tempo di apprendimento. Si tratta infatti di un approccio che promette di potenziare il ruolo della memoria a lungo termine ma, allo stesso tempo, di migliorare la parte applicativa delle conoscenze teoriche. Vediamo di cosa si tratta, e se davvero è può massimizzare l’efficienza del processo educativo. Cos’è…

Il 50% degli studenti diplomati è senza competenze adeguate. Lo dice l’Istat

senza competenze adeguate

L’ISTAT ha pubblicato il report “I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani”. In particolare, l’indagine dell’istituto di statistica si concentra sulle prestazioni scolastiche degli studenti italiani che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Come ci si può aspettare, i risultati sono altalenanti ma, ancora una volta, mostrano un’Italia spaccata in due. Italia spaccata in due Secondo il report pubblicato dall’ISTAT , infatti, c’è…

Le nuove parole usate dai giovani su TikTok entrano nel dizionario Treccani

nuove parole usate dai giovani

Una lingua naturale è un sistema vivo che contribuisce ai cambiamenti della società e da essi è influenzato. Questa dinamica vale anche nel caso dei social media, per esempio TikTok, che spesso contribuiscono ad arricchire l’italiano con nuovi termini utilizzati da migliaia di persone. Lo ha sancito anche la Treccani, che nella sua enciclopedia ha voluto includere alcuni dei termini più diffusi sulla piattaforma. La cultura si sviluppa sui social…

Il ceffone dato per educare è un falso mito da sfatare. La vera educazione è sostituire lo schiaffo con la parola

ceffone

I bambini sono noti per la loro energia e la voglia di giocare, una tendenza che può sfociare in capricci, disobbedienza e mancanza di rispetto per le regole. Al loro comportamento può anche aggiungersi la fatica accumulata dai genitori durante il giorno, che rischia di portare a reazioni esagerate da entrambe le parti. All’improvviso, insomma, un genitore può ricorrere al cosiddetto “schiaffo educativo”. Ma siamo sicuri che sia una buona…

Il Giorno della Memoria nella scuola primaria, alcune attività da fare in classe

giorno della memoria

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, in ricordo del genocidio del popolo ebraico commesso dal Nazifascismo. Si tratta di una giornata internazionale dedicata alle riflessioni sulla Shoah e sui temi della discriminazione, del razzismo, della solidarietà. Il ricordo di quanto successo durante la seconda guerra mondiale è parte importante delle attività scolastiche del mese di gennaio. In particolare, la scuola primaria ha l’opportunità di avvicinare gli alunni…

Dietro un 5 c’è uno studente da 8 o 9 che si è accontentato

studente da 8

L’idea che un docente abbia il solo compito di spiegare un argomento e verificare le competenze di uno studente è ormai radicata nel passato della scuola. Com’è giusto che sia, oggi un insegnante è anche un maestro di vita che ha l’obiettivo di spronare i suoi alunni a dare il meglio di sé. Soprattutto quando sono essi stessi a non vedere le loro potenzialità. Di recente il docente e influencer…

Come spiegare la Shoah ai bambini

Shoah ai bambini

La Shoah è uno degli eventi più drammatici che hanno segnato il ventesimo secolo, e le cui ripercussioni si possono rilevare ancora oggi. Sono state tantissime le iniziative che negli anni hanno cercato di mantenere vivo il ricordo dello sterminio del popolo ebraico, come l’istituzione del Giorno della Memoria e i tanti progetti dentro e fuori la scuola italiana. Detto questo, com’è possibile commemorare il Giorno della Memoria nel contesto…

Vedo i giovani che vogliono tutto e subito ma non hanno più un riferimento

giovani che vogliono tutto e subito

Il rapper Marracash, intervistato dal quotidiano La Stampa , ha presentato il suo ultimo album di inediti ma, allo stesso tempo, ha affrontato il rapporto dei giovani con il successo e con il fallimento. Dietro agli artisti che non riescono a reggere le pressioni dovute alla notorietà, sostiene Marracash, c’è una società della quale troppo spesso si sottovaluta l’impatto sulle nuove generazioni. Già a partire dalla scuola. L’apparenza dei social…

great

Novità Invalsi 2025

X