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COMPITI

Troppi compiti per casa, nonno Fulvio non ci sta e apre un gazebo fuori da scuola per la raccolta firme

Una delle immagini più evocative e senza tempo è quella di un nonno che aiuta il nipotino a fare i compiti per casa lasciati dall’insegnante. Persino oggi, con tutti i cambiamenti della società moderna, sono moltissimi i nonni che svolgono un ruolo importante nella vita dei loro nipotini. E ne prendono a cuore le sorti.

Ne rappresenta un recente esempio la battaglia di nonno Fulvio, un anziano signore di Robbiate in provincia di Lecco stanco di vedere i nipoti oberati da una montagna di compiti. Mosso dalla ricerca di giustizia, Fulvio Fontana ha avviato un’originale protesta contro l’abitudine di sovraccaricare gli studenti.

Troppi compiti per casa

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Il tema dei troppi compiti per casa è uno dei più discussi in ambito scolastico, con opinioni da una parte e dall’altra. Se è vero che molti studenti e genitori chiedono un carico inferiore, c’è chi ritiene che i compiti per casa siano fondamentali per la crescita dei ragazzi. Per il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, per esempio, gli insegnanti che lasciano pochi compiti non vogliono il bene dei loro alunni.

Ed è proprio un insegnante ad aver scatenato la vicenda che ha visto come protagonista nonno Fulvio. Un giorno l’uomo si accorge che i suoi nipoti si ritrovano a dover fare i compiti fino a sera inoltrata. Queste le sue parole al quotidiano locale Lecco Notizie link esterno:

Ci siamo trovati più volte alle 10 di sera con i compiti ancora da finire. È stato lì che ho iniziato a pensare di dover fare qualcosa. Ho iniziato a informarmi e a chiedere consiglio a chi ha studiato più di me e scoprire che esistono delle circolari che vanno nella stessa direzione.

In altre parole le stesse circolari, emanate e confermate negli anni dal ministero, indicano che i compiti per casa andrebbero diminuiti e gli zaini degli studenti alleggeriti.

Ma la sua è una richiesta di buon senso: “Chiedo che vanga diminuito il carico di compiti a casa, dalle elementari fino alle superiori, che vengano suddivisi bene, non tutti insieme e che non ne vengano dati per i giorni subito dopo le festività, così che gli scolari possano godersi i genitori, i parenti e le feste in serenità, senza ansia”.

La mobilitazione di nonno Fulvio

Nonno Fulvio decide quindi di non restare a guardare, e presto organizza un banchetto per la raccolta delle firme, così da dar voce a chi condivide lo stesso disagio. L’obiettivo? Raccogliere almeno 200 firme da consegnare alla Commissione Europea per sensibilizzare su questo problema diffuso.

Non sono contro i compiti a casa, ma sono veramente troppi. Gli alunni di oggi non hanno più una vita né tempo per giocare e divertirsi. Finiscono le lezioni alle 4 di pomeriggio, ma appena tornano a casa devono mettersi a studiate fino a sera

D’altronde, già una circolare ministeriale del 1964 e una del 1965 consigliano di evitare il sovraccarico di compiti per gli studenti, che nuoce alla loro salute. E di nuovo nel 2008 il ministro Fioroni dà indicazioni perché la maggior parte dei compiti si svolga in classe, così da lasciare più tempo libero ai ragazzi.

Nonno Fulvio allestisce un primo banchetto a Merate, centro in provincia di Lecco, per poi spostarsi nel paese di Robbiate e cercare di sensibilizzare anche le famiglie che risiedono a Lecco. Di fronte all’alternativa, ossia non far nulla, per l’uomo è meglio agire:

Tutti parlano e si lamentano, ma pochi poi decidono di fare qualcosa: lo vedo anche con le firme, ma io vado avanti perché le famiglie non possono trovarsi questo carico da gestire da sole. È lo stesso Stato a dirlo con le circolari emesse: chiedo semplicemente che vengano rispettate.

Un vecchio problema

Come dicevamo in introduzione, e come lo stesso nonno Fulvio ha sottolineato con il suo lavoro di ricerca delle circolari, il dibattito sui compiti a casa è tutto fuorché una novità:

  • da una parte, molti ritengono che i compiti per casa siano necessari per sedimentare le nozioni ed evitare che gli studenti le dimentichino;
  • dall’altra parte, le famiglie si sentono sopraffatte dal carico di lavoro per casa, anche durante le pause didattiche.

Inoltre, c’è anche chi dubita della funzione dei compiti per casa, che in altri Paesi non influenzano più di tanto la preparazione degli studenti. Cosa fare allora? Come in molti ambiti, la chiave per risolvere la problematica sta nella ricerca di un equilibrio che possa soddisfare tutte le esigenze. Se quindi è necessario rispettare l’autonomia scolastica e degli insegnanti, allo stesso tempo è fondamentale evitare inutili eccessi. In fondo, la singolare protesta di nonno Fulvio ci ricorda proprio questo: è importante lavorare perché la scuola e le famiglie possano collaborare alla crescita dei giovani, capendo quando lasciare compiti per casa. E quando no.

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