Oggi è molto difficile immaginare la nostra vita quotidiana senza uno smartphone, dispositivo che utilizziamo per lavoro e per svago, per comunicare e per interagire con gli altri. Proprio per questa ragione, spesso l’abuso del telefono comporta una vera e propria dipendenza, soprattutto fra i giovani.
E proprio un giovane di 15 anni è al centro di quanto avvenuto a Orbassano, in provincia di Torino. Il ragazzo è infatti finito al pronto soccorso in piena crisi d’astinenza, per una ragione che ha dell’assurdo: i genitori gli avevano tolto lo smartphone. Vediamo cos’è successo.
Una reale crisi di astinenza
A riportare la notizia è la testata TGCOM24, che accende i riflettori sull’abuso della tecnologia e sulla dipendenza da smartphone negli adolescenti. Ai microfoni di Mediaset, lo psichiatra e docente universitario Gianluca Rosso ha spiegato i contorni della vicenda, parlando dei sintomi mostrati dal ragazzo:
Quando è arrivato in pronto soccorso presentava esattamente gli stessi sintomi di una persona in crisi di astinenza da sostanze. Peccato che, a mancargli in modo psicotropo, fosse lo smartphone.
Il ragazzo è insomma arrivato in stato di crisi psicomotoria, con tremori diffusi e comportamenti fuori controllo, tanto che i medici hanno dovuto somministrare sedativi per calmarlo. Lo stesso Rosso, medico di turno durante l’accaduto, conferma come si tratti di un caso estremo ma non isolato. Sempre più spesso, infatti, gli specialisti osservano comportamenti estremi fra i giovani nel loro rapporto con la tecnologia.
Tecnologia e reazioni estreme
Oltre alla crisi di astinenza che ha condotto il ragazzo al pronto soccorso, della vicenda colpiscono le ragioni della sua reazione estrema. Secondo quanto riferisce TGCOM24, infatti, il giovane ha perso il controllo dopo che i genitori hanno deciso di sequestrare il suo smartphone, esasperati dall’uso eccessivo del dispositivo. A confermarlo è lo stesso professor Rosso:
Un gesto che ha scatenato in lui una reazione, di fatto, omologa a quella di ogni tossicodipendente in carenza. L’utilizzo dello smartphone crea un legame con l’oggetto molto simile a quello ottenuto da altre sostanze d’abuso come alcol, sigarette e stupefacenti.
Tutte queste sostanze, continua lo specialista, portano ad uno stimolo del sistema di ricompensa del nostro organismo, al quale tuttavia il cervello si abitua. Anche l’uso dello smartphone sembra comportare conseguenze simili, soprattutto a causa del sistema dei social media, il cui obiettivo è mantenere gli utenti quanto più attivi sulle loro piattaforme.
Le conseguenze
Non è certo un mistero che abusare dello smartphone non sia benefico per l’organismo, soprattutto nel caso dei più giovani. In diversi Paesi sono ormai vietati a scuola, e sono sempre di più le voci autorevoli che criticano il costante ricorso al telefono per far stare tranquilli i bambini.
D’altronde, gli effetti della dipendenza da smartphone sono documentati, e non soltanto dalle reazioni eccessive dei ragazzi in crisi d’astinenza. Un recente studio ha analizzato proprio il modo in cui l’uso del telefono influisce sull’attività del cervello, evidenziando poi gli effetti sui circuiti della ricompensa. Detto in altri termini: una volta tolto lo smartphone, si innescano meccanismi simili all’astinenza.
Cosa fare allora?
Il ragazzo protagonista della vicenda raccontata da Gianluca Rosso è stato dimesso poco dopo, ma l’episodio mette in luce tutta un’altra serie di problemi. L’uso dello smartphone non è visto come problematico dalla società, ma deve richiedere un maggiore livello di consapevolezza. Il che ci riporta al ruolo della scuola.
Esistono diverse soluzioni per ridurre e limitare la dipendenza dei bambini dal telefono, ma allo stesso tempo è necessario che anche le famiglie facciano la loro parte. Non limitandosi a togliere lo smartphone, magari per poi aspettarsi reazioni eccessive, ma insegnando ai loro figli le potenzialità e rischi di questo strumento. Inclusa l’importanza della disconnessione, di tanto in tanto.