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GESTIONE DELLA CLASSE

Come gestire una classe difficile, i consigli degli insegnanti che ce l’hanno fatta

Avere e dover gestire una classe difficile può essere un problema molto grande. Non solo si termina una giornata scolastica con l’emicrania e la fatica di un maratoneta, ma è anche, spesso, problematico portare a termine attività didattiche, raggiungere obiettivi, ottenere risultati positivi.

Gli studenti più chiassosi ed esuberanti finiscono con il catturare tutta l’attenzione dell’insegnante, che è costretto a interrompere spesso attività e spiegazioni per cercare di ripristinare l’ordine e il silenzio: gli alunni, invece, più timidi e silenziosi o che presentano difficoltà, rischiano di essere involontariamente penalizzati dall’eccessivo rumore in classe o dall’insegnante che fatica a concentrarsi su loro, in quanto indaffarato a sedare gli animi più turbolenti.

Ma come fare per gestire queste situazioni e cercare di rendere le lezioni più positive per tutti? Come tirare fuori il meglio dagli alunni più “difficili”, che ci chiedono comprensione e affetto attraverso i modi meno piacevoli? Ecco alcuni suggerimenti di colleghi e colleghe che hanno adottato strategie che si sono rivelate vincenti.

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Le Prove Nazionali INVALSI 2024 si svolgeranno da marzo a maggio. L’arco temporale e le date di somministrazione variano in base al grado scolastico e alle materie.

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DARE INCARICHI

Gli alunni più irrequieti hanno necessità di canalizzare la loro immensa energia in modo positivo, sentirsi utili, rinforzare l’autostima. Sono consci del “caos” che creano, anche se non riescono a evitare certi comportamenti, e inconsciamente temono di non essere i benvenuti in classe. Assegnare compiti di responsabilità relativi alla vita in classe (dare messaggi ad altri insegnanti, consegnare quaderni o libri, distribuire materiali…) ha avuto, come riportano alcuni colleghi, un effetto positivo su quegli alunni costantemente in movimento e alla ricerca di attenzioni, che si sentiranno utili e indispensabili alla vita in classe.

IL CARTELLONE DELLE “FACCINE”

Tabelloni, stickers e faccine sono metodi anglosassoni che qualche insegnante ha adottato, con successo, anche qui nel bel paese. Alcuni insegnanti hanno creato un cartellone con tutti i nomi degli alunni, vicino ai quali ogni giorno si applica uno sticker verde, se il comportamento è stato corretto, giallo se è stato “così così” e rosso se proprio non ci siamo. I più irrequieti hanno migliorato il proprio atteggiamento perché si sono mostrati motivati nel “collezionare” bollini verdi, smile, stelline o qualunque altro simbolo del buon comportamento che vogliamo adottare.

PRIVILEGIARE ATTIVITÀ PIÙ “TRANQUILLE”

Sebbene sia fantastico proporre lavori di gruppo, attività di gioco e di drammatizzazione, modalità didattiche più dinamiche e divertenti, purtroppo con alcune classi è necessario praticare per la maggior parte attività più “classiche”, almeno fino a quando non si arriva a una maggiore maturità o non si trova un modo più efficace per gestire l’esuberanza. Molti insegnanti hanno dovuto adottare, a malincuore, attività più “classiche”, mentre cercavano di capire come fare per gestire una classe difficile, per portare comunque a termine gli obiettivi didattici.

TRASFORMARE PAROLE NEGATIVE IN POSITIVE

Per richiamare alcuni alunni è stato dimostrato che sia più efficace rivolgere le comunicazioni in modo positivo, invece di iniziare frasi e rimproveri con “non” o sottolineando i gesti sbagliati. Per esempio, invece di dire “Non urlare” si può dire che quando parla più piano tutti sono felici e in classe si sa bene. Invece di dire “In classe non si corre” si può dire “In classe si può camminare” e così via. Una strategia semplice in stile PNL che ha dato discreti risultati agli insegnanti che l’hanno utilizzata.

COMUNICARE CON LA FAMIGLIA

Che le famiglie si dimostrino collaborative o no, che siano più o meno presenti, è necessario che l’alunno sappia sempre che gli adulti responsabili del suo percorso educativo, insegnanti e famiglia, comunicano regolarmente e la famiglia viene informata di eventuali comportamenti sbagliati a scuola. Per alcuni di essi non funziona, ma per altri è stato provato che sapere che i genitori saranno informati, non per forza attraverso le note sul diario ma anche semplicemente comunicando, è un grosso deterrente a mettere in atto comportamenti che non rispettano le regole.

CAPIRE LE REALI PROBLEMATICHE

Tutti gli insegnanti concordano, infine, su questo aspetto. È necessario capire qual è il disagio dietro il comportamento scorretto, per comprenderlo e poter aiutare gli studenti, per quanto possibile. Dietro maleducazione ed eccessiva esuberanza ci sono, infatti, spesso problemi gravi o moderati, ma indubbiamente disagio e aspetti problematici sui quali cercare di intervenire a monte. Oltre a questo, è fondamentale concentrarsi sul lodare i comportamenti corretti, quando ci sono, dimostrare che vengono notati, invece di mettere sempre l’accento su quelli negativi. Ricordiamo che uno studente che si comporta male, spesso, vuole attirare l’attenzione, indipendentemente da che tipo di attenzione essa sia.

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